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Una ferita all’origine

Archivio > Agosto 2012 > Recensioni

C.I.P. n. 17 - RECENSIONI

RECENSIONE
Una ferita all’origine
Michele Grano

Cancrini T., Biondo D.  (2012), Una ferita all’origine. Il trattamento psicoanalitico del bambino traumatizzato, Borla, Roma.

Ad ogni bambino sulla faccia della terra dovrebbero essere garantite le cure necessarie per vivere e crescere in armonia. Cure fisiche e psichiche, calore materiale ed emotivo, nutrimento per il corpo e per la mente, che consentano al piccolo di vivere esperienze positive da custodire nella propria memoria implicita, esperienze vivifiche di fiducia, sicurezza e amore che favoriscano una costruzione equilibrata del senso di sé e dell’altro, esperienze basilari che permettano di avvicinare, esprimere e modulare i propri vissuti.
Cosa accade invece quando un bambino vive precocemente un abbandono, un abuso, una violenza fisica o psicologica, una carenza di attenzione e di cura? Cosa accade al bambino privato dei necessari aspetti amorevoli e accudenti delle relazione primarie? Cosa vive il piccolo che incontra brutalità e violenza o indifferenza e rifiuto proprio dalle figure che invece dovrebbero rappresentare l’affetto e l’accudimento?
Il volume, curato da Tonia Cancrini e Daniele Biondo, si prefigge di rispondere a queste profonde domande, grazie ad un insieme di scritti sulla cura psicanalitica di bambini precocemente feriti e traumatizzati, poiché abbandonati, ignorati, maltrattati. Il risultato è un coro armonico di contributi sulle risorse terapeutiche che aiutano i piccoli pazienti a superare il blocco evolutivo conseguente al trauma e a riprendere contatto con la vita.
"La mancanza d’amore e di affetto fa sentire vuoti, soli, sull’orlo di abisso", afferma Cancrini nell’introduzione. Questa realtà è qualcosa di troppo grande, di devastante, per la psiche infantile; questa ferita all’origine può spegnere le energie vitali del bambino, portandolo alla disperazione e al dolore inavvicinabile, alla desensibilizzazione e alla resa, alla frantumazione
del sé e dell’oggetto, fino alla morte psichica.
Ritorna, come ordito che percorre l’intera trama del libro, la figura del terapeuta come "compagno vivo" che, oltre alle necessarie competenze teoriche e tecniche, è capace di partecipazione affettiva intensa e vivificante, essenziale per far rifiorire gradualmente il deserto affettivo nel quale il piccolo paziente è sprofondato. La ricchezza e il calore dell’incontro terapeutico, caratterizzato da queste tinte di coinvolgimento generoso e autentico, permette di toccare la ferita altrimenti inavvicinabile e incomunicabile e, come scrive Biondo nelle riflessioni conclusive del volume, "promuove nel bambino un’esperienza specifica che prima gli era interdetta: l’esperienza del soffrire il dolore". Il piccolo può permettersi di tornare a vivere le emozioni, grazie alla presenza partecipe ed emotiva dell’adulto che sa accoglierle, comprenderle, dar loro un senso.
È una strada spesso dura e tortuosa, che richiede allo psicologo il coraggio di calarsi nelle emozioni più violente e fare i conti con i vissuti arcaici che suscitano in lui; ma, al contempo è una strada coinvolgente e gratificante (come raccontato dalle testimonianze cariche di vita, commozione, passione e com-passione), l’unica attraverso la quale il terapeuta può donare a chi è stato ferito un "mantello trapunto di stelle" che possa scaldarlo, coccolarlo, proteggerlo dall’angoscia.
Il volume offre una lettura ampia e multifattoriale che tiene conto di tutte le variabili implicate nell’insorgenza, nel mantenimento e nel fronteggiamento del disagio psichico ed emozionale che può segnare un bambino; una panoramica che considera lo sviluppo del piccolo nella sua globalità, con la sua vulnerabilità e la sua fragilità – acuite da ferite primitive e profonde – ma anche con le sue risorse e le sue potenzialità resilienti, promovendo uno sguardo che valorizzi l’interdipendenza e il gioco di equilibri esistente tra tutti questi elementi.
All’interno di questo piccolo e prezioso manuale, il lettore potrà approfondire i temi concettuali e i saperi nodali della psicanalisi infantile, della psicotraumatologia, dell’Infant Research, in maniera viva e coinvolgente, accompagnato dagli autori e dai piccoli pazienti ad entrare nelle loro storie, nelle loro creazioni, nelle trasformazioni vitali realizzate nell’unicità e nella gradualità, nella fatica e nel piacere dell’incontro.


Indice del libro
Tonia Cancrini, Introduzione
Maria Adelaide Lupinacci, L’esperienza del soffrire il dolore. Dalle prime esperienze dolorose viste viste nella osservazione madre-bambino verso la clinica.
Daniele Biondo, Paulo e la ferita delle origini
Francesco Burruini, La bambina della neve tra il prima e il dopo
Mirella Galeota, Comprendere la ferita primaria del transfert e controtransfert nell’analisi di un bambino
Elisabetta Greco, Le mani si incontrano
Marina Parisi, Trasformazioni e narrazioni. Analisi di una bambina deprivata
Carla Busato Barbaglio, Come analisti e genitori affrontano il trauma
Daniele Biondo, Riflessioni sul trattamento psicoanalitico dei bambini traumatizzati





 
 
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