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Territorio e rifiuti. Quale la soluzione?

Archivio > Agosto2014 > Territorio

C.I.P. n. 23 - TERRITORIO
TERRITORIO E RIFIUTI. QUALE LA SOLUZIONE?

di Sonia Topazio                     

Direttore responsabile CIP


Gabriella Corona e Daniele Fortini sono i due autori, rispettivamente del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Azienda Municipale Ambiente (AMA) di Roma, che hanno da poco dato alle stampe "Rifiuti, una questione non risolta" – un dibattito su emergenze, pericoli, pregiudizi e soluzioni, per i tipi di XL Edizioni.   
Da poche settimane "Legambiente" ha presentato il rapporto ecomafie 2014. Sono 29.274 le infrazioni accertate l’anno scorso, più di tre l’ora e il 15% riguarda proprio i rifiuti. Ne abbiamo parlato con Daniele Fortini, il Presidente dell’AMA.
"La fragilità di trattamento e smaltimento rifiuti in Italia determina delle crepature nelle quali, purtroppo, la malavita organizzata si inserisce", spiega Fortini. "Oggi l'Italia non é in sicurezza in materia di riciclo dei rifiuti. Vorrei ricordare alcune date: Firenze nel 1986, Milano nel 1992, Napoli nel 2007  e ora la Calabria. Quando la pubblica amministrazione non decide e non individua le soluzioni più adeguate per garantire la sicurezza igienica del territorio, nascono purtroppo le emergenze. Quando non si hanno impianti di trattamento e smaltimento, anche la raccolta differenziata resta sulle strade".

Perché i termovalorizzatori fanno così paura alla popolazione?
C'è una ragione antica che ha spaventato molto gli italiani: l'esperienza di Seveso. Parlo dell'esplosione della fabbrica chimica lombarda, dove le abitazioni comprese in alcune zone furono demolite e il primo strato di terreno venne rimosso, oppure penso all'esperienza ultima dell'Ilva. Di conseguenza, l'atteggiamento verso apparati industriali che vengono percepiti come minacciosi non può che insorgere. Quindi, esiste una storia di questa Italia, in cui l'industria pesante e manifatturiera non ha avuto alcuna attenzione per l'ambiente. Se a questo fenomeno aggiungiamo la sfiducia verso una politica poco credibile, è normale che i progetti per gli impianti per recuperare energia dai rifiuti creino pregiudizio.

Quali sono stati i risultati delle interrogazioni parlamentari?
Da quindici anni la commissione bicamerale per il ciclo dei rifiuti lavora in maniera attenta e scrupolosa. Le relazioni della commissione hanno sempre indicato quali fossero le iniziative da intraprendere, ma sono rimaste lettera morta. Le proposte non sono passate in legge.

Dal decreto Ronchi ad oggi cosa é cambiato?
Nel 1997 la raccolta differenziata era un fenomeno quasi spontaneo; con il decreto Ronchi invece il Paese si responsabilizza. Tutto nasce dalla direttiva europea sugli imballaggi nel 1994, la quale sottolineava il recupero della tara e il must che "chi inquina paga". L'Italia ci arriva nel '97 con il decreto Ronchi. Da quel momento si sono costruiti gli impianti di compostaggio, di recupero di materia e di trattamento meccanico biologico delle frazioni differenziate. Così, oggi l'Italia è il primo Paese al mondo che recupera legno, il primo in Europa per quanto riguarda alluminio e vetro, e secondi in Europa nel recupero del cartone.

Perché un industriale evita di seguire un iter legale dello smaltimento rifiuti?
Per l'evasione: chi evade il fisco non può permettersi di dichiarare enormi quantità di rifiuti occulte.





 
 
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