L’alluvione nel Gargano del settembre 2014 - Conosco Imparo Prevengo

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L’alluvione nel Gargano del settembre 2014

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C.I.P. n. 24 - TERRITORIO

L’ALLUVIONE NEL GARGANO, SETTEMBRE 2014
di Giovanni Maria Di Buduo
Geologo

Nei giorni compresi tra l’1 e il 7 settembre 2014, l’area del Gargano è stata soggetta ad intense e prolungate precipitazioni; forti temporali stazionari (autorigeneranti) su gran parte della Puglia centro-settentrionale hanno portato ad una quantità di pioggia notevolmente superiore alle medie del periodo  e in alcuni comuni mai registrata. Nella prima settimana di settembre la pioggia cumulata ha raggiunto valori in alcuni casi paragonabili alla piovosità media annuale, che è compresa tra i 435 mm a Manfredonia e i 1110 mm nella Riserva Naturale Foresta Umbra (all'interno del Parco Nazionale del Gargano).
I valori massimi di precipitazione sono stati (fig. 1):

640 mm alla stazione di San Giovanni Rotondo (circa il 75% della precipitazione media annua);
544 mm alla stazione di San Marco in Lamis (244 mm solo il 3 settembre, circa il 30% della precipitazione media annua);
393 mm alla stazione di Cagnano Varano (234 mm solo il 4 settembre, circa il 30% della precipitazione media annua);
351 mm alla stazione Vico del Gargano (circa il 42% della precipitazione media annua).


Fig. 1 - Accumuli complessivi del periodo 1-6 settembre 2014 (meteogargano.org)


Le esondazioni dei corsi d’acqua e i movimenti di versante (crolli di scarpate e flussi di detrito) hanno causato, oltre a due vittime, danni ingenti alla viabilità, a molte case e alla rete ferroviaria, allagamenti, l’accumulo di sedimenti ad opera della acque esondate, l’asportazione di ingenti volumi di sabbia delle spiagge in corrispondenza delle foci torrentizie e l’evacuazione di alcune frazioni. I comuni maggiormente colpiti sono stati: S. Marco in Lamis, Peschici, S. Giovanni Rotondo, Vico del Gargano, Carpino, Vieste, Rodi Garganico.


Fig. 2 – Gli eventi alluvionali nella zona di Peschici (meteogargano.org)

I danni causati sono ascrivibili in parte a cause naturali, consistenti nei valori record di precipitazione, e in parte a cause antropiche, poiché gli effetti delle ingenti quantità di acqua defluite nelle aste fluviali e torrentizie sono state amplificate dal mancato rispetto delle aree di deflusso naturali delle acque, soprattutto nelle zone costiere di cui alcune fortemente urbanizzate.
Ad ovest di Peschici (settore settentrionale del Gargano) sono presenti due torrenti, il Chianara e l’Ulso (fig. 1, 2 e 3), che drenano un bacino idrografico di circa 300 ettari, di cui circa l’80% è boscato (fig. 4), e la cui pianura alluvionale non è – finora - classificata a pericolosità idraulica nel PAI (Piano Assetto Idrogeologico) dell’Autorità di Bacino della Puglia (fig. 5). Molti danni sono quindi imputabili alla inadeguata sistemazione idraulica della pianura alluvionale, dove l’uomo è intervenuto con la realizzazione di case e strade in aree di pertinenza degli alvei torrentizi. Nella zona di foce gli alvei sono stati infatti in parte coperti d’asfalto; la strada costiera e la linea ferroviaria inoltre sono sprovviste di adeguate protezioni e di una idonea canalizzazione dei flussi provenienti da monte.


Fig. 3 – Le foci dei torrenti Chianara e Ulso parzialmente antropizzate (meteoweb.eu)


Fig. 4 – I danni alla foce del torrente Chianara (meteoweb.eu)


Fig. 5 – Confronto tra le aree alluvionate nella zona di Peschici e quelle perimetrate a pericolosità idraulica (meteoweb.eu)


La procura di Foggia ha avviato un’indagine ipotizzando i reati di disastro colposo, omicidio colposo, violazione delle leggi urbanistiche e omissione di atti d’ufficio, per i danni verificatisi a San Marco in Lamis e a Peschici: in particolare, l’indagine accerterà se il naturale deflusso delle acque sia stato ostacolato dalla presenza di opere abusive e/o dalla mancata manutenzione dei canali, e se l’evento meteorologico eccezionale fosse stato previsto e di conseguenza adeguatamente segnalato alle autorità locali di protezione civile, con le dovute iniziative a tutela dell’incolumità pubblica.
Il procuratore Leonardo Leone de Castris ha affermato che "il danno idrogeologico creatosi nelle zone adibite a far defluire i torrenti, le acque e le piogge ha fatto sì che le stesse si trovassero sistematicamente bloccate da costruzioni che hanno aggravato una situazione già di per sé gravissima sotto l’aspetto eccezionale delle precipitazioni".
L’Ente Parco del Gargano e la Procura di Foggia hanno stipulato una convenzione finalizzata alla demolizione delle opere abusive presenti nell’area protetta del promontorio: una quarantina di villette saranno, infatti, abbattute nell’arco di un anno.


Fig. 6 – La zona costiera è stata soggetta, oltre che alle inondazioni, anche a flussi di detriti che hanno portato ad accumuli aventi spessore fino a 2-3 metri (meteoweb.eu)




 
 
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