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C.I.P. n. 25 - PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE
RESILIENZA, CULTURA DELLA PROTEZIONE CIVILE E LETTERATURA PER L'INFANZIA
di Daniele Biondo
Presidente Centro Alfredo Rampi Onlus, consigliere Fondazione Alfredo Rampi
Il "Premio Alfredo Rampi – Letteratura e Infanzia" nasce dall'idea di convogliare le risorse creative degli scrittori verso il tradizionale impegno della nostra associazione per la sicurezza e per la protezione dei cittadini. Riteniamo prezioso il contributo che la letteratura per l'infanzia, nonché quella prodotta dagli stessi bambini ed adolescenti, può dare per raggiungere l'obiettivo ambizioso di costruire nel nostro Paese una diffusa cultura della protezione civile. Questo per diversi motivi, che proverò velocemente ad illustrarvi.
Figura 1 – Daniele Biondo, Presidente del Centro Alfredo Rampi Onlus e consigliere della Fondazione Alfredo Rampi
IL CONTRIBUTO DELLA LETTERATURA PER L'INFANZIA E DELL'INFANZIA
1 - Per non dimenticare
Primo perché il nostro Paese, insuperabile nel momento dell'emergenza, è forse troppo schiavo proprio della cultura dell'emergenza; quella che è capace di stanziare tanti soldi ed energie per fronteggiare i danni, quella che si fa in quattro dopo un evento catastrofico o dopo un grave incidente in una gara di solidarietà straordinaria, ma che non è capace di elaborare gli eventi catastrofici, per pensarli, per costruire percorsi di prevenzione degli stessi, per prepararsi. Se in Italia siamo straordinari nel soccorso ed ancora molto carenti nella prevenzione è a causa della nostra incapacità di elaborare ciò che, siccome ci angoscia troppo, preferiamo ancora rimuovere velocemente, disimpegnandoci nell'eliminazione delle cause, molto spesso umane, di questi fenomeni che minacciano la nostra esistenza.
2- Per elaborare
Con questa prima edizione del Premio Letterario Alfredo Rampi vorremmo promuovere un movimento ideale che agevoli l’elaborazione collettiva dei traumi ambientali e civili che periodicamente colpiscono il nostro Paese. Ci sembra importante coinvolgere, oltre agli scrittori, anche i bambini e i ragazzi, perché loro possono, grazie alla loro viva fantasia ed al loro animo limpido, insegnarci a guardare con occhi nuovi all'ambiente in cui viviamo e agli eventi che attentano alla nostra vita. Crediamo, infatti, che il processo culturale di conquista della giusta attenzione verso l'ambiente ed i suoi rischi, quella che chiamiamo cultura della protezione civile, passi non solo per le tradizionali vie che abbiamo percorso con tenacia e coerenza in tutti questi anni, ma che debba sperimentare vie nuove.
3 - Per prepararsi all'emergenza con la cultura del rischio accettabile
Il nostro impegno tradizionale, ormai ben noto, è stato centrato: sull'educazione di ogni cittadino all'acquisizione dei principali comportamenti autoprotettivi (li ricordo perché ancora c'è bisogno di farlo: misure essenziali di primo soccorso, uso dell'estintore, comportamenti in caso delle principali emergenze ambientali o civili, esercizi per il controllo del panico), sull'impegno nel volontariato non solo per l'emergenza ma anche per vigilare sulle condizioni di sicurezza del proprio territorio, sull'addestramento della popolazione all'emergenza come condizione essenziale per aumentare la resilienza alla catastrofe, sulla cura strutturale del territorio e la sua protezione dall'abuso sistematico che se n'è fatto. Riteniamo che questo nostro tradizionale impegno nel campo della sicurezza e protezione civile per costruire i comportamenti salvavita fra i cittadini possa avvantaggiarsi di iniziative di più ampio respiro, come quella rappresentata dal Premio Letterario Alfredo Rampi. Iniziative culturali che coniugano l'arricchimento culturale con quello creativo ed artistico, capace di favorire in maniera sobria ed equilibrata la narrazione, il confronto, la condivisione, la domanda di senso, che i temi del rischio e della protezione civile pongono ad ogni individuo ed ad ogni collettività che vuole definirsi civile. Proprio per allargare il nostro campo d'intervento e valorizzare l’esperienza, le conoscenze ed il network del Centro Rampi, nel 2011 abbiamo dato vita alla Fondazione Alfredo Rampi Onlus che ha promosso il Premio Alfredo Rampi – Letteratura e Infanzia con l'obiettivo di declinare in maniera originale la mission della nostra Associazione.
