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IL DIARIO ALLEGRO DI LEOPOLDO KLEIN

Archivio > Aprile2015 > Speciali

C.I.P. n. 25- SPECIALI

IL DIARIO ALLEGRO DI LEOPOLDO KLEIN
Prefazione
di Walter Veltroni
Presidente della Giuria - "Premio Alfredo Rampi"


La copertina del libro

Il genere "diario", nella letteratura, è sempre stato un po’ sui generis, ha sempre occupato un posto particolare.
Racconto di se stessi in prima persona oppure modo per fare lo stesso dando però voce ad un personaggio di fantasia, il diario diventa spesso la via, per lo scrittore, per lasciare traccia del proprio vissuto o per dare forma ai propri pensieri, alle proprie convinzioni.
Spesso il confine, la distinzione, non è semplice. Succede per volontà dello stesso autore. E allora è al lettore che spetta il compito di immaginare quale sia il discrimine e dove sia la verità, ammesso che ci sia.
Chi leggerà queste pagine di Alessandro Gioia sarà chiamato ad un esercizio ulteriore, dovrà fare qualche passo in più. In un modo interessante, persino sorprendente.
Il diario che segue racconta pochi mesi della vita di un bambino di dieci anni, Leopoldo. Ha un papà lontano, sempre in viaggio, sperso in qualche lontana parte del mondo. Ha una mamma con tanti pensieri, che la rendono molto spesso triste. Ha un amico con cui parla: nei mesi freddi all’aperto, in quelli caldi scendendo in cantina e aprendo un frigorifero.
È un bambino che ama scrivere, e questo lo si può intuire. E che è molto responsabile, tanto che per far risparmiare la sua famiglia ha deciso che chiederà a Babbo Natale e alla Befana di fare i turni: un anno verrà uno, l’anno dopo arriverà l’altra.
Come tantissimi bambini conosce il piccolo principe di Saint-Exupery e Pippi Calzelunghe, e come loro pensa che sognare è importante, soprattutto sognare un mondo migliore. Impossibile? No, perché per Leopoldo nelle persone bisogna avere fiducia. Nonostante sappia, come tutti i bambini intelligenti, che i grandi non sono poi così saggi come sembrano.
"Basta, questa prefazione ci sta raccontando troppe cose", potrebbe ora dire chi sta leggendo queste righe.
Posso assicurare che non è così, che molto poco è stato detto e che non tutto è quel che sembra.
A parte il fatto che a Leopoldo piace davvero scrivere. E piace davvero sognare. E credere in un domani migliore. Per il mondo. E per se stesso.


 
 
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