Il Dipartimento di Protezione Civile - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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Il Dipartimento di Protezione Civile

Archivio > Aprile 2011 > Psicologia delle emergenze

C.I.P. n. 13 - PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE

IL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Cristiana Pizzi

Psicoterapeuta, Dipartimento di Protezione Civile


Il Dipartimento della Protezione Civile è una struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il ruolo d’indirizzo nei progetti e nelle attività per la prevenzione, la previsione e il monitoraggio dei rischi e nelle procedure d’intervento comuni a tutto il sistema. Il Dipartimento coordina la attività di risposta alle calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione devono essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari. Inoltre, sempre in accordo con i governi regionali e le autorità locali, collabora alla stesura della legislazione sulla prevenzione dei rischi e dei provvedimenti informativi indispensabili per far fronte alle calamità e ridurre al minimo i danni alle persone e alle cose. Promuove, ancora, esercitazioni a livello nazionale ed internazionale e progetti di formazione. In Italia la Protezione Civile è un servizio nazionale, cioè un sistema complesso e decentrato costituito da componenti e strutture operative: Ministeri, Regioni, Province, Comuni, Enti pubblici, Istituti di ricerca scientifica, Istituzioni e ancora: Vigili del Fuoco, Forze Armate, Forze dell’Ordine, Corpo Forestale, Soccorso Alpino, Croce Rossa e le strutture del Servizio Sanitario Nazionale. Fra tutti, in questi ultimi anni, hanno assunto un ruolo di particolare importanza le Organizzazioni di Volontariato, in particolare attenzione viene data a quelle specializzate in Psicologia dell’Emergenza per il taglio professionale e l’indispensabile contributo che portano nei contesti emergenziali a favore dei nostri concittadini colpiti da disastri improvvisi.
Il Dipartimento si occupa anche di prevenzione del rischio, quindi non opera solo quando l’emergenza è sopraggiunta, ma anche per evitare che un’emergenza piombi su un contesto abitativo o naturale.
Ci sono eventi di carattere internazionale a cui la Protezione Civile partecipa come strumento dell’Unione Europea che si attiva per rispondere in maniera tempestiva ed efficace alle emergenze che si verificano in ambito internazionale. In caso di calamità naturali che colpiscono le popolazioni di un Paese europeo o extraeuropeo, il Dipartimento della Protezione Civile può mettere a disposizione le proprie risorse e competenze tecniche come è avvenuto per l’attentato di Beslan, in Ossezia, nell’agosto del 2005 dove il Dipartimento di Protezione Civile attivò una raccolta fondi e inviò farmaci e per lo Tsunami del 2004 nel sud Est asiatico dove diverse Task Force del Dipartimento furono repentinamente  inviate sul posto per la stima dei danni e la prima assistenza alle popolazioni colpite.


Dott.ssa Cristiana Pizzi

Importanti per il Dipartimento sono due strutture: il Comitato Operativo e il Sistema.
Il Comitato Operativo, che ha sede all’interno del Dipartimento della Protezione Civile, coordina le attività d’emergenza ed è presieduto dal Capo Dipartimento. E’ composto dai rappresentanti delle componenti delle strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione Civile.
Il Sistema, invece, è il punto di riferimento del Servizio Nazionale di Protezione Civile, è il centro di coordinamento che riceve, richiede, elabora e verifica e diffonde la informazioni relative alle calamità o situazioni critiche sul territorio, allerta e attiva immediatamente le diverse componenti e le strutture operative preposte alla gestione dell’emergenza per soccorrere la popolazione colpita, superare le emergenze e fornire consulenze a tutte le amministrazioni del Servizio Nazionale. Il Sistema interfacciano tutte le Funzioni di Protezione Civile compresa anche la FUNZIONE: Emergenza Sanitaria e la FUNZIONE: Assistenza alla popolazione..
La risposta operativa in situazioni di emergenza, previste o in atto, e’ articolata in quattro possibili stati di configurazione: S0 Ordinaria, S1 Vigilanza, S2 Presidio Operativo, S3 Unità di Crisi definiti sulla base della tipologia e delle caratteristiche dell’evento, nonché dell’impatto, potenziale o reale sulla popolazione, sul territorio e sull’ambiente.
Nel caso del terremoto dell’Aquila, una volta partite le prime Task Force, si è parallelamente istituita la Di.Coma.C.: Direzione Comando e Controllo. Essa viene istituita in un posto prossimo allo scenario calamitato e all’interno vengono sistemate tutte le FUNZIONI, l’allestimento logistico, in prima istanza, permette alle funzioni un veloce raccordo e un scambio di informazioni in tempo reale. In un primo momento la Di.Coma.C. è stata organizzata nella palestra della Scuola della Guardia di Finanza di Coppito, poi sono stati successivamente allestiti degli open-space per poter lavorare in maniera più ordinata e sistemica. Questi sono i tempi di intervento (alle 3:32 c’è stato il terremoto):
Ore 4.15   Unità di crisi Dipartimento della protezione civile
Ore 4.30   Partenza primo team del DPC per rilievi macrosismici
Ore 4.40 Riunione del Comitato Operativo della protezione civile
Ore 4.40   Partenza delle prime due squadre  operative del DPC
Ore 9.00   Attivazione della Direzione di Comando e controllo - Di.Coma.C. - nella
sede della Scuola della Guardia di Finanza

