Convegno: “Figli della recessione: la crisi economica nei paesi ricchi nel mondo occidentale” - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
Vai ai contenuti

Menu principale:

Convegno: “Figli della recessione: la crisi economica nei paesi ricchi nel mondo occidentale”

Archivio > Dicembre2014 > Eventi e recensioni

C.I.P. n. 24 - EVENTI E RECENSIONI

CONVEGNO
"FIGLI DELLA RECESSIONE: LA CRISI ECONOMICA NEI PAESI RICCHI NEL MONDO OCCIDENTALE"
di Veronica Pasquariello
* Psicologa Tirocinante presso il Centro Alfredo Rampi Onlus



Fig. 1 – La locandina del convegno

Il 28 ottobre, presso la sala Polifunzionale del Senato, si è tenuto il convegno intitolato "I figli delle Recessione. La crisi economica nei paesi ricchi del mondo Occidentale". Nell’ultimo decennio, fenomeni come la forte crisi economica, la disoccupazione, la crisi dei mercati finanziari e l’assenza di Politiche Sociali hanno coinvolto l’Italia, come molti altri paesi ricchi dell’Unione Europea, creando un impatto significativo, fisico e psicologico, sui vissuti delle famiglie italiane e, di conseguenza, anche sui ragazzi. Questi ultimi, oltre a vivere in un palese stato di precarietà economica insieme alle loro famiglie, fanno i conti costantemente con la frustrazione e il disagio provocati da mancate aspettative verso il loro futuro personale e professionale.
I bambini e i ragazzi maggiormente colpiti sono quelli appartenenti a nuclei familiari con genitori disoccupati, monoparentali; famiglie di migranti e famiglie numerose.
Questa crisi profonda ha generato, e continua a generare, esclusione sociale ed un impatto significativo di lunga durata.
A fronte di questo malessere fisico e psichico che interessa le famiglie Italiane, il Terzo Settore, che lavora nel Sociale, e la Pubblica Amministrazione sono alla ricerca di nuovi piani di intervento, sociali e politici, per cercare di arginare quelle che saranno le disastrose  conseguenze di questa crisi economica  sui "figli della recessione".
Alcuni limiti, largamente riscontrati nel Terzo Settore, riguardano l’assenza di politiche sociali globali, di strumentazioni di servizio, di politiche realizzate in collaborazione coi vari enti presenti sul territorio: quindi l’assenza di una vera e propria collaborazione all’interno della rete dei Servizi, che ostacola la messa in pratica di risorse più efficaci per costruire politiche di presa in carico e di accoglienza nel sociale, finalizzate a far uscire dall’attuale condizione sfavorevole i soggetti coinvolti.
Le strategie e gli interventi proposti, al momento, sono la realizzazione della Riforma nel Terzo Settore, riguardante la stabilizzazione, e contemporaneamente vi sono progetti di sostegno ed inclusione attiva, da parte di comunità accoglienti, che possano apportare un intervento anche sulle famiglie dei minori.
Una campagna di sensibilizzazione sociale promossa da una casa famiglia del Nord dell’Inghilterra ha visto impegnati i loro ragazzi in una mostra fotografica, nella quale  avevano esposto scene di vita quotidiana, immortalate dalle loro macchine fotografiche: oggetti rotti, frigoriferi vuoti, sguardi spenti. Ciò mostrava la piena consapevolezza di questi ragazzi della povertà fisica e psichica che vivevano.
I dati e le osservazioni riportati nel Report effettuato dall’Unicef," Innocenti Report Card 12", rivelano quindi un forte rapporto fra l’impatto della Grande Recessione sulle economie nazionali e un declino del benessere dei bambini e ragazzi, a partire dal 2008.
Il numero dei bambini entrati in uno stato di povertà durante la recessione è di 2,6 milioni, mentre un impatto estremamente pesante si è riscontrato sui NEET: qui la percentuale di giovani tra i 15 e i 24 anni di età che non studia, non segue una formazione, né lavora è aumentata drasticamente in molti paesi. Solo in Italia un milione di giovani non studia né lavora.
«Il fatto che io sia senza lavoro mi rende depresso. Non è più come quando ero un ragazzino e non avevo alcun problema. Per me ora è il momento di lavorare, e non avere un lavoro non è buono. Mi sento male», dice Mirko,17 anni, un ragazzo italiano, che vorrebbe contribuire a sostenere la sua famiglia monoreddito che lotta per sbarcare il lunario (Centro di Ricerca dell’UNICEF, 2013).


