L’organizzazione dell’intervento psicologico nel sistema extraospedaliero - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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L’organizzazione dell’intervento psicologico nel sistema extraospedaliero

Archivio > Aprile 2011 > Psicologia delle emergenze

C.I.P. n. 13 - PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE
L’ORGANIZZAZIONE DELL’INTERVENTO PSICOLOGICO NEL SISTEMA EXTRAOSPEDALIERO
Alessandra Ceracchi

Psicologa, ARES 118 Lazio

La necessità di definire un modello nazionale di piano sanitario da adottare nelle emergenze trova compimento con l’approvazione nel 2001 del modello di pianificazione sanitaria che prende il nome di Criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi (DPCM del 13 febbraio 2001). Questo documento segnala i criteri per redigere i piani di emergenza, individua nel responsabile del 118 il coordinatore della Funzione 2 (Sanità umana e veterinaria, assistenza sociale) e attribuisce alla Funzione 2 i compiti relativi al Primo Soccorso e assistenza sanitaria, interventi di sanità pubblica, attività di assistenza psicologica e di assistenza sociale alla popolazione.


Viene definito catastrofe un evento dannoso e imprevisto, in seguito al quale si verifica uno squilibrio temporaneo tra i bisogni e le risorse del soccorso.
La risposta ad un evento catastrofico presenta un andamento bifasico ,con una risposta rapida sulla base delle risorse locali immediatamente disponibili,e una risposta differita, sulla base delle risorse organizzate esterne all’area interessata.
Gli strumenti che si usano sono principalmente tre: strategia con l’elaborazione dei piani di soccorso; logistica con il personale, i mezzi e i materiali per sostenere il piano; la tattica per l’applicazione dei piani.

In ARES 118 sono quattro i livelli di allarme:
Livello 0: è il normale livello di funzionamento.
Livello 1: quando sono in corso situazioni di rischio prevedibili.
Livello 2: stato di preallarme attivato quando vi sono eventi preceduti da fenomeni precursori, le forze devono essere mobilitate entro 15’.
      -    Livello 3: maxiemergenza con  attivazione risorse aggiuntive anche sovraterritoriali.

In ambito provinciale, il coordinamento degli interventi è affidato al Prefetto, che è il rappresentante del Governo in ambito provinciale. Sono presenti 4 aree di intervento la cui responsabilità è affidata ad enti capofila (115,113,118, comune).
La dichiarazione di Maxiemergenza, e quindi il raggiungimento del Livello 3 di allerta, si realizza dopo le opportune verifiche effettuate sia attraverso l’invio di un mezzo esplorante a seguito della prima richiesta di allarme, che attraverso il contatto e le verifiche incrociate con altri Enti.

Excursus storico
Prima dei Criteri di massima sugli interventi psicosociali da attuare nelle catastrofi (G.U. n. 200 del 29.08.2006), solo gli interventi di soccorso sanitario avevano trovato una loro organizzazione attraverso la realizzazione dei piani di emergenza extra ed intraospedalieri. Gli interventi psicosociali, al contrario, erano affidati all’auto-attivazione del volontariato senza un coordinamento tra gli Enti.
A seguito della pubblicazione dei Criteri di massima sugli interventi psicosociali da attuare nelle catastrofi (G.U. n. 200 del 29.08.2006), le Aziende Sanitarie del SSR furono obbligate a trovare forme di collaborazione e di coordinamento.
Nasce così nel Lazio, su iniziativa della Dr.ssa Danila Pennacchi, un primo coordinamento tra gli psicologi del DEA di II Livello e, poco dopo, iniziano dei contatti tra il Servizio di Psicologia dell’ARES 118, appena nato, e gli psicologi di questo primo coordinamento.
Nel Novembre 2006, a seguito del primo intervento realizzato in collaborazione tra ARES, DEA di II livello ed Enti ed Associazioni di Volontariato in una Maxiemergenza (incidente metropolitana di Roma) nasce il Coordinamento tra gli Psicologi del SSR del Lazio per le Maxiemergenze.
Il 20 dicembre 2007, la regione Lazio nomina il Referente Regionale per l’intervento psicologico nelle Maxiemergenze.
Di lì a poco sono stati attuati numerosi interventi che hanno vista attiva la rete creatasi a livello regionale (l’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio nel viterbese; l’esplosione della palazzina di Maccarese; l’incidente dello scuolabus di Fiumicino; ecc).

