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Archivio > Agosto 2009 > Psicologia delle emergenze

C.I.P. n. 8 - PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE

"GRAZIE VOLONTARI"
INTERVISTA AL SIG. GIOVANNI CIALONE, ABITANTE DI SAN VITTORINO
Luana Proietti* e Michele Grano**

* Psicologa  clinica e di comunità, socio Psic-Ar
** Psicologo dell’educazione e dell’età evolutiva, socio Psic-Ar


Salve signor Giovanni. Ci può dare un parere sul lavoro svolto dagli psicologi di Psic-Ar nella tendopoli?

Dunque, credo che l’intera popolazione di San Vittorino abbia vissuto il vostro lavoro molto bene. Io sono un grande osservatore e ho notato come vi prendevate cura di tutti nel campo. Ho visto che vi avvicinavate alle persone con grande pazienza e gentilezza, non so se ve le insegnano queste cose, ma mi sembrava un bel modo per relazionarsi ai bambini, ai ragazzi, agli anziani… a tutti, insomma.
Quando uscivi dalla tenda c’era sempre qualcuno che poteva darti una parola, un conforto. Alcuni di voi sono stati molto vicini a me e alla mia famiglia in alcuni momenti particolari.

Ci può dire come ha vissuto personalmente l’intervento degli psicologi?

Per me l’intervento degli psicologi è stato molto utile. Siete squisiti, poi dicono che non si trovano persone buone. Quando penso ad alcuni di voi mi si riempie il cuore. Ho avuto tanti problemi, ho perso mia nipote insieme al marito, se non c’eravate voi io non lo so…
Circa vent’anni fa, quando sono andato in pensione, mi ero già rivolto ad una psicologa. Devo dire che mi ero trovato bene e grazie a lei ho capito che potevo andare avanti nella vita e quindi sapevo già quanto fosse importante un aiuto psicologico nelle situazioni difficili. Quando vedevo al campo che organizzavate attività per la gente capivo bene l’importanza di occupare le giornate delle persone, per evitare che la mente camminasse verso pensieri negativi, legati al terremoto.

E che ci dice riguardo al lavoro svolto dai volontari che operavano al campo?

Sono meravigliato, perché avevo un pregiudizio nei confronti dei romani e mi sono dovuto ricredere: io li vedevo come "spacconi", "sbruffoni" e invece ho scoperto che sono persone davvero squisite, le più squisite che ci stanno.
Subito dopo il terremoto li ho visti lavorare giorno e notte per noi, con quel freddo… Pensavo: fanno tutto questo per noi. Il terzo giorno già avevamo una tenda dove abitare.
Mi ha colpito il fatto che alcuni volontari tornavano al campo ad aiutare durante i loro giorni di ferie. Mi ha colpito anche che andavano a mangiare alla fine della cena, le cose fredde, per servire prima noi. Questa gente lo fa per volontà divina, superiore, proprio non ci si crede…
C’è stato uno scambio umano con tutti voi volontari. Alla fine di ogni turno c’erano dei ringraziamenti generali sia da parte nostra sia da parte vostra proprio perché si sentiva che avevamo condiviso qualcosa di forte.
Oserei dire che, al di là del dolore e dei lutti, questa esperienza ci ha arricchito e fatto crescere. Sembra strano da dire, ma senza questo terremoto non avrei conosciuto tante belle persone che mi hanno cambiato in meglio.

E, invece, volendo fare una critica, secondo lei cosa non ha funzionato nell’intervento degli operatori e che cosa si potrebbe migliorare?

Sinceramente non ho da muovere critiche, ma solo apprezzamenti per il vostro lavoro e la vostra disponibilità, come vi ho già detto…

Per concludere, ha la possibilità di lasciare un messaggio a tutti gli operatori che hanno lavorato al campo in questi mesi: cosa direbbe loro?

Io non sono tanto capace a fare discorsi o a inventare belle frasi… che vi posso augurare? Le cose più belle del mondo. Io credo in Dio e gli chiedo tutto il bene che vi possa dare.


 
 
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