26 febbraio 2010: Corso di Primo Soccorso - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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26 febbraio 2010: Corso di Primo Soccorso

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C.I.P. n. 10 - FORMAZIONE E SCUOLA
26 FEBBRAIO 2010: CORSO DI PRIMO SOCCORSO
Lucietta Amorosa
Psicologa dell’età evolutiva, Socio Psic-AR

Il 26 febbraio, gli allievi del Corso di Alta Formazione in Psicologia dell’Emergenza "Prevenzione e Gestione delle Emergenze Ambientali e Civili", hanno partecipato al Corso di Primo Soccorso.
Il corso, svolto da Stefano Picone, dipendente della Protezione Civile del Comune di Roma, è stato articolato prevalentemente sulla RIANIMAZIONE DI BASE (O MANOVRE DI RIANIMAZIONE).

   
Stefano Picone. Dimostrazione delle manovre di Rianimazione di base


Innanzitutto Stefano si è soffermato sul concetto di Funzioni Vitali. Osservando una persona la vediamo muoversi, respirare, parlare, ecc…; la sua vita e il suo complesso modo di vivere sono assicurati dalla capacità del suo corpo di svolgere diversi compiti che vengono denominati funzioni.
Le tre funzioni fondamentali per la sopravvivenza stessa dell’organismo sono chiamate Funzioni Vitali e sono: la Funzione Respiratoria, la Funzione Cardiocircolatoria e lo Stato di Coscienza.
Sono, quindi, queste le funzioni che vanno immediatamente salvaguardate dai primi soccorritori che intervengono nelle diverse situazioni di emergenza.
Poi è passato alla descrizione del comportamento da mettere in atto quando ci si trova di fronte ad una persona apparentemente senza vita e cosa fare per soccorrerla.
Prima di soccorrere, una vittima, occorre accertarsi di operare in condizioni di sicurezza ambientale per evitare di mettere a rischio la propria incolumità. Dunque, è fondamentale valutare la presenza di pericoli sul luogo dell’evento: crolli, incendi, ecc…
Successivamente, la prima funzione vitale da controllare sulla vittima è lo stato di coscienza. Per capire questo la scuotiamo per le spalle e la chiamiamo ad alta voce ("Come va?"; "Tutto bene?"); se la persona non si muove e non risponde e non c’è nessuno accanto a lei, è necessario chiamare aiuto per accelerare i soccorsi e immediatamente allertare il 118. Chi allerta la centrale operativa 118 dovrà rispondere a tutte le domande dell’operatore e non dovrà riagganciare fino a quando l’intervista non sarà terminata.
Nel soggetto non cosciente le vie aeree sono ostruite dalla lingua che cade all’indietro a causa del rilasciamento muscolare. La prima cosa da fare, in questo caso, è aprire le vie aeree: si spinge indietro la testa appoggiando una mano sulla fronte e sollevando con due dita dell’altra mano il mento. Mentre si effettua questa manovra si esegue un rapido controllo della cavità orale al fine di rilevare la presenza di eventuali corpi estranei.
Per sapere se la vittima respira, mantenendo il capo del soggetto esteso ed il mento sollevato, si appoggia l’orecchio vicino al suo viso, si osserva se il torace si alza e si abbassa, si ascolta se ci sono rumori respiratori e si sente se si percepisce il passaggio di aria dalla bocca. Questa valutazione (Guarda, Ascolta, Senti) deve essere eseguita per 10 secondi.
In caso di assenza di respiro, ci si posiziona di fianco alla vittima e si pratica la Respirazione Bocca a Bocca: si eseguono due insufflazioni, cioè si inspira e si soffia l’aria dei nostri polmoni nella bocca della persona, tenendole il naso chiuso con una mano, mentre con l’altra si tiene la testa ben distesa all’indietro, osservando che il torace si sollevi. Le due insufflazioni devono essere lente e graduali. E’ opportuno durante la respirazione bocca a bocca utilizzare sistemi di barriera (ad esempio, una maschera tascabile) che evitano di entrare in contatto diretto con la vittima e che, quindi,la trasmissione di eventuali malattie.
A questo punto, dopo aver praticato la respirazione bocca a bocca, bisogna verificare il battito cardiaco, controllando per dieci secondi le pulsazioni dell’arteria carotide nel collo (vicino al Pomo d’Adamo).
Se il battito non è presente, si inizia la Rianimazione Cardio-Polmonare (RCP), ossia il massaggio cardiaco che consente di far circolare il sangue.
Si procede nel seguente modo: con le braccia perpendicolari al torace, si appoggia il palmo di una mano al centro dello sterno della persona, si sovrappone l’altra e si eseguono 30 compressioni della profondità di 4-5 centimetri. Dopo le 30 compressioni si effettuano due insufflazioni della durata di un secondo, controllando che il torace si sollevi. In attesa dei soccorsi sanitari si eseguono quattro serie di RCP e di Respirazione Bocca a Bocca, alternando quindi 30 compressioni e due insufflazioni.
Lo scopo degli interventi sopra descritti, integrati e consecutivi uno all’altro, è di guadagnare tempo affinché l’intervento sanitario successivo possa risultare efficace.
Stefano, in seguito alla spiegazione delle manovre di rianimazione, ci ha illustrato praticamente come si esegue lo spostamento della vittima e la rimozione del casco in caso di incidente stradale.