Con la Determinazione n. D 2201 del 26 giugno 2008 la Direzione Regionale Programmazione Sanitaria Politiche della Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro della Regione Lazio ha istituito il Gruppo Regionale per la definizione delle Linee Guida Regionali che comprende: Regione Lazio, ARES, gli Ospedali con i DEA di II livello, il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile.
La prima convocazione del gruppo di lavoro è però solo del 25 settembre 2009. Il coordinamento del gruppo viene affidato ad ARES.

Il lavoro del gruppo regionale si è sviluppato su due livelli:
Istituzione dell’Equipe Psicosociale per le Emergenze (EPE) del Lazio.
Linee guida per l’intervento psicosociale nelle catastrofi.

1 - ISTITUZIONE DELL’EQUIPE PSICOSOCIALE PER LE EMERGENZE DEL LAZIO

Obiettivi dell’EPE

  • censire e coordinare le risorse presenti sul territorio regionale.

  • garantire l’intervento psicosociale in eventi catastrofici ad effetto limitato ed in eventi catastrofici che travalicano le potenzialità di risposta delle strutture locali.

  • consentire la realizzazione delle manovre prioritarie per la sopravvivenza fisica dei destinatari dell'intervento e provvedere alla tutela della salute psichica attraverso l'attivazione di tutte le risorse personali e comunitarie;

  • garantire, oltre alla raccolta delle domande di aiuto spontanee, processi di identificazione attiva dei bisogni;

  • porre particolare attenzione alla distribuzione delle informazioni utili ad attivare comportamenti auto protettivi e di riorientamento adattativo e fornire strumenti per facilitare la comunicazione, la comprensione e l'utilizzo delle informazioni stesse;

  • garantire la raccolta e la conservazione dei dati utili all'intervento presso il Centro di Riferimento Regionale.


Compiti del Referente

  • stesura del piano degli interventi dell'equipe;

  • definizione delle attività che le squadre dovranno svolgere in emergenza nei riguardi delle vittime della comunità di riferimento e dei soccorritori;

  • valutazione dei risultati acquisiti ed eventuale correzione del piano di interventi per eventuali emergenze successive.

  • allerta le squadre per il supporto psicosociale in emergenza;

  • assicura l'intervento sul luogo del disastro, immediatamente dopo il verificarsi di un evento catastrofico;

  • fa riferimento al responsabile della «Funzione 2» che ha il compito di gestire tutte le problematiche relative agli aspetti sanitari dell'emergenza;

  • dispone il turn-over degli operatori.