Fare prevenzione significa diffondere fra i bambini e gli adolescenti la cultura del rischio, quella del rischio accettabile, che serve per crescere, e combattere, la cultura della sfida alla morte, del rischio eccessivo, che non fa crescere e rende i nostri adolescenti prigionieri del divertimentificio perenne, fatto di droga, alcool e sballo.
Eterni bambini come Giulia Gattuso, dieci anni, autrice di uno dei racconti vincitori della sezione "Mi rischio tutto - Scuola" del nostro Premio, saggiamente ci ricorda con queste parole:
Non volevo restare piccolo per sempre, volevo tornare alla mia vita, quella di sempre, fatta dalle liti con i compagni, dai rimproveri di mamma e papà, dalle coccole dei nonni, dalle paure delle interrogazioni! In quel momento capii che neanche per giocare tutta la vita vale la pena rischiare la propria vita…
4 – Per rinforzare le risorse interne per il superamento della catastrofe: la resilienza affettiva
Istituendo il Premio, il nostro primo desiderio è stato proprio quello di creare un evento culturale che potesse toccare gli animi e la sensibilità di molti, grazie alle modalità immaginifiche e arricchenti del linguaggio letterario, favorendo un coinvolgimento artistico e un approfondimento sulle tematiche umane e sociali che più ci stanno a cuore.
Mi piace ricordare, da psicoanalista, che Freud considerava gli scrittori come i precursori della psicoanalisi, i suoi migliori alleati: "Probabilmente - egli dice - attingiamo dalle stesse fonti, lavoriamo sopra lo stesso oggetto".
Le opere che hanno partecipato al Premio Letterario Alfredo Rampi aprono una finestra privilegiata ed inedita sul mondo emotivo dei bambini e dei ragazzi in merito ai temi del rischio e degli eventi che attentano alla nostra incolumità. In queste opere, al di là della loro bellezza narrativa, possiamo rintracciare un'inedita documentazione sulle strategie affettive per fronteggiare e superare l'emergenza senza negarla: strategie di resilienza che i bambini o gli scrittori (adulti che non hanno dimenticato di essere bambini e hanno saputo parlarci di loro) quasi inconsapevolmente adottano di fronte alle catastrofi della vita, per restare mentalmente vivi, e cioè per restare umani e non spegnersi. I "bambini sanno" ci ricorda Walter Veltroni nel suo ultimo film, e vediamo cosa sanno fare per superare la catastrofe.
Sanno che bisogna avere coraggio, sapersi rialzare in piedi dopo la caduta ed utilizzare l'arte per ritrovare la serenità. Ce lo dice Alessandro Alberti, il bambino di 8 anni vincitore del primo premio della sezione "Mi rischio tutto" dedicata alle scuole, che con un guizzo di fantasia riesce a dare forma, a dare parola, a farne un racconto, di questa semplice verità. Dopo la sua terribile esperienza nel terremoto che tre anni fa ha colpito il suo paese nel Ferrarese, Cento, che fu l'area del cratere, Alessandro Alberti con la sua magia fa prendere vita alle figure dei quadri della Pinacoteca, dopo la fortissima scossa; i personaggi, dopo essere caduti nella parte più bassa dei dipinti:
... intontiti ancora da quel terribile boato, i personaggi del quadro "I Bari" di Caravaggio, che sicuramente sono i più scaltri e forse anche i più coraggiosi della Pinacoteca, dopo aver raccolto le loro carte sparse sul pavimento e aver soffiato con forza sulle piume del cappello per togliere la polvere, quasi in punta di piedi, vanno a perlustrare tutto l’edificio cercando di fare conoscenza con gli altri personaggi ritratti nei dipinti. (…) Rimangono stupiti davanti a un affresco del Guercino: un fiume calmo, con l’acqua limpida, una barca all’orizzonte e alcune persone che stanno nuotando tranquillamente. Attratti da questo bellissimo dipinto decidono di fare anche loro un bel bagno; tolti velocemente gli abiti impolverati, quasi a volersi strappare di dosso il ricordo del terribile evento successo poche ore prima, si tuffano nell’acqua del fiume e, dopo una lunga nuotata, si addormentano serenamente.
