L’Assistenza psicologica in ospedale alle vittime di una Maxiemergenza - Conosco Imparo Prevengo

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L’Assistenza psicologica in ospedale alle vittime di una Maxiemergenza

Archivio > Aprile 2011 > Psicologia delle emergenze

C.I.P. n. 13 - PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE
L’ASSISTENZA PSICOLOGICA IN OSPEDALE ALLE VITTIME DI UNA MAXIEMERGENZA

Danila Pennacchi

Psicologa, Ospedale "S. Camillo – Forlanini" di Roma


Nel 2004 l’A.O. San Camillo Forlanini ha redatto e reso operativo il PEIMAF (Piano di Emergenza Intraospedaliera in caso di Massiccio Afflusso di Feriti). Dal 2005 all’interno del PEIMAF è stato previsto ed  inserito anche il Piano di Intervento Psicologico.

Il PEIMAF prevede che, in caso di attivazione, il centralino dell’ospedale chiami lo Psicologo Reperibile che diventa il Coordinatore dell’intervento; lo Psicologo Coordinatore attiva il Piano di Intervento Psicologico  e convoca due o più  psicologi, a seconda del livello di allarme.

Il San Camillo Forlanini è una delle poche realtà ospedaliere dove all’interno di un ospedale sono presenti 11 psicologi, tutti di ruolo, con una reperibilità 24h/24h festivi compresi.

Per la persona che si è trovata a vivere una situazione così grave è importante avere un sostegno psicologico fin dall’inizio ed essere seguito in tutto il percorso assistenziale: dal luogo dell’incidente all’ospedale, fino all’eventuale supporto successivo nei servizi territoriali preposti.
Questo è di aiuto per la prevenzione della Sindrome Post Traumatica da Stress (PTSD)
Anche i familiari, soprattutto in caso di decesso, hanno bisogno di un sostegno psicologico.
Fondamentale è la Rete di Coordinamento tra gli psicologi che si occupano dell’emergenza.
Nel 2005 sono iniziati i primi lavori per la costruzione della Rete attraverso la collaborazione tra  gli psicologi degli Ospedali DEA di II Livello di Roma e l’U.O. Psicologia dell’ARES 118.
Successivamente la Rete si è allargata sino ad arrivare allo stato attuale, come descritto nelle tabelle successive e,  per quanto riguarda la fase  ospedaliera, tutti gli ospedali della Regione Lazio hanno la possibilità di fornire il supporto psicologico.
Questo permette a tutte le vittime ed ai loro familiari di usufruire di una assistenza psicologica sia sul luogo dell’evento che nella fase successiva di arrivo nel Pronto Soccorso.
La Rete ha usufruito ed usufruisce della stretta  collaborazione con le Direzioni Sanitarie e con i Primari dei Pronto Soccorso che rendono possibile tale intervento anche mettendo a disposizione gli aspetti logistici.




RETE PSICOLOGI EMERGENZA
Come funziona nel caso di un grave evento?
La U.O. di Psicologia ARES 118 allerta le Associazioni di Psicologia dell’Emergenza (PSIcar, Psicologi della Croce Rossa, Psicologi per i Popoli) che si recano sul luogo dell’evento ed  il Centro di Coordinamento e Assistenza per le Emergenze Psicotraumatiche a cui comunica il nome degli ospedali coinvolti nell’assistenza alle vittime dell’evento, il numero di feriti inviati in ogni ospedale ed il loro codice di gravità.
Il Centro di Coordinamento attiva immediatamente gli psicologi presenti negli ospedali coinvolti nell’assistenza alle vittime.
In caso di non possibilità di invio in Pronto Soccorso dello psicologo della Rete ospedaliera, il Centro di Coordinamento si avvale della collaborazione delle Associazioni sopra citate e con il coinvolgimento anche delle Direzioni Sanitarie  e dei Primari dei Pronto Soccorso rende possibile il primo intervento in ospedale.


Dott.ssa Danila Pennacchi

RETE OSPEDALIERA REGIONE LAZIO
Come funziona nel caso di un grave evento?
Lo psicologo si reca in Pronto Soccorso, valuta la situazione e se è diversa da quanto comunicato, ad esempio se il numero dei feriti è maggiore di quello che era stato indicato, ricontatta il Centro di Coordinamento per avere un eventuale ulteriore supporto di personale.
Viene effettuato poi il Triage Psicologico ed il relativo intervento, ove necessario.
A conclusione della fase di emergenza  tutta la documentazione relativa agli interventi viene inviata al Centro di Coordinamento. Una frequente criticità che si riscontra tra gli psicologi, soprattutto dell’emergenza, è quella di non registrare nulla, è invece molto importante avere documentazione di tutto ciò che viene fatto.
Se la vittima viene ricoverata, l’intervento psicologico prosegue durante la degenza, se viene dimessa le verranno fornite indicazioni sui Centri preposti (ove presenti) a cui potrà rivolgersi, in caso di necessità.
In caso di trasferimento ad altro ospedale lo psicologo comunica la notizia al Centro di Coordinamento che avrà cura di coinvolgere lo psicologo dell’altro ospedale che si farà carico della prosecuzione dell’intervento.
Successivamente alla fase di emergenza viene effettuato un Debriefing per valutare punti di forza e criticità dell’intervento svolto, al fine di migliorare l’efficacia e l’efficienza della Rete.






 
 
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