2 - LINEE GUIDA PER L’INTERVENTO PSICOSOCIALE NELLE CATASTROFI

Negli eventi catastrofici a effetto limitato, la C.O. 118 attiva il piano dei soccorsi includendo nell’allertamento anche il Referente regionale dell’EPE del Lazio. Questi si porta presso l’Unità di Crisi, attiva i referenti dell’intervento psicosociale presso gli ospedali e valuta l’invio di una o più squadre.
Il coordinatore della/e squadra/e sul luogo dell’evento si rapporta al Direttore dei Soccorsi Sanitari (DSS) e attiva le procedure di sicurezza. Il coordinatore è costantemente in contatto con il Referente regionale dell’EPE presso l’Unità di Crisi, per la comunicazione degli invii dei codici individuati attraverso le procedure del triage psicologico, e comunica la conclusione dell’attività sul luogo dell’evento al Referente regionale dell’EPE presso l’Unità di Crisi.
Al termine della fase di emergenza, si provvederà all’osservazione delle vittime e alla compilazione delle schede di triade, che dovranno essere raccolte ed inviate presso il Centro di riferimento regionale.
Negli eventi catastrofici che travalicano le potenzialità di risposta delle strutture locali la situazione è caratterizzata da devastazione di ampi territori, da un elevato numero di vittime e da un coordinamento delle operazioni spesso estremamente difficile. Nel caso in cui l’evento catastrofico avvenga all’interno del territorio regionale, l’attivazione dell’equipe avverrà da parte della C.O. 118, contestualmente all’inizio delle attività degli altri interventi di emergenza sanitaria.
Il Referente dell’EPE del Lazio opererà presso la Direzione di Comando e Controllo (Di.Coma.C.) a supporto del coordinatore per l’intervento psicosociale del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile nell’ambito della Funzione 2 sanità umana e veterinaria.
Nella fase di breve-medio termine emergeranno le necessità legate all’adattamento della popolazione. In questa fase le squadre dell’EPE svolgono non solo attività volte al sostegno della popolazione, ma anche funzioni volte a promuovere il ripristino delle reti di supporto sociale.


Foto 1 – Dott.ssa Alessandra Ceracchi

Nel caso di eventi catastrofici che travalicano le potenzialità di risposta delle strutture locali al di fuori dei confini regionali, l’EPE della Regione Lazio opererà all’interno della Funzione 2 sanità umana e veterinaria, nella colonna mobile della Protezione Civile del Lazio.
Allo scopo di rendere più efficace l’intervento, in particolare sul luogo del disastro, l’EPE regionale del Lazio si avvale di Enti ed Associazioni di Volontariato riconosciute dalla Protezione Civile Nazionale e/o Regionale. Tali Enti ed Associazioni si intendono pertanto parti integranti dell’EPE del Lazio costituendone le squadre operative sul luogo del disastro.
I volontari Psicologi dell’Emergenza afferenti agli Enti ed Associazioni di Volontariato dovranno possedere i requisiti formativi e di esperienza di cui alla Delibera n. 79 del 22 marzo 2005 dell’Ordine degli Psicologi del Lazio.

Purtroppo, l’istituzione dell’EPE e le linee guida regionali non sono state ancora deliberate dalla Regione Lazio, anche se il lavoro del gruppo regionale è stato richiesto per essere adottato come modello di riferimento sia dalla Regione Abruzzo che dalla Regione Sicilia.

Cosa accede attualmente in caso di maxiemergenza nel Lazio?

Attualmente, se nel Lazio viene dichiarato lo stato di allarme, si attiva una sequenza preordinata di allerta che consente la costituzione dell’Unità di Crisi dell’ARES, presso la quale è chiamato a portarsi il Responsabile del Servizio di Psicologia dell’ARES.
Questi, se necessario, allerta le associazioni e gli enti di volontariato per l’invio di una o più squadre sul luogo del disastro, comunica lo stato di allarme al Centro di Coordinamento Regionale dell’A.O. S.Camillo-Forlanini per l’attivazione degli psicologi ospedalieri presso i DEA di arrivo delle vittime.
Il Responsabile del Servizio di Psicologia, in qualità di referente regionale per l’intervento psicosociale, coordina le attività, provvedendo all’invio delle squadre, alla loro rotazione, alla comunicazione del numero di feriti.

Ci sarà un futuro per l’intervento psicologico nelle maxiemergenze e nelle catastrofi nella Regione Lazio? Nonostante la difficile situazione ed i continui ostacoli alla formalizzazione dell’intervento psicosociale, io e tutti gli psicologi che in questi anni hanno lavorato alla costituzione di questa rete regionale ci auguriamo, ed ancora confidiamo, che questo futuro possa realmente
realizzarsi.



 
 
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