Da un punto di vista sanitario c’è stata l’immediata attivazione di un presidio medico legale rinforzato con reparti specialistici di polizia e carabinieri per l’identificazione delle salme. È stato evacuato l’ospedale San Salvatore, danneggiato a seguito del sisma, con il trasferimento di 250 pazienti (di cui 150 con MEDEVAC aereo) verso altri nosocomi abruzzesi.
La struttura è stata sostituita da un Ospedale da Campo della Regione Marche rimasto attivo fino al 28 giugno 2009. I primi reparti dell’Ospedale sono stati riaperti già a fine maggio, mentre dal 2 luglio è stato operativo l’Ospedale modulare della protezione civile ad integrazione dei servizi della struttura ospedaliera fissa. È stata inoltre fornita assistenza psicosociale ai familiari delle vittime e alla popolazione sfollata con l’intervento di 100 esperti e si è potuto beneficiare dell’intervento del Centro Alfredo Rampi ONLUS.
Questi sono i rapporti dei primi 3 giorni di attività psicosociale:


RAPPORTO GIORNI 6-7-8 APRILE 2009

Feriti direttamente collegati all’evento 1500

Evacuato l’Ospedale San Salvatore dell’Aquila (250 pazienti) e allestito un ospedale da campo vicariante della Regione Marche.

Pazienti trasferiti presso altri ospedali abruzzesi (Avezzano, Chieti, Pescina, Tagliacozzo,  Teramo, Castel di Sangro,  Pescara, Sulmona,  Atri,  Sant’Omero,  Villa Pini)

Completata il 7 aprile dalla Misericordia di Firenze, sotto il coordinamento del Dipartimento, l’evacuazione del Monastero di clausura di Piazza S. D’Amico delle Suore Agostiniane. N. 8 suore di cui 2 disabili portate in sicurezza presso il Convento delle Agostiniane di Cascia.

Coordinato il servizio di riconoscimento salme presso la Scuola della Finanza dell’Aquila, con la Polizia Scientifica, il RACIS dei Carabinieri e i medici legali del Dipartimento di prevenzione delle AASSLL.

Assicurato  il supporto psicologico ai parenti delle vittime con psicologi, il supporto materiale con la CRI e il supporto spirituale con sacerdoti.

Dispiegati punti di primo intervento e posti medici avanzati (7 nelle ore immediatamente successive all’evento, 16 all’8 aprile 2009).




Per quanto riguarda l’Emergenza in Giappone, una prima Task Force è partita a meno di venti giorni dal sisma. Il 28 marzo è partito un secondo Team italiano composto da esperti di valutazione e gestione delle emergenze. La decisione di organizzare una nuova missione è stata presa a seguito del Comitato Operativo che si è riunito il 23 marzo per fare un punto con le componenti e le strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione Civile su vari aspetti legati alla gestione dell’emergenza.
Anche questa seconda missione è stata coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e ha avuto l'obiettivo di supportare l'Ambasciata Italiana a Tokio. Il Team era composto da funzionari del Dipartimento della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e del Ministero della Salute.

«Chi lotta con i mostri deve stare attento a non diventare anche lui un mostro. E se guarderai a lungo in un abisso, anche l’abisso guarderà dentro di te.» - diceva Nietzsche e a tal proposito diventa quanto mai importante quanto promuove ormai da anni la Dott.ssa Rita Di Iorio, nella formazione così come nei momenti di confronto come è stato il Seminario del 1-2 aprile, che incoraggia gli Psicologi dell’Emergenza ad avere e continuare a coltivare un robusto livello culturale, non intendendo solo le capacità e le competenze tecniche, scientifiche ed accademiche, ma anche un comportamento e un atteggiamento articolato e disciplinato che permetta di stare in una situazione di emergenza e starci in modo prezioso per se stessi e per gli altri.
E secondo quanto detto dal Dott. D. Biondo, il miglior dispositivo che ha a disposizione uno psicologo dell’emergenza è, e rimarrà sempre, il gruppo, quindi lo Psicologo dell’Emergenza deve saper lavorare in gruppo per il gruppo. Il ruolo dello Psicologo dell’Emergenza è di una importanza e una delicatezza estrema. Se non si interviene subito, se non si interviene correttamente, le macerie più grevi ed ingombranti le persone non le avranno intorno, le porteranno dentro, a volte per sempre.



 
 
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