Le avventure che fanno crescere. Anch’io sono la Protezione Civile - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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Le avventure che fanno crescere. Anch’io sono la Protezione Civile

Archivio > Agosto 2011 > Formazione e scuola

C.I.P. n. 14 - FORMAZIONE E SCUOLA

LE AVVENTURE CHE FANNO CRESCERE (Anch’io sono la protezione civile)
Gli Psicologi delle Emergenze PSIC-AR ai campi scuola per ragazzi della Protezione Civile
Maria Teresa Devito* e Michele Grano**
*Psicologa del Lavoro e delle Organizzazioni, Vice Presidente PSIC-AR
**Psicologo dell’Educazione e dell’Età Evolutiva, Socio PSIC-AR

L’Associazione PSIC-AR (Psicologi delle Emergenze - Alfredo Rampi) ha partecipato, nel mese di luglio 2011, ai campi scuola "Anch’io sono la Protezione Civile" dedicati alla formazione dei ragazzi proprio in materia di Protezione Civile.
I campi scuola, gestiti dall’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo (ANVVFC) di Roma, sono stati realizzati in diverse zone del territorio romano:
Ardeatina, il campo è stato gestito dalla delegazione del DIVINO AMORE dell’Associazione ANVVFC, 2 campi scuola della durata di una settimana ognuno;
Castel Fusano, il campo è stato gestito dalla delegazione di OSTIA dell’Associazione ANVVFC, 2 campi scuola della durata di una settimana ognuno;
Castel di Guido, il campo è stato gestito dalla delegazione di Castel di Guido dell’Associazione ANVVFC, 3 campi scuola della durata di una settimana ognuno.

L’intervento del nostro gruppo di psicologi delle emergenze si è articolato in vari momenti della vita dei campi scuola. Abbiamo offerto la nostra presenza al momento dell’accoglienza dei ragazzi durante il primo giorno di ogni campo, fornendo il nostro supporto ai volontari nell’organizzazione delle attività iniziali e nella gestione del gruppo. Abbiamo lavorato soprattutto sulla coesione dei ragazzi, attraverso la proposta di attività ludiche e dinamiche di gruppo che favorissero la socialità e la conoscenza reciproca. Si è incentivata, inoltre, l’elaborazione di regole condivise da seguire per una convivenza serena e collaborativa tra tutti i partecipanti al campo.
Consapevoli che per bambini e ragazzi il gioco è - potremmo dire - la cosa più seria che esiste, abbiamo basato i nostri interventi sulla proposta di attività ricreative e divertenti. Il gioco rappresenta il migliore strumento per favorire l’acquisizione di concetti e abilità da parte dei ragazzi: l’apprendimento attraverso il gioco li fa sentire protagonisti delle loro azioni, sviluppa e arricchisce la loro creatività, consente di avere un contatto più vivo con la realtà, favorisce l’acquisizione e il rispetto delle regole, aumenta le capacità di attenzione, controllo e spirito di collaborazione.

 

  


Momenti ludico-educativi


Ludobus

La presenza di noi psicologi è stata importante anche nei momenti in cui i ragazzi, al giungere della prima notte di permanenza al campo, presentavano difficoltà dovute alla mancanza dei propri genitori. Il nostro intervento è stato utile per tranquillizzare soprattutto i ragazzi alla loro prima esperienza di autogestione, attraverso forme di sostegno volte a "normalizzare" i loro sentimenti di malinconia e a facilitare il superarmento delle loro paure. Tale supporto ha incrementato la fiducia nei ragazzi e la loro capacità a saper gestire le difficoltà sorte anche nei giorni successivi.
Si è creata un’ottima collaborazione con gli operatori dei campi, tutti volontari di Protezione Civile, e ciò ha favorito la riuscita degli interventi con i ragazzi. Abbiamo creato occasioni di confronto con i volontari durante il giorno e proposto loro attività di debriefing a fine giornata. In questi momenti venivano stimolate riflessioni sui propri vissuti personali e sull’organizzazione del gruppo e, inoltre, venivano forniti suggerimenti sulla gestione della relazione "emotiva ed empatica" con i ragazzi e per una migliore collaborazione tra il gruppo di operatori stessi.
Il focus del nostro intervento è stato incentrato su una serie di laboratori dedicati alla gestione delle emozioni in emergenza, nei quali abbiamo proposto attività ludico-formative mirate principalmente al riconoscimento dei sintomi della paura e al loro fronteggiamento; abbiamo insegnato ai ragazzi un metodo per affrontare le emergenze in prima persona, riflettendo insieme sul fatto che la sopravvivenza in situazioni di pericolo dipende dalla risposta immediata che ciascuno riesce a dare in pochissimo tempo. Tale metodo (che ripropone in forma semplificata il training autogeno di Schulz) facilita il rilassamento del corpo e, di conseguenza, aiuta la mente a tornare a pensare con lucidità: in questo modo la paura non fa più paura, perché si può gestire.
Abbiamo suggerito ai ragazzi di allenarsi in questo esercizio anche per affrontare le avventure che avrebbero vissuto nella settimana di campo: avventure che, a nostro avviso, sono state ben organizzate poiché varie e spassose, pensate per porre i ragazzi al centro dell’attività. Vivere in una tenda a contatto con la natura, imparare a orientarsi in luoghi sconosciuti, capire attraverso le testimonianze e le esercitazioni pratiche come comportarsi in caso di incendio o di terremoto, saltare da un tronco o tuffarsi in piscina tra le braccia sicure di un volontario di Protezione Civile, imparare ad essere disponibili per gli altri… Sono queste le avventure che fanno crescere, perché permettono di sperimentare la propria autonomia, la propria autoefficacia e la propria responsabilità, facendo proprie le regole del vivere in comunità, nel rispetto di se stessi e degli altri.


 
 
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