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Sicurezza a scuola

Archivio > Aprile 2007 > Sicurezza nei luoghi di lavoro

C.I.P. n. 1 - SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

Sicurezza a scuola -
Attività educative di gestione dell’emergenza a scuola per la diffusione della cultura della sicurezza
Giovanni Maria Di Buduo
(Geologo)


La Scuola, così come ogni altro luogo pubblico in cui vengono svolte attività di pubblico accesso, è soggetto alle regole previste dal Decreto Legislativo 626/94 (e successive modificazioni) in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
La capacità di un sistema di affrontare correttamente una situazione d’emergenza dipende non solo dalla preparazione dell’ambiente, ma anche da quella degli individui. Non è quindi sufficiente che la Scuola abbia il piano d’evacuazione, le vie di fuga sgombre, un’adeguata segnaletica e le uscite di sicurezza perfettamente funzionanti, ma deve essere anche prevista un’attività formativa e informativa di preparazione all’emergenza per tutti coloro che frequentano l’edificio.
Per quanto riguarda l’edilizia scolastica negli ultimi anni la situazione in Italia è migliorata, ma molto ancora deve essere fatto per raggiungere un’omogenea situazione a norma di sicurezza su tutto il territorio nazionale. Rispetto al 2002 la percentuale totale delle scuole che a fine 2005 ha ottenuto la certificazione di agibilità statica è leggermente aumentata (63%), mentre 3 scuole su 4 sono dotate di porte antipanico ed eseguono annualmente le prove di evacuazione previste; i dati sono meno incoraggianti per quanto riguarda la presenza di scale di sicurezza, di cui sono sprovviste 3 scuole su 4. Inoltre ben il 32% degli edifici scolastici necessita di interventi di manutenzione urgente, percentuale che è rimasta pressoché inalterata dal 2002 al 2005 (da "Ecosistema scuola 2006" ricerca di Legambiente realizzata nei 103 comuni capoluogo di provincia). La presenza di situazioni non a norma non deve essere un alibi per trascurare l’attività educativa di preparazione all’emergenza. In ogni ambiente, anche quello più sicuro, sono insiti certi rischi (per esempio un edificio può essere costruito con le dovute norme antisismiche ma il terremoto è un inevitabile fenomeno naturale, specialmente nel nostro Paese, quindi il rischio sismico è minore ma il fenomeno pericoloso che genera tale rischio non può essere rimosso); quando un ambiente non è adeguatamente predisposto, i pericoli, e di conseguenza i relativi rischi, aumentano: a maggior ragione devono quindi essere effettuate campagne di educazione alla sicurezza in quelle scuole che sono strutturalmente carenti.



Un esempio banale ma efficace di cosa succede quando coloro che devono mettere in pratica l’evacuazione di un edificio non sono sufficientemente preparati è il seguente. Immaginiamo di dover svuotare nel minor tempo possibile un secchio pieno di palline, facendole passare attraverso un imbuto di dimensioni tali da consentire il transito di una sola pallina per volta: dobbiamo girare rapidamente il secchio o inclinarlo lentamente per far cadere nell’imbuto una pallina per volta? Nel primo caso le palline inizierebbero a rimbalzare l’una contro l’altra e ben poche riuscirebbero a passare attraverso l’imbuto: questo è esattamente ciò che avviene quando le persone che frequentano un edificio pubblico non sono preparate ad affrontare l’evacuazione dei locali ed inevitabilmente, senza riuscire a mantenere il controllo, corrono e si accalcano in corrispondenza delle uscite causando il diffondersi del panico. Le vittime ed i feriti che si riscontrano in caso d'emergenza nei locali pubblici, particolarmente in caso d'incendio, sono causati in primo luogo proprio dal panico. La capacità di un individuo di portarsi nel minor tempo possibile in un luogo sicuro in questo caso non dipende esclusivamente dalle proprie risorse, ma dalla preparazione collettiva di tutti coloro che frequentano quel determinato ambiente. È quindi fondamentale educare tutti coloro che frequentano un edificio pubblico al comportamento da tenere in caso d'emergenza.



Ma oltre a SAPERE è necessario anche SAPER FARE: la capacità di attuare i corretti comportamenti mantenendo un’adeguata lucidità mentale al verificarsi di una reale emergenza si conquista non solo attraverso la memorizzazione di tali comportamenti, ma anche e soprattutto grazie a ripetute prove condotte con la dovuta serietà. Una prima prova di evacuazione dovrebbe essere eseguita appena terminata l’attività informativa e formativa, con preavviso di tutti i presenti nell'edificio, mentre la seconda prova, da eseguire a distanza di 2-3 mesi, andrebbe avviata a sorpresa dal Dirigente Scolastico al fine di testare la reale risposta psico-motoria degli studenti e del personale docente ed A.T.A. di fronte all'emergenza.

Il Centro Alfredo Rampi  onlus ha raggiunto un’esperienza decennale nel campo della sicurezza negli Istituti Scolastici, mettendo a punto nel tempo un proprio intervento tecnico-educativo per assicurare a studenti e personale docente e non docente una corretta preparazione all’emergenza. Nelle scuole superiori gli esperti dell’Associazione (un geologo ed uno psicologo) svolgono un seminario della durata di due ore in ogni classe discutendo assieme ai ragazzi il tema dell'autoprotezione. Gli allievi hanno così modo di: a) riflettere sulle cause del panico, che può scatnarsi quando un individuo avverte che la sua incolumità è messa a repentaglio; b) acquisire conoscenza dei corretti comportamenti da attuare prima e durante l’emergenza; c) approfondire la conoscenza dei rischi nell’ambiente scolastico; d) affrontare le problematiche connesse all’evacuazione dell'edificio. Al termine del seminario gli studenti sono in grado di organizzarsi preventivamente, di predisporre adeguatamente la propria classe, di assegnarsi gli incarichi e di lasciare la scuola in condizioni di sicurezza nel minor tempo possibile.



Come recita la Circolare del Ministero della Pubblica Istruzione (ora M.I.U.R.) n. 119 del 19 aprile 1999 (indicazioni attuative del D.L. 626/64 nelle Scuole), l’applicazione del Decreto Legislativo 626/94 è "….prima ancora che un obbligo di legge un’opportunità per promuovere all’interno delle istituzioni scolastiche una cultura della sicurezza sul lavoro, per valorizzarne i contenuti e per sollecitare il coinvolgimento e la convinta partecipazione di tutte le componenti scolastiche in un processo organico di crescita collettiva, con l’obiettivo della sicurezza sostanziale nella scuola, nel presente, e della sensibilizzazione per il futuro, ad un problema sociale di fondamentale rilevanza….".
La scuola dovrebbe essere il luogo principale per la diffusione della cultura alla sicurezza; da essa quindi non devono provenire segnali contraddittori: la sensibilizzazione degli studenti si può realizzare solo con il convinto e costante impegno di tutto il corpo docente e del Dirigente Scolastico, che deve attivarsi per garantire quotidianamente la preparazione della propria Scuola (troppe volte è capitato di incontrare insegnanti particolarmente "refrattari" al tema della sicurezza a scuola, di trovare uscite di sicurezza chiuse con catena e lucchetto, segnaletica carente, vie di fuga ingombrate, etc.). La diffusione della cultura della sicurezza è resa possibile innanzitutto dal buon esempio degli adulti, che devono rendere attivamente partecipi gli studenti nella preparazione all’emergenza.



 
 
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