Una lente d’ingrandimento sul mobbing generazionale - Conosco Imparo Prevengo

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Una lente d’ingrandimento sul mobbing generazionale

Archivio > Dicembre 2008 > Sicurezza nei luoghi di lavoro

C.I.P. n. 6 - SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

UNA LENTE DI INGRANDIMANTO SUL MOBBING GENERAZIONALE
Maria Paola Gazzetti
Psicologa, Socio PSICAR

Il mobbing come detto, è un fenomeno sociale che riguarda il contesto lavorativo, una violenza psicologica che non deriva mai da una singola azione. Il contesto aziendale è un contesto conflittuale come sottolinea lo stesso dott. Harald Ege nel suo libro "una tipica azienda italiana è conflittuale". Tale conflittualità anche se non costituisce mobbing, rappresenta un terreno fertile al suo sviluppo (la condizione zero).
Ciò premesso, vorrei soffermarmi su un fenomeno aziendale oggi sempre più frequente che definirei "mobbing generazionale". In questi ultimi anni infatti nelle aziende italiane le persone che vengono emarginate sono generalmente quelle over 40, quelle che hanno un’età tra i 44 e i 55 anni. Il mobbing viene utilizzato come strategia di riduzione del personale e si concretizza nella costante esclusione di tali persone dai processi formativi e di crescita professionale.
I centri d’ascolto mobbing, attivati dai sindacati confermano l’esistenza e l’espansione di questo particolare fenomeno. Ad esempio dai dati raccolti dai centri d’ascolto della Uil, presentati nel corso del convegno "Il mobbing. Il lavoro vessato e insano. Quali soluzioni e quali interventi?" svoltosi a Roma il 29/11/2007, emerge che il 60% dei lavoratori che subiscono azioni di mobbing sono impiegati di sesso maschile, dipendenti pubblici, con un’età compresa tra i 41 e i 50 anni e lavorano da 11- 20 anni nella stessa azienda. Il ‘mobber’, nel 49,8% dei casi, è il datore di lavoro e l’azione mobbizzante più diffusa è l’attacco alla vita professionale (64%). Quasi la metà (48%) delle vittime di Mobbing si trova nella fascia d'età compresa tra i 41 ed i 50 anni, mentre pochissime vittime hanno meno di 30 anni. Il mobbizzato molte volte è quindi una persona che lavora in Azienda da parecchi anni e che si percepisce come "un perdente", non essendo riuscito a prevenire il conflitto e a legittimare i propri spazi.
Nel caso del "mobbing generazionale" le conseguenze del "mobbing"  sul piano psicologico sono ancora più pesanti. Questo discorso è ancora più evidente per una donna che ha famiglia, per la quale essere emarginata nel momento in cui potrebbe dedicare più tempo al lavoro, in quanto i figli sono grandi, costituisce un forte rischio di sviluppo di depressione.
La fascia d'età compresa tra i 41 ed i 50 anni è in ogni caso delicata e ricca di problemi, ci si trova a vivere una trasformazione in quanto si è consapevoli di essere troppo vecchie per ritrovare un lavoro e troppo giovani per la pensione. "Riciclarsi a 45/50 anni non è facile, le stesse inserzioni sui giornali sono piene di limitazioni (max 40/45 anni); per tante aziende italiane dunque gli over 40 sono solo costi da tagliare.
Molte ditte, per esempio, quando puntano sulla dinamicità o almeno vogliono dare questa immagine di sé, tendono a privilegiare i dipendenti giovani a scapito di quelli più maturi. Inoltre esiste un certo pregiudizio secondo cui un dipendente di una certa età non sarebbe in grado di produrre come uno giovane che fra l’altro generalmente soprattutto se al  primo impiego, non ha troppe pretese a livello di trattamento economico.
Quanto detto fa capire come gli effetti psicologici del "mobbing generazionale" siano decisamente pesanti, la persona sa di non avere scelta, di essere un individuo "da rottamare".
Di questi uomini e donne da "rottamare" parla con ironia Gigi Furini in "Volevo solo lavorare", Furini ritrae le anime perse in quella terra di nessuno che va dai 45 anni alla pensione, cercando di reinventarsi tra corsi di lingue, seminari di marketing, dispense di informatica, tante pasticche e molta umiliazione. Un'odissea che spesso parte dal mobbing per finire nella depressione clinica.

Cosa fare
Per far prendere coscienza che il fenomeno mobbing esiste, occorre in primis cercare soluzioni per prevenirlo.

La Psicologia può essere una chiave di lettura per aiutare a individuare e gestire il conflitto e le emozioni a esso legate. Una persona che non riesce a gestire le emozioni è una facile preda. Altre possibili soluzioni per prevenire "il mobbing generazionale"

  • coltivare interessi extra lavorativi che in caso di mobbing possano rappresentare un’alternativa, costituire un fattore motivante per dedicare maggiore tempo all’approfondimento di ciò che interessa.

  • Mantenersi sempre aggiornati tramite processi di autoformazione sulle tematiche oggetto della propria attività in modo da essere sempre competitivi e non farsi trovare impreparati.

  • Mantenersi sempre proattivi evitando atteggiamenti polemici o vittimistici che potrebbero favorire l’adozione della strategia di mobbing.





 
 
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