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La Protezione Civile nel Lazio

Archivio > Aprile 2008 > Protezione civile e volontariato

C.I.P. n. 4 - PROTEZIONE CIVILE E VOLONTARIATO

La Protezione Civile nel Lazio
Verso una nuova normativa regionale
Daniele Camilli
(Associazione La Scossa)

Definire gli aspetti fondamentali per una nuova legge regionale di Protezione Civile, proponendo un moderno modello di prevenzione, soccorso e solidarietà capace di partecipare alla gestione del territorio e alle sue emergenze con cultura e professionalità nuove. È questo l’obiettivo del Convegno La Protezione Civile nel Lazio. Verso una nuova normativa regionale, organizzato a Roma lo scorso 23 febbraio, presso il Cinema Capranichetta, dall’Associazione Culturale La Scossa e il Centro Alfredo Rampi. All’iniziativa hanno partecipato Piero Marrazzo, Presidente della Regione Lazio, Maurizio Pucci, Direttore della Direzione di Protezione Civile della Regione Lazio, Daniela Valentini, Presidente dell’Associazione La Scossa, e Franca Rampi, Presidente del Centro Alfredo Rampi.


il Presidente Piero Marrazzo, Regione Lazio, apre i lavori del Convegno

"La Protezione Civile svolge un’attività fondamentale che con il suo operato quotidiano garantisce la qualità della vita delle persone – ha detto la Valentini – È inoltre una delle più alte espressioni di solidarietà sociale. Vive infatti del lavoro di migliaia di volontari in tutta la regione; donne e uomini che tutti i giorni lavorano al servizio degli altri con passione, impegno e grande professionalità".
In tutto il Lazio, sono infatti oltre 18 mila i volontari della Protezione civile, impegnati in 181 organizzazioni di volontariato e 96 gruppi comunali. E solo nel 2007 sono stati realizzati 718 interventi, avendo a disposizione più di 3 mila tra apparecchiature e mezzi. Tra i volontari si riscontrano infine molte specializzazioni, ben 152 tra medici, psicologi, infermieri, biologi, geologi, cardio rianimatori ed esperti di ogni genere.
"Ed è per queste ragioni – ha poi aggiunto il Presidente de La Scossa – che è importante riscrivere le regole della Protezione Civile del Lazio e svolgere, come regione, un ruolo anticipatore sul piano nazionale come è già avvenuto con la Legge del 1985". Dello stesso avviso il Presidente Marrazzo secondo il quale "è necessario un aggiornamento legislativo. Ma per scrivere buone leggi è necessario andare all’esperienza degli operatori del settore. La Protezione Civile è custode di valori; i valori della solidarietà e della sussidiarietà".


i partecipanti al Convegno

La giornata, frutto di un lavoro di squadra tra l’Associazione La Scossa e il Centro Alfredo Rampi, che ha portato alla raccolta e allo studio di tutta la legislazione in materia e all’analisi dettagliata dei dati a disposizione, è stata aperta da una sessione plenaria dove, assieme alle istituzioni, hanno partecipato volontari e addetti ai lavori. Il convegno è proseguito poi nel pomeriggio con tre seminari di lavoro che hanno affrontato nello specifico i temi di riforma dell’attuale legislazione regionale concentrandosi sulle strutture e i soggetti coinvolti (Area 1), la formazione e l’aggiornamento degli operatori (Area 2), la programmazione e la pianificazione delle attività di protezione civile (Area 3).
"Il mio augurio – ha concluso la Rampi – è che dai gruppi di lavoro arrivino delle proposte utili per realizzare quei compiti e quelle azioni di cui sentiamo fortemente la mancanza. Il nostro impegno non terminerà qui – ha evidenziato – Vogliamo infatti istituire un Osservatorio Permanente, il cui scopo sarà quello di monitorare ciò che farà la Regione Lazio in termini di Protezione Civile ed ottenere che quanto oggi verrà proposto venga accolto dagli organi competenti".
Un impegno che va dunque avanti e proseguirà con la consegna dei risultati dei lavori svolti dai tre gruppi di lavoro al Presidente della Regione, alle Commissioni regionali interessate e ai responsabili degli uffici di Protezione Civile degli Enti locali coinvolti.


report e conclusione delle aree di lavoro




REPORT GRUPPO DI LAVORO "AREA 1"
LE STRUTTURE E I SOGGETTI COINVOLTI NELL’ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE ED IL LORO RUOLO.

