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PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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Hai paura della paura?

Archivio > Dicembre 2007 > Formazione e scuola

C.I.P. n. 3 - FORMAZIONE E SCUOLA

HAI PAURA DELLA PAURA?
La protezione civile entra nelle scuole e la psicologia dell’emergenza scende in campo durante la giornata della sicurezza ad avezzano
Chiara Budini
(Dott.ssa in Psicologia dell’Educazione e in Psicologia del Benessere nel Corso di Vita)

La Giornata della Sicurezza ad Avezzano ha coinvolto tante associazioni che si occupano di sicurezza e ha visto la partecipazione di oltre 3000 bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie.
I ragazzi accompagnati dagli insegnanti potevano visitare gli stand allestiti dai Vigili del Fuoco, dalla Croce Rossa, del 118 , dalla Protezione Civile, dal Centro Alfredo Rampi, da PSIC-AR e vedere all’opera i diversi operatori, provando anche a utilizzare alcuni loro strumenti. Volontari esperti hanno fatto provare ai bambini come si usa un estintore, hanno fatto loro vedere cosa contiene un’ambulanza e per quale tipo di soccorso; di particolare interesse è stata anche la simulazione BLS su un manichino.


operatori della Croce Verde illustrano la sequenza BLS ai bambini


Negli stand dell’INAIL e dell’Università di Tor Vergata è  stato distribuito materiale informativo sulla sicurezza a scuola e sul lavoro, in conformità con una grande campagna informativa di prevenzione. Erano allestiti anche dei punti multimediali in cui veniva proposto ai ragazzi un filmato e un interessante videogioco finalizzati a riconoscere ed evitare i rischi inutili in casa.




stand dell’Università di Tor Vergata



Un tale dispiegamento di forze della Protezione Civile a favore delle scuole dimostra l’importanza che la Protezione Civile stessa attribuisce alla diffusione di una cultura della sicurezza, all’educazione alla prevenzione e al volontariato. La massiccia adesione delle scuole è un segnale importante della condivisione di tali valori nel mondo dell’istruzione. È importante che i bambini fin dalle scuole elementari conoscano la realtà della Protezione Civile, gli adulti per lo più volontari che si impegnano per mantenere sicuro il nostro ambiente, che si preparano come veri professionisti per intervenire in caso di pericolo. È fondamentale che questo incontro sia l’occasione per iniziare a parlare di prevenzione: un intervento di Protezione Civile che può fare chiunque, anche e soprattutto un bambino, individuando potenziali rischi, richiedendo l’intervento degli adulti, evitando condotte pericolose.
Nello stand del Centro Alfredo Rampi e PSIC-AR ( psicologi delle emergenze)   abbiamo voluto far conoscere ai bambini come si può affrontare l’emergenza in prima persona, visto che  la sopravvivenza dipende dalla risposta immediata che la persona stessa riesce a dare  nei primi momenti. Il fattore principale che determina la sopravvivenza, è ormai scientificamente provato, è quello psicologico.
"Hai paura della paura?" è la provocazione con la quale abbiamo accolto i ragazzi che si avvicinavano al nostro stand ( circa 3.000): in caso di emergenza, di pericolo sappiamo che la prima emozione che proviamo e la paura, la paura è una emozione che ti avverte, ti tiene in allerta e attiva il tuo corpo perché tu possa prontamente rispondere in maniera adattiva.
La gestione .quindi , delle prime emozioni di all’erta permette  la nostra risoluzione dell’emergenza. Con i ragazzi abbiamo fatto una serie di giochi che hanno fatto provare loro sensazioni di ansia,  reazioni fisiologiche simili a quelle che scaturiscono di fronte ad una situazione di pericolo.






stand del Centro Alfredo Rampi


Proviamo a immaginare una situazione pericolosa ed ecco la paura: Il cuore accelera il battito, il respiro si fa corto e veloce, le mani tremano e sudano. Il corpo si sta preparando istintivamente alla fuga; il cervello rischia di lasciarsi sopraffare a scapito di un’analisi adeguata della situazione, a scapito della scelta giusta da fare per salvarci. I bambini si sentono allora disarmati. Se qualcuno chiede loro di calmarsi il corpo non risponde. Come fare?
Lo strumento che in pochi minuti abbiamo accennato ai bambini è molto semplice: un respiro profondo, più di uno se serve. E un "pensiero felice", l’immagine di un posto in cui ci si sente al sicuro: le braccia del papà, la cameretta, la mamma. Il corpo si rilassa, la mente torna a pensare con lucidità: la paura si può gestire, non fa più paura.
Da 26 anni il Centro Rampi si occupa della formazione alla gestione del rischio ambientale  da parte dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti svolgendo attività in classe, corsi di formazione per gli insegnanti, pubblicando Kit didattici ( reperibili presso l’Associazione).




una psicologa del Centro Rampi insegna ai bambini come gestire le reazioni fisiologiche della paura


L’efficacia di questi due gesti dipende dall’abitudine: ricorrendo al respiro profondo e al pensiero felice ogni volta che si propone una situazione stressante anche di lieve entità si favorisce l’automatizzazione dell’azione. In caso di pericolo il bambino potrebbe riuscire a ricorrere automaticamente all’utilizzo del respiro e dell’immagine.
Le applicazioni immediate dell’esercizio sono molteplici. In una classe l’insegnante potrebbe proporre l’esercizio prima di ogni interrogazione. Un beneficio analogo potrebbe trarlo una squadra sportiva prima di una partita. Può essere solo un gioco, poi una sana abitudine e sperando che non serva mai, un’importante via di fuga.

Questa manifestazione ha contribuito a far entrare la Protezione Civile nelle scuole e nelle classi e attraverso l’esperienza dei bambini farla arrivare alle loro famiglie.



bambini e insegnanti osservano una simulazione di soccorso dei VVFF






 
 
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