Figura 2 – Il pubblico presente nella Sala della Protomoteca del Campidoglio
RESILIENZA NEI CONFRONTI DELLE CATASTROFI DELLA VITA
Come ben potete immaginare non si tratta esclusivamente di promuovere la resilienza per eventi come il terremoto o l'alluvione; con il Premio vogliamo promuovere la letteratura per l'infanzia capace di aiutare i lettori ad elaborare tutti gli eventi tristi e negativi della vita. D'altro canto la letteratura per l'infanzia, per niente minore, melensa o sdolcinata, si è occupata da sempre di indicare ai bambini e agli adolescenti le vie per sopravvivere a tutte le molteplici catastrofi della vita.
Penso a Cappuccetto rosso, la favola per eccellenza, madre di tutte le favole, che aiuta i bambini non solo a fare i conti con la loro insaziabile voracità (il lupo che mangia tutto) e con la loro difficoltà a rispettare le regole e i limiti degli adulti a causa dei quali si mettono a rischio (non parlare con il lupo), ma anche a credere che ci sarà un papà cacciatore capace di proteggerli e liberarli dai loro aspetti infantili.
Penso ad Harry Potter, che può sconfiggere Basilischi e cani feroci a tre teste, dissennatori e altri terribili mostri, grazie alla fede nel suo maestro, Albus Silente, e alla memoria sempre viva in lui dei suoi genitori, che attraverso la Fenice lo salvano nei momenti più tragici.
Penso, infine, alla compagnia dell'anello, del Signore degli Anelli, che permette ad un gruppo di adolescenti di affrontare e superare l'attacco di terribili orchi durante il loro viaggio di formazione, grazie alla fiducia nel loro legame d'amicizia, l'unico capace di distruggere il potere malefico dell'anello, simbolo della tentazione del potere/onnipotenza che rischia di intrappolare ogni adolescente.
Su questa scia si colloca, a mio avviso, il bellissimo personaggio inventato da Alessandro Gioia, Leopoldo Klein, protagonista del romanzo vincente della prima edizione del nostro premio Letterario, Il diario allegro di Leopoldo Klein. Leopoldo si salva dalla triste condizione di orfano con la sua fantasia. Leopoldo è un bambino di 10 anni consapevole di quanto triste possa essere il nostro mondo. Il candore di Sammy, il pupazzo di neve che lui ha inventato per non sentirsi solo, gli permette di non sentirsi sfortunato perché nel grande regno dei pupazzi di neve dimenticati... tutto era immenso e felice. Leopoldo ci spiega:
che a furia di mettere parole su carta il mondo ti si apra ancora di più, e non ti senti più un bambino annoiato, felice, allegro, triste, ti senti semplicemente una persona capace di inventare mille regni e reami sconosciuti, basta metterci l’impegno e osservare attimo per attimo tutto ciò che accade intorno a te.
Il desiderio di far conoscere o promuovere la letteratura dell'infanzia e per l'infanzia proviene dal desiderio di sensibilizzare ai valori e alle tematiche della libertà, della creatività, della poeticità e della bellezza. Valori che non nascondono la sofferenza e il dolore della condizione umana, anzi che permettono di trascenderli, di superarli, di accettarli, insomma di elaborarli, come dicevo prima. E' sempre il piccolo Leopoldo a ricordarcelo con queste parole:
Sammy una sera mi ha confidato che il bene che esiste nel suo regno è legato all’accettazione della sofferenza. Ogni singolo pupazzo sa benissimo di essere stato dimenticato, e che nel mondo degli uomini si è sciolto. Tornati nei loro regni, i pupazzi però non dimenticano del tutto e apprezzano la loro condizione, persino la loro sofferenza, come se comprendessero il loro destino, ma sciogliersi sulla terra per colpa dell’indifferenza non è proprio una bella fine, e Sammy me lo ricorda spesso.
Leopoldo sa che per superare la sofferenza occorre accettarla e che l'indifferenza nei confronti dell'altro è il peggior nemico, perché è quella più di ogni altra cosa, che ci lascia soli.