Sebastiano Gissara

Premesso che, in generale, il Gruppo di lavoro dell’Area 1:

  •  ha ritenuto ancora validi (anche a distanza di oltre venti anni) i contenuti e l’impianto generale della Legge della Regione Lazio concernente la protezione civile (L.R. n. 37 del 1985 e successive modificazioni ed integrazioni)

  •  ha considerato negativamente l’attuazione solo parziale della legge regionale ed, in particolare, dell’art.3 ("Collaborazione e partecipazione"), degli artt.4, 5 e 6 ("Piano regionale pluriennale di protezione civile"), degli artt. 7, 8 e 9 ("Piani annuali di attuazione"), degli artt. 11 e 12 ("Attività informativa" e "di preparazione ed aggiornamento professionale") e dell’art. 29-bis ("Norma transitoria")

  •  ha considerato opportuna ed urgente la piena applicazione della legge vigente, in attesa di eventuali integrazioni e di ulteriori norme di attuazione

  •  ha rilevato un rinnovato impegno della Regione Lazio in materia di protezione civile.

Per quanto concerne le tematiche specifiche, il Gruppo di lavoro dell’Area 1:

  •  considera positivamente l’emanazione nell’ottobre 2006 delle "Linee guida per lo sviluppo di un Sistema Integrato di Protezione Civile" ed il maggior coinvolgimento, da parte dell’attuale Direzione Regionale della Protezione Civile, dei soggetti e delle strutture di protezione civile presenti nella regione

  •  ritiene importante sottolineare la necessità di operare la distinzione (anche se per gli addetti ai lavori risulta spesso ovvia) fra la denominazione "Protezione Civile" intesa come "sistema" (che coinvolge ed include tutte le strutture e soggetti che direttamente ed indirettamente partecipano alle attività di previsione, prevenzione, preparazione, soccorso e ripristino della normalità) e "Protezione Civile" intesa come "struttura di servizio" (ufficio di, dipartimento della, servizio di), con funzioni di coordinamento intersettoriale ed interistituzionale, ai vari livelli di competenza

  •  considera necessario che per lo sviluppo del Sistema Integrato di Protezione Civile della Regione Lazio vengano individuati preliminarmente i soggetti e le strutture, pubbliche e private, che ne fanno parte, definite le relazioni, le interconnessioni e le interdipendenze tra le varie componenti, le funzioni da loro svolte, le modalità di partecipazione al sistema stesso, nonché i modelli di intervento coordinato, in tutte le fasi delle attività di protezione civile ed, in particolare, nella fase di soccorso

  •  suggerisce la disarticolazione dell’analisi del territorio per tipologie di "rischi", privilegiando la componente "prevenzione"

  •  suggerisce per la "prevenzione" un approccio "unitario" e coordinato, che superi l’attuale forte distinzione fra prevenzione passiva (opere di presidio, …) e prevenzione attiva (monitoraggio del territorio, piani di emergenza e preparazione all’emergenza). E’ opportuno che la difesa del suolo e la pianificazione e preparazione all’emergenza risultino come due facce della stessa medaglia, la "prevenzione", e che le stesse vengano prese in considerazione in maniera sistemica e coordinata

  •  suggerisce, in termini pratici, che quando con le opere di presidio non si riesce ad eliminare in maniera completa il rischio, la "risposta" passiva ed attiva vengano trattate unitariamente, bilanciando adeguatamente la quota parte di risorse da destinare alla prevenzione "passiva" (opere di presidio) e la quota parte da destinare alla prevenzione "attiva" (preparazione all’emergenza), necessaria a coprire il margine di rischio lasciato scoperto dalla prima

  •  ha sottolineato l’importanza della natura "vincolistica" dei piani regionali di protezione civile e l’opportunità che l’art. 9 della legge regionale ("Vincolo dei piani regionali di protezione civile") venga pienamente attuato

  •  ha raccomandato la necessità di coinvolgere tutte le strutture e i soggetti coinvolti nel Sistema Regionale di Protezione Civile, affiancando al "Comitato per il coordinamento degli interventi regionali in materia di protezione civile" (artt. 14 e 15 della l.r. 37/85) e alla "Commissione tecnico-scientifica per gli interventi in materia di protezione civile" (art. 16 della l.r. 37/85), una "Consulta Regionale di Protezione Civile" o un "Comitato" regionale, che assicuri la partecipazione dei soggetti pubblici e privati del sistema regionale di p.c., e dia obbligatoriamente un parere sui Piani pluriennali ed annuali di P.C., in fase di approvazione.