Figura 2 – Mirko, il ragazzo 17enne intervistato

Infatti, oltre all’aspetto economico, anche altri aspetti della vita sono stati coinvolti. Ad esempio, la sensazione di insicurezza e stress percepita dal 2007 al 2013 è aumentata, non solo in Italia ma anche in 18 paesi sui 41 europei. I bambini sono in preda all’ansia e allo stress quando i genitori devono affrontare la disoccupazione o la perdita di una fonte di reddito; essi soffrono queste difficoltà familiari, manifestandolo in modo sottile ma dolorosamente evidente. Vivono gli sconvolgimenti delle sorti dei loro genitori, subiscono affronti e gravi umiliazioni davanti ad amici e compagni di scuola e sono influenzati, consciamente e inconsciamente, dai cambiamenti dell’alimentazione, dall’eliminazione di attività sportive, musicali o di altro tipo e dalla potenziale mancanza di fondi per acquistare materiale scolastico. Queste difficoltà che vivono all’interno delle mura della loro casa sono state accompagnate da un indebolimento dei loro diritti fondamentali, quali la sanità, l’istruzione e la nutrizione. La disoccupazione fra gli adolescenti e i giovani adulti è un significativo effetto a lungo termine della recessione, che riduce al minimo la percentuale di chi riesce a trovare un lavoro stabile e adeguatamente retribuito; il numero dei giovani fra i 15 e 24 anni che lavorano part-time o che sono sottoccupati è in media triplicato.
Con il Report "Innocenti Report Card 12" son stati posti tre obiettivi principali, che si spera arrivino ai governi nazionali, chiamati a tenerli in considerazione nel rafforzare le strategie di tutela di bambini e ragazzi, che sono il futuro del Paese su cui puntare un domani. Per prima cosa è importante "impegnarsi in modo esplicito per porre fine alla povertà infantile nei paesi sviluppati, conciliando obblighi etici e interesse nazionale"; in secondo luogo, bisogna salvare, prevenire e dare speranza, mediante iniziative mosse a spezzare la spirale della vulnerabilità dei bambini. Infine, è necessario produrre dati migliori per un dibattito pubblico informato sul benessere dei bambini.
La grande Recessione ha avuto un impatto drammatico sui bambini e sui giovani, che ne subiranno le conseguenze per il resto della vita, causando loro alienazione sociale, e riducendo la possibilità di esprimere il proprio potenziale in termini di istruzione nonché lo sviluppo professionale e anche di fertilità, poiché la maggioranza di questi giovani adulti posticiperà la formazione di una famiglia a causa delle condizioni economiche.
"La povertà è un circolo vizioso. Un bambino che ha i genitori disoccupati può avere problemi di rendimento scolastico, che a loro volta possono provocare un aumento dello stress a casa e così via. Più a lungo un bambino resta bloccato in questo circolo vizioso, meno possibilità avrà di sfuggirgli" (Centro di Ricerca dell’UNICEF, 2013).


BIBLIOGRAFIA
Centro di Ricerca dell’UNICEF (2013). "Figli della recessione: l’impatto della crisi economica sul benessere dei bambini nei Paesi ricchi", Innocenti Report Card 12, Firenze.


 
 
Cerca
Torna ai contenuti | Torna al menu