 

 
Dimostrazione pratica dello spostamento di una vittima e della rimozione del casco in caso di incidente stradale.


Innanzitutto va precisato che quando la persona è cosciente non va mai spostata (eccetto stato di necessità), né deve essere rimosso il casco; in tal caso, ci si limita a restare accanto alla vittima, tranquillizzandola e chiamando i soccorsi. Se, invece, la vittima non è cosciente e deve essere girata perché ad esempio si trova in posizione prona, si procede nel seguente modo: è opportuno essere almeno in tre e lo spostamento deve avvenire in asse, cioè bisogna immaginare una linea (la quale durante i movimenti deve rimanere retta) che parte dalla testa e arriva ai piedi. Pertanto, una persona si posizionerà alla testa della vittima afferrandola con le mani, mentre le altre due persone si metteranno di lato con le braccia incrociate tra loro. Quando colui che si trova alla testa della vittima è pronto, avvisa che conterà fino al tre e al tre i due "aiutanti" inizieranno a tirare la persona verso di sé, seguendo i movimenti di chi è posizionato alla testa.
Per quanto riguarda la rimozione del casco in un soggetto non cosciente, è necessaria la presenza di due persone per attuare correttamente la manovra che va eseguita in posizione supina. Il primo soccorritore si posiziona in ginocchio dietro la testa della vittima e afferra con le mani la base del casco e il mento. Quando è pronto lo comunica al secondo che apre la visiera e sfila la cinghia di chiusura del casco; mette i pollici sotto gli zigomi e con le altre dita afferra il collo e la testa. Nel momento in cui è sicuro che la sua presa è stabile avvisa il primo, il quale lascia la testa, allarga il più possibile il casco e lo sfila inizialmente sopra il naso per liberarlo e poi verso di sé. Una volta rimosso il casco, il primo soccorritore riprende con le mani la testa tenendola in posizione e si procede con la valutazione della respirazione  e del battito cardiaco.
Infine, nell’ultima parte del corso, Stefano ci ha fornito alcune informazioni su come comportarsi in caso di ustioni.
Le ustioni sono lesioni più o meno gravi provocate quando un liquido bollente, un oggetto caldo o incandescente, un gas o un vapore a temperatura elevata vengono a contatto con il nostro corpo. Esse possono essere classificate in tre gradi: ustioni di primo grado (regrediscono rapidamente senza particolari conseguenze), ustioni di secondo grado (guariscono senza cicatrici nell’arco di 7-10 giorni) e ustioni di terzo grado (guariscono lentamente lasciando cicatrici deturpanti e a volte invalidanti). La gravità delle ustioni dipende soprattutto dalla loro estensione: quando l’estensione supera il 20% della superficie corporea nell’adulto o il 12-15 % nel bambino, si ha una vera e propria malattia da ustione che può comportare una grave alterazione della funzione cardiocircolatoria, anche mortale, per la perdita eccessiva di liquidi attraverso le zone ustionate.
Per quanto riguarda gli interventi di primo soccorso in caso di ustioni, è necessario rimuovere gli abiti impregnati di liquidi caldi; se invece sono "attaccati" alla pelle sottostante, non vanno strappati, ma ritagliati (ad es., con le forbici). Le parti ustionate vanno poi lavate con acqua fredda e ricoperte con garze sterili; in attesa dell’intervento medico, nelle ustioni estese va controllata soprattutto la funzione cardiocircolatoria.
Concludendo, posso dire che, dopo aver frequentato il corso, ho capito quanto sia importante diffondere a tutti le nozioni di Primo Soccorso e soprattutto avere la possibilità di esercitarsi praticamente per impadronirsi di una tecnica corretta. Ciò permette, in caso di emergenza, di salvare una vita, intervenendo nei primissimi minuti con le corrette manovre di rianimazione. Inoltre, l’acquisizione di queste nozioni e la capacità di valutare correttamente le situazioni possono evitare falsi allarmismi ed inutili soccorsi precipitosi in caso di non reale pericolo immediato.     


 
 
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