L’esercitazione: la palestra dei soccorritori in emergenza - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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L’esercitazione: la palestra dei soccorritori in emergenza

Archivio > Dicembre 2007 > Formazione e scuola

C.I.P. n. 3 - FORMAZIONE E SCUOLA

L’ESERCITAZIONE - LA PALESTRA DEI SOCCORRITORI IN EMERGENZA
Importanza delle esperienze in campo
Gabriella Mosca

(Psicologa di PSIC-AR, esperta in psicologia dell’emergenza e giuridica)

Le grandi catastrofi naturali, i disastri aerei o ferroviari, gli atti di terrorismo, che danno origine a quelle che vengono definite maxi-emergenze, oltre a mettere in pericolo la salute, la vita e le proprietà delle persone, mettono a dura prova i sistemi di soccorso che si trovano ad operare in scenari complessi, per questo è fondamentale essere pronti ad affrontare un disastro, disponendo di soluzioni organizzative efficaci e di operatori preparati.
I dolorosi apprendimenti sviluppati a seguito di molte tragedie, hanno rinforzato il desiderio di non arrivare impreparati a fronteggiare gli eventi. La tragedia di Vermicino ha dato impulso ad alcuni cambiamenti nelle strutture organizzative dei soccorsi e addirittura alla creazione del Ministero della Protezione Civile da parte del Presidente Pertini. I soccorritori, così come le vittime, i parenti, i superstiti, entrano in gioco, nei momenti più critici delle emergenze, quelli in cui i disastri si realizzano, attraverso il decisivo contributo dei loro processi percettivi, emotivi, cognitivi. In questi contesti il più delle volte c’è uno scarto tra risorse disponibili e quelle richieste; l’esposizione a stressor intensi si collega alle implicazioni potenzialmente dannose per le capacità d’adattamento sia delle vittime che dei soccorritori. Gran parte delle fatiche individuali e collettive che si sviluppano in situazioni d’emergenza possono, però, essere ridotte da un’adeguata preparazione di tutti gli attori coinvolti.

La consapevolezza di sapere cosa fare in caso d’emergenza, si rivela spesso come un fattore decisivo per diminuire lo stress e attivare adeguate strategie di fronteggiamento dei pericoli. Tutti i processi formativi dunque devono essere pensati come risorsa primaria per il rinforzo delle capacità di prevenire e rispondere alle situazioni di crisi. Attraverso le simulazioni si cerca di ricreare una realtà per poter disporre di laboratori sperimentali che aiutino i soccorritori a mettere in pratica le teorie. È fondamentale per un soccorritore formarsi sia sul piano teorico, sia favorire la sperimentazione dei comportamenti più idonei ad affrontare e superare ogni possibile emergenza. Lo sviluppo di queste capacità, richiede la creazione di spazi formativi che siano realistici, dato che non basta immaginare quel complesso di reazioni psicologiche innescate dal trovarsi di fronte a vere persone ferite e traumatizzate.

L’esercitazione,
deve essere in grado di ricreare situazioni diverse di stress operativo. La procedura di de-briefing in cui si rielabora quanto accaduto esaminando fatti, pensieri, emozioni, segue sempre le simulazioni e fornisce un feed-back ai soccorritori impegnati, in modo da trasformare la simulazione stessa in una esperienza di apprendimento, superando i limiti dell’esercitazione di routine. Le simulazioni che periodicamente effettuano i professionisti di questo settore consentono agli operatori oltre che di verificare l’impatto emozionale, che comporta sempre il soccorrere le vittime di un disastro, anche di valutare le proprie capacità di fronteggiare la situazione (coping), mediante l’impiego di appropriate metodiche. Nel tentativo di controllare o di modificare una situazione stressante vengono messe in atto delle strategie di fronteggiamento:
Coping cognitivo (centrato sul problema),
Coping emotivo (centrato sulle emozioni),
Coping integrato(centrato sulle emozioni e sul problema ).
Effettuare delle simulazioni di emergenza è fondamentale anche per programmare un piano di emergenza che garantisca l’efficienza dei mezzi di soccorso.


 
 
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