Per quanto concerne, infine, gli aspetti citati ai precedenti punti 9 e 10 (approccio unitario e coordinato in tema di prevenzione), il Gruppo di lavoro:
concorda con quanto contenuto nelle "Linee guida per lo sviluppo di un Sistema Integrato di Protezione Civile" (ottobre 2006) della Regione Lazio, che evidenziano come: «Finora si è sovente adottato un approccio a "silos", secondo il quale le singole aree di attività (gestione rischi, gestione crisi, sicurezza, ecc.) o le singole aree organizzative venivano gestite in maniera separata tra di loro, con poche/nulle attività di coordinamento. Tale modo di procedere si è rilevato poco efficace. I singoli soggetti con responsabilità sulle diverse aree di attività, hanno sviluppato la propria materia secondo quanto prescritto a livello normativo, senza preoccuparsi dell’efficacia complessiva dell’intero sistema; una ottimizzazione settoriale non necessariamente crea un sistema ottimale. (…) Si rende necessario procedere ad un approccio che integri le diverse competenze strategiche. Integrare significa innanzitutto (e principalmente) creare e gestire processi di coordinamento tra i diversi soggetti coinvolti nelle varie aree di attività. Comporta, ad esempio, la creazione di legami tra Protezione Civile e Forze di Polizia, Sanità, Difesa del Suolo, Trasporti, ecc. Tali rapporti sono tutti, allo stato attuale, da implementare. (...) È fermo convincimento della Direzione Regionale Protezione Civile creare un "Sistema Integrato di Protezione Civile", intendendo con questo un insieme di soggetti pubblici (con particolare riferimento alle autonomie locali) e privati e di legami tra questi, capaci nel complesso di garantire una risposta integrata alle varie fasi del processo di gestione crisi e, quindi, in ultima analisi, una maggiore efficacia delle azioni di preparazione alla crisi, risposta e ripristino delle normali condizioni. Tra tali soggetti si devono instaurare relazioni che vengono a configurarsi non solo come "mutuo soccorso", dell’uno rispetto all’altro, nel momento del bisogno, ma piuttosto solide ed integrate relazioni di coordinamento, sia nel pre e post emergenza che durante la stessa.».




GRUPPO DI LAVORO "AREA 2"
LA FORMAZIONE E L’AGGIORNAMENTO TEORICO-PRATICO DEGLI OPERATORI DI P.C.
Rita Di Iorio

Premesso che, in generale, il Gruppo di lavoro dell’Area 2:

  • ha esaminato accuratamente gli artt. 11, 12, 25, 26, 27 e 28 della Legge Regionale 37 del 1985 ha ritenuto i principi fondanti decisamente attuali, anche a distanza di oltre venti anni,

  • ha esaminato e condiviso i contenuti dell’art. 134 della Legge regionale 14 del 1999,

  • ha ritenuto insufficienti le attività svolte, negli anni passati, dall’Amministrazione Regionale nell’attuazione dei dettami delle norme su citate,

  • ha considerato opportuna ed urgente la piena applicazione della legge vigente, in attesa di eventuali integrazioni e di ulteriori norme di attuazione

  • ha rilevato un rinnovato impegno della Regione Lazio in materia di protezione civile.

