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Dossier statistico immigrazione 2014

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C.I.P. n. 24 - EVENTI E RECENSIONI

DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2014
di Lucia Marchetti
Psicologa tirocinante presso il Centro Alfredo Rampi Onlus

Lo scorso 29 Ottobre, presso il Teatro Orione di Roma, si è tenuta la presentazione sul Dossier Statistico di Immigrazione 2014 realizzato dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali). Molti sono stati gli interventi lungo il corso della mattinata, che hanno affrontato i vari problemi che ogni giorno sia le istituzioni sia le persone si trovano ad affrontare.


Figura 1 – La copertina del dossier

Sono 4.922.085 gli stranieri residenti in Italia, di cui il 52,7% rappresentato da donne mentre i minori sono oltre un milione.
Ciò che colpisce è il loro livello di istruzione, a dir poco notevole: il 10,3% ha una laurea e il 32,4% un diploma.
Notevole è anche l’incidenza delle famiglie con uno straniero al proprio interno, che in un quarto dei casi sono miste. I cittadini italiani per acquisizione sono aumentati molto: si è passati da 285.785 a 671.394.
Un altro grosso incremento si è avuto con gli sbarchi dei profughi. Al 3 Agosto 2014 le persone sbarcate in Italia sono state complessivamente 112.689, mentre diverse migliaia di persone sono morte in mare nonostante l’operazione "Mare Nostrum".
Per quanto riguarda il lavoro, la percentuale degli stranieri sul totale degli occupati è salita all’8,2%, ma alla fine del 2013 sono stati 3 milioni 113 mila i disoccupati complessivi, di cui 493 mila stranieri.
Non sono mancati gli atti di discriminazione razziale, sottolineati in numerosi interventi, dai quali è emerso che i principali indicatori di discriminazione a livello territoriale sono: l’inserimento sociale (gli affitti agli stranieri costano 1/5 in più rispetto agli italiani),  la scuola ( 1/5 degli studenti stranieri sceglie il liceo invece di un istituto tecnico o professionale), il lavoro (licenziamento più facile).


Figura 2 – I relatori che hanno preso parte al convegno

Un metodo per superare tali discriminazioni, secondo i relatori, potrebbe essere una concessione meno burocratica della cittadinanza, che attualmente viene negata anche ai figli di seconda generazione, che molto spesso si sentono più appartenenti alla nostra cultura piuttosto che a quella di origine.
Importantissimo, a tal riguardo, è stato l’intervento di Radwan Khawatmi, imprenditore egiziano, immigrato in Italia,  presidente di un’importantissima azienda (sono 497 mila le imprese di migranti in Italia), la quale dà lavoro a tantissimi italiani.  Khawatmi, tuttavia, non ha la cittadinanza italiana, ed è, quindi, privo di molti diritti di cui godono i suoi omologhi italiani.
Questo convegno è stato molto importante, perché ha portato alla luce dati che molto spesso sono tenuti nascosti ed oscurati,  facendo sì che vengano messi in evidenza solo gli aspetti critici del grande flusso migratorio che ha colpito l’Italia negli anni.


 
 
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