Le conseguenze psicologiche del terremoto e la coscienza del rischio sismico - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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Le conseguenze psicologiche del terremoto e la coscienza del rischio sismico

Archivio > Agosto 2012 > Recensioni

C.I.P. n. 17 - RECENSIONI
RECENSIONE

LE CONSEGUENZE PSICOLOGICHE DEL TERREMOTO E LA COSCIENZA DEL RISCHIO SISMICO
Rita Di Iorio


Longo M., Le conseguenze psicologiche del terremoto e la coscienza del rischio sismico, in "Il terremoto dell'Aquila. Cronaca di un’emergenza" nel giornale della COIRAG: Gruppi- Nella clinica, nelle istituzioni, nella società, vol.XII, n.3, settembre-dicembre 2010.

Ho avuto modo di leggere questo lavoro qualche mese fa e ho pensato di segnalarlo ai lettori in quanto accentua in modo chiaro e interessante quanto risulti fondamentale utilizzare il gruppo come strumento di intervento in una situazione di emergenza.
Il collega Marco Longo (medico, psicoanalista SPI e gruppoanalista APG, il Cerchio e IIPG, Vicepresidente COIRAG, Direttore di Psychomedia.it) riporta, infatti, nel suo scritto: "l'emergenza è un problema soprattutto gruppale e dunque il primo strumento di intervento è il gruppo, comunque declinato".
Continua il collega "per questo si attivano gruppi di bambini...di giovani...di adulti...di anziani...; il tutto con lo scopo di attivare una dimensione gruppale di attività ed operatività collettiva, che possa anche sostenersi nel tempo, divenendo una sorta di situazione allargata di autoaiuto".
Marco Longo approfondisce questi aspetti descrivendo come li ha utilizzati all'interno del suo lungo impegno in Abruzzo, durante e dopo il terremoto del 2009.
Altro aspetto interessante è la descrizione di tipologie diverse di persone e/o di reazioni individuali che Longo ha riscontrato dopo il sisma: persone più "uditive", quelle più "visive", quelle più "propriocettive", le persone "olfattive"  e quelle "tattili". E in base a queste differenziazioni ha scelto di lavorare "utilizzando i gruppi come modalità di accomunamento di questi diversi ricordi, attivando delle situazioni esperienzali in cui ogni persona potesse esporre agli altri la sua" e ascoltare  quella degli altri.
Interessante è anche come Longo partendo, da psicoanalista, dal trauma della nascita giunge alla segnalazione del gruppo come una "una nuova levatrice ancora prima di nuova Matrice di pensiero" per sollevare ognuno dall'oppressione di sensazioni fisse e inelaborabili fantasie ripetitive e aiutarlo nella ripresa.
Ho voluto segnalare tale lavoro perché è in linea con l'importanza che noi, come gruppo di psicologi dell'emergenze Alfredo Rampi abbiamo sempre dato alla dimensione gruppale. Per noi il gruppo rappresenta una dimensione essenziale dell'autoprotezione delle vittime e dei soccorritori, consideriamo la dimensione gruppale come elemento d'integrazione mentale, il gruppo fondamentale per la elaborazione degli aspetti transfero-controtransferali dell'emergenza, la dinamica di gruppo al servizio dei soccorritori.


 
 
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