Il triage con gli adulti e con i minori - dallo scenario al Dea - Conosco Imparo Prevengo

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Il triage con gli adulti e con i minori - dallo scenario al Dea

Archivio > Aprile 2011 > Psicologia delle emergenze

C.I.P. n. 13 - PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE
IL TRIAGE CON GLI ADULTI E CON I MINORI DALLO SCENARIO AL DEA
Luisa De Bellis
Psicologa, Ospedale S. Filippo Neri di Roma

In caso di una grande emergenza sanitaria, tutte le persone coinvolte sono, da un punto di vista psicologico, da considerarsi bisognose di intervento, perché tutte in un modo o in un altro, risentono dell’evento. Due popolazioni sono particolarmente all’attenzione: i bambini e gli anziani.
I bambini, perché è evidente che subiscono più facilmente un disturbo acuto da stress; gli anziani, perché più facilmente hanno dei tempi di reazione lenti e vengono particolarmente destabilizzati da eventi così drammatici.
Cosa abbiamo tentato di fare? Abbiamo tentato di dare i nostri codici PSI, mettendo insieme una legenda di quali sono i comportamenti che ci possiamo attendere e che tipo di intervento prevediamo per quel tipo di codice. Per esempio una delle cose che giudicavamo importanti, nel caso in cui le persone non avessero davvero manifestazioni clinicamente rilavanti o comportamentalmente rilevanti, era quello di avvertili, anche attraverso un opuscolo informativo che avevamo già predisposto, sulla possibile insorgenza di sintomi differiti.



Fondamentalmente stiamo parlando del DEA, quindi del Pronto Soccorso dell’ospedale.
La domanda da porsi è: il nostro paziente, che al Pronto Soccorso è stato classificato come codice bianco o giallo o verde, che vissuto psichico avrà?
Potrebbe non mostrare alcun tipo di disturbo, oppure potrebbe iniziare a mostrare delle preoccupazioni, come ad esempio uno stato di eccitazione particolare, il battito cardiaco accelerato. In quel caso come ci poniamo? Come ci poniamo se individuiamo nel nostro paziente un codice 1?
E nel caso di un codice 2, come ci comportiamo col nostro paziente?




Compariamo, quindi, lo stato psichico del paziente con la gravità del suo stato fisico. Per ciascuno abbiamo ipotizzato e codificato i sintomi che l’osservatore psicologo deve vedere per poter attribuire al paziente qual particolare CODICE psi.

Molto più complesso è il lavoro di attribuzione dei codici di priorità ai minori. Il criterio è sempre lo stesso, ma non esiste un CODICE 0 psi, non è pensabile che un bambino abbia reazioni adeguate all’evento: ogni caso un bambino va sempre trattato. I CODICI psi per i minori sono stati suddivisi per fasce d’età.

È chiaro che i comportamenti e le manifestazioni di un bambino sotto i cinque anni o di un bambino in età scolare sono molto diverse da quelle di un pre-adolescente/adolescente e viceversa. Il confronto col Pronto Soccorso medico non viene preso in esame, perché, come già detto, si parte dal presupposto che tutta la fascia minori vada comunque trattata. Quindi prima, durante o dopo l’intervento medico, non fa alcuna differenza.


Dott.ssa Luisa De Bellis

È stata preparata una scheda di triage psicologico sullo scenario. É evidente che sullo scenario il triage è molto veloce, non possiamo aspettarci di avere un triage raffinato.
L’identificazione delle manifestazioni comportamentali ci consente di attribuire il giusto CODICE psi. Un segnalazione, qualora sia possibile rilevarla sullo scenario, che ci è sembrata molto importante per la valutazione, è se accetta o rifiuta rassicurazione, contatto fisico e se esiste un supporto familiare. Perché questo? Perché l’accettazione della rassicurazione e del contatto fisico sono, per noi psicologi, è prognostica. Ci consente di capire se è una persona avvicinabile sia emotivamente che fisicamente e quindi se è possibile lavorarci rapidamente o, al contrario, se si tratta di una persona con una reazione più acuta, più severa.
In alto a destra della scheda di triage, troviamo la dicitura "CODICE psi triage 1 2 3 NT", "NT" sta per "non triage": significa che il paziente ci arriva dallo scenario senza aver effettuato il triage, ciò capita non solo perché lo psicologo magari non l’ha effettuato, ma anche perché molto spesso le persone arrivano al Pronto Soccorso senza passare dai triage, perché quando si verificano degli eventi di emergenza, al di là di quanto noi pensiamo di poter schematizzare e organizzare le cose, le persone arrivano a piedi, con mezzi di fortuna, accompagnati da qualcuno. Quindi il fatto che una persona abbia già effettuato un triage con un nostro psicologo, può esserci d’aiuto per orientarci.

Per gli adulti, invece, una volta arrivati al DEA, come già visto, ci incrociamo con tutti i codici medici e vediamo se è possibile fare un triage. La scheda di consente di dare al soggetto un punteggio totale che ci permette di attribuirgli un CODICE psi. La scheda contiene anche dati relativi al tipo di intervento che abbiamo fatto o al tipo di intervento che consigliamo di fare.



 
 
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