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La sicurezza in mare

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C.I.P. n. 5 - TERRITORIO

LA SICUREZZA IN MARE

IL PROGETTO DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA PER ESSERE SEMPRE INFORMATI

Gianfranco Criscenti
(Ufficio stampa Ingv)

Giro in barca senza più il rischio di essere sorpresi dal maltempo: i natanti potranno avere informazioni sulle condizioni del mare e del tempo collegandosi al sito interne http://gnoo.bo.ingv.it/mfs/web_ita/contents.htm. È la ricaduta pratica di un progetto dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Da oggi, dunque, sarà piu' difficile perdere la bussola nel Mar Mediterraneo.
Il servizio fornisce dati su temperatura, salinità, direzione e velocità delle correnti marine dalla superficie al fondo del mare non soltanto riferite all'immediato, ma anche ai prossimi dieci giorni. L’iniziativa – realizzata grazie alla ferrea volontà del professor Enzo Boschi che ha lasciato la guida dell’Ingv dopo quindici anni -  spiega l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, trova una immediata utilità non solo per i naviganti, per i quali è fondamentale conoscere come mutano questi parametri, ma anche per gli enti preposti a combattere l'inquinamento nel Mar Mediterraneo e per rintracciare i dispersi.
Le previsioni vengono prodotte utilizzando un modello numerico di previsione integrato con dati sia da satellite sia in situ, ha spiegato Nadia Pinardi, direttrice del Gnoo (Gruppo Nazionale di Oceanografia Operativa per le previsioni marine) dell'Ingv. Le informazioni vengono raccolte da sonde a perdere chiamate Xbt (Expandable Bathy Termograph) la cui raccolta dati è coordinata dall'Enea; dal sistema di boe Argo (coordinate dall'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, Ogs) che forniscono i profili verticali di temperatura e salinità.Vengono poi utilizzati dati sull'anomalia del livello del mare Sla (Sea Level Anomaly, messi a disposizione dal centro francese per la raccolta di dati satellitari Cls, a Tolosa) e dati da satellite relativi alla temperatura della superficie marina messi a disposizione dal Gruppo di Oceanografia da satellite dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr.La realizzazione del servizio è stata resa possibile dalla convenzione sottoscritta dal Gruppo nazionale di oceanografia operativa, una componente operativa dell'Ingv, con l'Uffico spazio aereo e meteorologia (Usam) per le previsioni ed il monitoraggio del Mare Mediterraneo e dei mari italiani.
"L'accordo di collaborazione del Gnoo con l'Usam - sottolinea la responsabile Pinardi- è fondamentale in quanto le previsioni dello stato del mare richiedono l'equivalente conoscenza dei necessari parametri meteorologici previsti. L'intesa consente così di implementare e ottimizzare un nuovo servizio per la sicurezza e la protezione del Mare Mediterraneo''. Ma quali scenari apre per il futuro l'intesa siglata con l'Usam? "Nuovi prodotti saranno sviluppati all'interno della collaborazione Usam-Gnoo. Ad esempio e sulla base dei necessari coordinamenti istituzionali, agli atti contenuti del Bollettino del mare potranno essere aggiunte informazioni quali la temperatura e le correnti marine, estendendone la validità ad un periodo temporale piu' ampio'' spiega il generale Massimo Capaldo dell'Usam.
Inoltre, il nuovo servizio del mare messo a punto dalla collaborazione Usam-Gnoo sarà il punto di riferimento per la conoscenza dei cambiamenti climatici avvenuti nelle scorse decine di anni nel Mare Mediterraneo e per l'implementazione della nuova Direttiva europea sulla salvaguardia dei mari e la sicurezza della navigazione.
Un'altra importante applicazione di questo servizio di previsioni è il recupero dei dispersi in mare, cioè di naufraghi che hanno perso il contatto con la terra ferma e che vagano in balia delle correnti. In questi casi la previsione fornita dal servizio Gnoo Ingv è fondamentale per ottimizzare le ricerche di dispersi ancora in vita, o purtroppo i corpi ormai senza vita delle vittime.