La discussione che ha animato il Gruppo di lavoro dell’Area 2 si è imperniata sulle tematiche relative alla formazione e l’aggiornamento teorico-pratico degli Operatori di P.C. Dal confronto è emerso che sono necessarie, nella piena attuazione della norma vigente ed in attesa di eventuali integrazioni o di ulteriori norme regolamentari, le seguenti indicazioni:

  • chiara definizione dei profili e delle competenze che dovrebbero rappresentare il bagaglio professionale di un operatore di P.C. (funzionario, volontario, operatore del soccorso istituzionale)

  • attribuzione di una identità riconoscibile e di un idoneo livello professionale per l’operatore volontario al fine di rispondere al meglio alle richieste che provengono dagli Enti,

  • organizzazione di corsi di formazione, addestramento e preparazione finalizzati alla migliore organizzazione, non solo in occasione di emergenze ma anche per le attività di prevenzione, presidio e monitoraggio del territorio e delle situazioni a rischio, degli operatori di PC

  • erogazione di un’offerta formativa (formazione, addestramento, aggiornamento) dalla Regione Lazio nel campo della P.C. sufficientemente articolata e quantitativamente adeguata, che possa mettere in campo sia nella prevenzione, presidio, soccorso tecnico-psicologico-sanitario, operatori con comprovato possesso delle capacità per svolgere il ruolo di operatore di P.C. e con omogenea preparazione (quale garanzia  di professionalità)

  • riconoscimento della figura professionale, presso le pubbliche amministrazioni, dell’operatore di protezione civile ed istituzione di iter formativi dedicati


Pertanto, riconoscendo nei dettami di quanto indicato nelle "Linee guida per lo sviluppo di un Sistema Integrato di Protezione Civile", emanate nell’ottobre 2006, la chiara volontà, da parte dell’attuale Direzione Regionale della Protezione Civile, di assicurare un più ampio coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e delle strutture di protezione civile presenti nella regione Lazio, si propone

  • La costituzione di una Commissione, con rappresentanti autorevoli nella formazione appartenenti a Enti pubblici, Enti scientifici e Associazioni del settore, per definire standard formativi, competenze degli operatori, contenuti della formazione, la verifica che tale formazione venga espletata dagli Enti deputati

  • L’organizzazione del volontariato per assicurare un salto di qualità, anche attraverso una forma di riconoscimento che passi attraverso una continua e capillare formazione, tecnica, logistica, psico-comportamentale. L’operatore di protezione civile è portatore di valori, legalità, solidarietà, cittadinanza attiva, cultura della sicurezza, ossia rappresenta per la società sia a livello preventivo che nel soccorso un aiuto prezioso per la popolazione ed un sostegno complementare delle amministrazioni preposte.

  • Lo sviluppo di piani di formazione regionali ad hoc nell’ambito dei piani regionali di aggiornamento professionale




GRUPPO DI LAVORO "AREA 3"
PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ E RISORSE DISPONIBILI
Giorgio Coppola


Il gruppo di lavoro "Area 3" ha discusso circa la possibilità di dare inizio ad una importante esperienza che potrebbe consentire una grande apertura nei confronti della comunità, alle cittadine ed ai cittadini, di sperimentare un processo di partecipazione per la costituzione del Sistema Regionale di protezione civile. E’ ferma convinzione del gruppo di lavoro che la "Partecipazione è forma e sostanza, metodo e merito". Lo scambio di opinioni, la possibilità di manifestare le proprie idee e di ascoltare quelle di chi è direttamente interessato sono cose importanti per la salute della democrazia, importanti sia per i cittadini che per chi ha il compito di governare.
Si chiede, inoltre, di confrontarsi su aree tematiche specifiche, di discutere e dare priorità alle diverse proposte. Si immagina che uno strumento realmente efficace potrebbe essere rappresentato da un organismo quale un "Comitato di Coordinamento" che possa fornire pareri preventivi, non vincolanti, ma obbligatori.
Un organismo che funga da supporto alla struttura amministrativa regionale tanto nella definizione delle strategie, delle politiche, quanto negli impegni di spesa. Un Comitato aperto a tutte le parti sociali, Pubblico e Privato, a tutti gli attori del sistema di protezione civile.

La legge regionale del Lazio n.37 del 1985 individuava, già venti anni or sono, una procedura di confronto e partecipazione per la piena condivisione delle iniziative di costituzione del Sistema di protezione civile.
E con gli articoli 6, 7 ed 8, la legge regionale dava chiare indicazioni sulla programmazione e pianificazione in materia di protezione civile.
Il Gruppo di lavoro, anche condividendo quanto espresso di recente dalla Delibera della Giunta Regionale n.652 del 2006, in cui sono state emanate le linee guida del "Sistema Integrato di Protezione Civile", ritiene opportuno:

  • programmare e pianificare le singole attività necessarie (anche in termini di previsione, prevenzione e, soprattutto, di preparazione all’emergenza),

  • definire quali siano i risultati possibilmente attesi, quali risorse (umane, materiali e finanziarie) siano necessarie, quali le fonti di finanziamento, quali i condizionamenti ("colli di bottiglia") interni ed esterni e quali gli indicatori per il monitoraggio.


