Frammenti di un intervento psicologico in piazza San Pietro - Conosco Imparo Prevengo

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Frammenti di un intervento psicologico in piazza San Pietro

Archivio > Aprile 2013 > News

C.I.P. n. 19 - NEWS
FRAMMENTI DI UN INTERVENTO PSICOLOGICO IN PIAZZA SAN PIETRO DA PARTE DELL’EQUIPE DELL'ASSOCIAZIONE PSICOLOGI DELL'EMERGENZE ALFREDO RAMPI (PSIC-AR)
Loris Pessina * e Anastasia Di Lullo**

*Psicologo Clinico, Psicologo delle Emergenze
**Psicologa Volontaria Centro Alfredo Rampi, Master di II livello in Psicologia dell’Emergenza e Psicotraumatologia, Laurea Specialistica in Psicologia Dinamica e Clinica dell’infanzia, dell’adolescenza e famiglia




Domenica 17 Marzo in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha celebrato il suo primo Angelus. Siamo stati contattati per la gestione dei codici bianchi, la mia squadra era formata dai colleghi Michele Grano, Francesca Bennati e Giusi Corno. Inizialmente non è stato facile trovare il PMA ma alla fine ci siamo uniti al personale medico e paramedico del PMA situato in Largo del Colonnato. E’ stato abbastanza facile inserirsi nel gruppo in quanto nei giorni precedenti i colleghi (Bennati, Grano) avevano fatto la conoscenza degli operatori socio-sanitari. Questo è stato importante,  in quanto la costruzione della "rete" in questi contesti facilita il nostro lavoro.
Con i colleghi abbiamo deciso di intervenire in gruppi da due; gli interventi di Francesca e Giusy sono stati prevalentemente all’interno della tenda con i pazienti, mentre io e Michele siamo rimasti al di fuori con i familiari e gli amici dei pazienti. Poco prima dell’inizio dell’Angelus  sono arrivati i primi casi, si trattava di persone colpite da crisi d’ansia o attacchi di panico.
Come già detto mi trovavo al di fuori della tenda quindi i miei interventi sono stati prevalentemente di supporto. Il mio primo intervento è stato su Michela, una studentessa fuori sede. Per prima cosa mi sono presentata e vedendola abbastanza preoccupata le ho chiesto se voleva sedersi o bere un bicchiere d’acqua. Parlando mi ha raccontato che la sua amica soffriva di crisi d’ansia, le ho detto che magari trovandosi in un luogo affollato com’era quel giorno Piazza San Pietro poteva averle provocato la crisi. Inoltre mi ha detto che la sua amica stava attraversando un periodo abbastanza complicato e quindi non era molto tranquilla. Ho cercato di rassicurarla dicendole che era in buone mani e che i medici si stavano occupando di lei per escludere qualsiasi causa fisica. Poco dopo è stata chiamata dai medici ed è andata dalla sua amica. Quando ormai il PMA  era quasi completamente vuoto la ragazza è stata portata via dall’ambulanza, mi sono avvicinata di nuovo a Michela la quale mi ha detto che l’avrebbero portata al Policlinico Gemelli per ulteriori accertamenti.
Il secondo intervento è stato sempre su una studentessa fuori sede, a differenza di Michela ho avuto più difficoltà nell’agganciarla. La osservavo mentre si trovava davanti al PMA e cercava di scrutare al di là della tenda, mi sono avvicinata con lo scopo di allontanarla, percepivo una forte agitazione in lei, aveva lo sguardo perso, sembrava smarrita. Una volta avvicinata abbiamo cominciato a parlare e mi ha raccontato cos’era successo, le ho detto che la sua agitazione e il suo spavento erano comprensibili visto che la sua amica le era quasi crollata tra le braccia, ed inoltre le ho detto che era stata di aiuto alla sua amica in quanto l’aveva sostenuta non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico visto che aveva cercato di tranquillizzarla.  Ho provato a spiegarle quello che accadeva all’interno della tenda e che c’era del personale qualificato a prendersi cura della sua amica. Poco dopo sono arrivate altre sue amiche e si è allontanata per qualche minuto. Quando è ritornata abbiamo ripreso a parlare, non è stato molto facile, le ho chiesto come si trovava a Roma e come procedevano i suoi studi, mi ha raccontato che sentiva la nostalgia della famiglia. Alloggiava in un convitto gestito da suore, ed era proprio lì che aveva conosciuto la sua amica. Si trovavano in Piazza San Pietro anche il giorno dell’elezione del Pontefice, per cercare di abbassare il livello d’ansia ho provato a distrarla chiedendole da quale parte si trovava il comignolo della cappella Sistina, in quale punto della piazza si trovavano e dell’emozione provata in quel momento, andando avanti nella conversazione l’agitazione è diminuita ed abbiamo scambiato anche qualche battuta. Poco dopo la sua amica è stata dimessa e sono andate via.


Alcuni Psicologi delle Emergenze nel PMA a Piazza San Pietro

Verso le ore 20.00, pochi minuti prima della prima apparizione in pubblico del nuovo Pontefice, si è presentata presso il PMA una ragazza di 33 anni, accompagnata dal proprio compagno, in un evidente stato di disorientamento e pianto incontrollato. Dopo essere stata prontamente avvicinata dal personale Medico e para-medico per le cure di loro pertinenza, venivo chiamato dagli stessi per poter intervenire in merito.
Dopo essermi presentato quale psicologo volontario ed aver spiegato il perché della mia presenza, iniziavo ad acquisire qualche informazione, che, anche se in maniera molto confusa la ragazza, che per comodità chiamerò Flavia (nome di fantasia), iniziava a fornirmi.  Durante questo dialogo appuravo che Flavia dopo una giornata trascorsa a passeggio per Roma, aveva deciso, unitamente al suo compagno di presenziare alla "fumata" prevista per le ore 19  in piazza San Pietro.
Un suo forte sentimento di Cristianità, peraltro appoggiato da un suo interesse specifico per l’evento (di professione fa la giornalista) la portava ad affrontare le ultime quattro ore in piedi, compressa  tra la gente.
Questa situazione, non più controllabile, la conduceva a "vivere"  uno stato di soffocamento ed una forte pressione al petto, che le facevano supporre la sua imminente morte.
Flavia ha accettato sin dall’inizio la mia presenza, cercando lei stessa un contatto tattile quale rassicurazione. Con lei, non prima di averli spiegato la tecnica che da li a poco lei avrei somministrato, ho iniziato ad effettuare una fase dedicata completamente al respiro al fine di recuperare la piena consapevolezza del suo corpo, proseguendo successivamente con una modalità detta "ancoraggio" necessaria per far si che la persona sposti l’ attenzione dai propri pensieri verso la realtà esterna.
Dopo circa una quarantina di minuti, Flavia si stabilizzava e dopo essersi ricongiunta  al proprio compagno, lasciava il PMA.


 
 
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