«Le previsioni oceanografiche vengono prodotte utilizzando un modello numerico oceanografico che produce una condizione iniziale tramite tecniche di assimilazione e forzato all'interfaccia aria-mare dai campi atmosferici quali il vento e la temperatura provenienti dai modelli atmosferici di previsione del tempo», spiega Nadia Pinardi, direttrice del Gnoo dell'Ingv.
«Per poter fare una previsione oceanografica accurata è necessario, quindi, avere una buona stima dei campi atmosferici, ma ciò non è sufficiente. - ha continuato ancora Pinardi - È indispensabile infatti avere anche una fotografia istantanea del campo oceanografico, dalla superficie sino al fondo, che sia il più possibile vicina alla situazione reale del giorno da cui si vuol cominciare a fare le previsioni. Questo perché il sistema è altamente non lineare e amplifica gli errori iniziali molto velocemente».
Le "previsioni del tempo del mare" (temperatura, correnti, salinità etc.) sono nate con circa cinquant’anni di ritardo rispetto alle previsioni del tempo atmosferico che tutti conosciamo – si legge nel sito internet dell’università di Bologna "Unibo magazine" - così come ai propri albori queste ultime si chiamavano "meteorologia operativa", allo stesso modo le prime hanno per nome oggi "oceanografia operativa". A livello mondiale tutto è cominciato quindici anni fa con la costituzione del Moon, un gruppo di scienziati di tutti gli stati dell’Unione Europea e del nord Africa costituito per studiare il modo più efficiente e scientificamente valido per fare la previsione del tempo del mar Mediterraneo. Osservazioni e previsioni sono utili inoltre – si legge su "Unibo  magazine" per studiare la salute dell’ecosistema marino e controllare che non degeneri o si ammali. Gli indicatori attuali fanno pensare che il mar Mediterraneo stia cambiando radicalmente. Ciò è dovuto essenzialmente al fatto che i fiumi scaricano sempre meno, perché troppa acqua è usata in agricoltura. Ciò sta già modificando e potrebbe indurre ulteriori cambiamenti della catena trofica, dal fitoplancton in su, con gravi ripercussioni sulla salute del mare e un’ulteriore diminuzione della pesca. Il pescato già da qualche tempo è in calo ma non è possibile ancora sapere se tale diminuzione dipenda dalle modificazioni della catena trofica o da uno sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche.
Il servizio, come sottolinea la Pinardi, è richiesto da "importanti utenti commerciali che acquisiscono i nostri dati per loro sistemi privati di intervento in caso di incidenti in mare o per pianificare la costruzione delle piattaforme di estrazione dei gas naturali. Oltre a ciò abbiamo compagnie private che utilizzano le nostre previsioni per fornire informazioni in tempo reale alle imbarcazioni".
Per gli studi sulle previsioni, Pinardi ha ricevuto il premio Nansen. «In campo scientifico non è facile vedere riconosciuti i risultati di una ricerca che ha condotto a un sistema operativo, quasi sempre sono privilegiati i risultati teorici», commenta la docente. «I fondi europei non ci sono mai mancati, non ho avuto i problemi che hanno altri ricercatori italiani». Il sistema è in grado di fornire, grazie ai satelliti, dati scientifici di alta qualità per controllare lo stato di salute del mare, per rendere più sicuro il trasporto marittimo, ma anche seguire le macchie di petrolio odi altri inquinanti versati dalle navi, in caso di disastri ambientali, prima che raggiungano le coste», si legge in un’intervista rilasciata alle pagini locali di Bologna di Repubblica.
«Per le previsioni lavorano circa venti persone, la soddisfazione è di aver creato un modello avanzato per il Mediterraneo, un prototipo che nei prossimi due anni svilupperemo su tutto l'oceano. In questo caso la ricerca ha usato la scienza, nei suoi livelli più alti, per produrre qualcosa di utile alla società», si legge sempre nell’intervista.


 
 
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