Per far ciò, è fondamentale che:

  • venga adottata una metodologia condivisa per la definizione del Piano e delle componenti organizzative ed operative ad esso collegate, per il monitoraggio in fase di attuazione e per il suo aggiornamento.

  • venga affermata l’inadeguatezza, soprattutto nella realtà del Lazio, del concetto di livello "comunale" della Protezione Civile, riferito, indistintamente, a tutti i "Comuni", senza tenere conto, in particolare per quanto riguarda la Città Metropolitana di Roma, di varie tipologie e complessità territoriali, sia in termini di popolazione residente, sia in termini di estensione territoriale, di localizzazione, di pericolosità rilevabili, di vie di accesso, di distanze dai servizi territoriali, di tempi di percorrenza, di popolazione fluttuante, ecc.;

  • vengano definiti, al posto del livello "comunale", livelli "locali" più omogenei (unioni di piccoli comuni, articolazioni sub-metropolitane, ecc.), che riescano a tenere meglio in conto le risorse territoriali disponibili, l’ottimizzazione del loro impiego, l’articolazione e l’efficienza delle componenti organizzative ed operative, le sinergie fra le diverse realtà italiane, comunali e metropolitane, l’efficacia delle risposte.

  • venga inserito, nell’ambito dell’articolazione del complessivo Sistema integrato di Protezione Civile nazionale, un livello "metropolitano", che tenendo anche conto di quanto riportato all’art. 6 della legge regionale 14 del 1999 in materia di Città Metropolitane, possa assumere come livello "locale" quello delle sue articolazioni politico amministrative (Municipi, Circoscrizioni, …), considerate, a seconda dei casi, singolarmente o come aggregazione.

  • sia opportuno affrontare, approfondire e ribadire, come già espresso all’art.9 della vigente norma del Lazio n.37 del 1985, gli aspetti concernenti il regime "vincolistico" a livello di pianificazione territoriale, eventualmente derivante dall’adozione ed approvazione dei piani comunali di protezione civile.


Per quanto attiene le risorse economiche, è convinzione del Gruppo di lavoro che

  • per quanto concerne il Fondo regionale di Protezione Civile (istituito dalla Legge 388 del 23 dicembre 2000, art. 138, comma 16), sia necessario definire criteri e modalità di utilizzazione e ripartizione della parte del Fondo stesso destinato a potenziare il sistema di protezione civile della regioni e degli enti locali.

  • è opportuno ripartire le risorse disponibili sulla base di un’individuazione partecipata delle esigenze, di una pianificazione pluriennale delle attività, di una definizione condivisa delle priorità, anche come indicato all’art.3 comma 1 lettera f) della legge regionale n.14 del 1999;

  • è opportuno chiarire quali altre fonti di finanziamento (difesa del suolo, lotta agli incendi boschivi, fondo di solidarietà dell’UE, finanziamenti e contributi comunitari, oneri di urbanizzazione, formazione professionale, ecc.) possano o debbano essere utilizzate in maniera coordinata e concertata, ai fini della riduzione dei rischi e della preparazione delle risposte;

  • è necessario inserire nell’ambito delle opere di urbanizzazione (primaria e/o secondaria) anche le opere di "protezione civile" (alcune regioni le prevedono già adesso) e definire quali opere siano da considerare di "protezione civile" (aree di emergenza, vie di fuga, segnaletica di emergenza, cartellonistica, ecc.);

  • è opportuno stabilire per legge la possibilità di destinare quota parte delle risorse economiche del bilancio comunale ad un Fondo di Protezione Civile comunale, da utilizzare per le emergenze e/o per il rafforzamento dei sistemi locali di protezione civile, e/o per il cofinanziamento di attività intraprese congiuntamente e/o in collaborazione con altri enti locali, regionali, nazionali, europei;

  • è opportuno stabilire che le risorse economiche impiegate in attività di protezione civile restino fuori dai limiti derivanti dal "Patto di Stabilità".


 
 
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