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PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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Le rapine in banca

Archivio > Aprile 2010 > Sicurezza nei luoghi di lavoro

C.I.P. n. 10 - SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

LE RAPINE IN BANCA
Sicurezza negli ambienti di lavoro
Rita Di Iorio
Presidente Psicologi dell’emergenze Alfredo Rampi

Premessa
Negli ultimi anni è aumentata la domanda di sicurezza da parte del settore bancario relativo agli attacchi della criminalità comune ed organizzata. Tale esigenza nasce dalla necessità di proteggere sia i dipendenti  che la clientela della banca, dall'aumento delle rapine in banca. Le banche per prima cosa hanno chiesto assistenza  ad esperti affinché espletassero una valutazione di rischio rapina e lo tenessero aggiornato periodicamente, poi hanno  aumentato le misure di sicurezza tipo bussole , allarmi, videoregistratori ecc.. Infine, cosa più importante, a mio parere,  hanno organizzato attività di informazione  e formazione per aumentare la cultura  dei dipendenti inerente la sicurezza anticrimine. Alcune banche, infatti, hanno organizzato corsi di formazione ai dipendenti per renderli  edotti sui comportamenti più adeguati  da utilizzare per la gestione dell'evento rapina e per la gestione dei danni psicologici che da esso possono scaturire. Il rischio rapine, viene  riconosciuto dalle banche correlato all'attività lavorativa in quanto, pone il lavoratore soggetto ad un potenziale danno durante l'orario di lavoro. Per questo le banche hanno sentito l'obbligo di effettuare delle azioni per migliorare la sicurezza dei loro dipendenti.
L'Italia è tra i primi paesi colpiti da rapine in banca. Un fenomeno che cresce in Italia e diminuisce nel resto d’Europa. Nei primi mesi del 2007 ( dati dell'Osservatorio nazionale Fiba-Cisl) da gennaio al 30 giugno, sono stati registrati 1.500 rapine, un quarto più dell'anno precedente. Il numero delle rapine è andato aumentando, il valore medio del bottino diminuito.
Sono aumentati i colpi con vittime ed è cambiato l'identità del rapinatore, meno professionista e più improvvisato e disperato, quindi più pericoloso per la incolumità degli ostaggi. La relazione psicologica tra rapinatore e vittima determina spesso l'esito della rapina. Come in tutte le emergenze, il fattore determinante per la propria ed altrui sopravvivenza è quello psicologico, la capacità di gestire gli aspetti emotivi legati all'emergenza. Per questo la formazione deve essere centrata sul favorire, nell'allievo, l'acquisizione di strategie adatte a migliorare  la gestione emotiva dell'emergenza sia dal punto di vista  individuale che in relazione al gruppo con il quale condivide l' esperienza, l'intero gruppo di persone presente nella banca durante la rapina.
Nella mia esperienza personale, collaborando con Alfa Ambiente Consulting, Società di  Servizi di Ingegneria per l’Ambiente e la Sicurezza e attività di Informazione e Formazione, ho potuto verificare  il forte bisogno da parte dei dipendenti di avere  un luogo, un tempo ed un psicologo che permettesse loro di comprendere le proprie difficoltà nella gestione  dell'evento rapine, prima durante e dopo. Ormai la maggior parte dei dipendenti delle banche vivono in una situazione di preallarme continuo, vivono il momento della rapina con devastante senso  di impotenza, vivono l'immediato post-rapina con senso di abbandono da parte dell'azienda. Si sentono soli nel dovere affrontare i disturbi da stress post rapina, spesso tenuti nascosti persino ai colleghi per il timore di giudizi negativi.
Eppure, sempre dalla mia esperienza, ho potuto rilevare che in ogni gruppo, di circa 20 persone, almeno 3 persone riportano gravi problemi legati alla/e rapine subite, 7/8 persone riportano disturbi lievi, il restante delle persone lamentano un aumento cronico di preallarme durante l'orario di lavoro.  
Diverse ricerche riportano che l'aver subito delle rapine, sia nelle banche che in altre attività commerciali, sviluppa in un gran numero di vittime diversi sintomi di disagio psicologico, dal semplice mal di testa, insonnia, emozioni negative tipo rabbia, paura, aggressività, ansia acuta a sintomi più strutturati quali calo dell'efficienza lavorativa, difficoltà relazionali e affettive, fino alla depressione e alla perdita del lavoro.

Gestione emotiva emergenza rapina
Obiettivi della formazione
Armonizzare ed equilibrare le procedure, le norme, le reazioni e i comportamenti per gestire un'emergenza;
Tentare di rimuovere quegli atteggiamenti e comportamenti che possono aumentare il rischio per la propria ed altrui salute;
Modificare, per quel che è possibile, la propria percezione del rischio ed il proprio comportamento durante l’emergenza;
Migliorare e potenziare le capacità di recupero nel post emergenza.

Come
Imparando a:

  • riconoscere la propria vulnerabilità per ridurre il danno psicologico;

  • migliorare le capacità di difesa per affrontare al meglio  il dopo emergenza;

  • migliorare il controllo emotivo e la gestione dello stress nelle situazioni di rischio vero o presunto;

  • migliorare la relazione di collaborazione fra i colleghi sul lavoro.


Metodologia
Attraverso un contatto diretto fra il docente e i discenti si crea una relazione che possa  permettere una riflessione su se stessi, sul e con il gruppo di appartenenza. Una metodologia ampiamente sperimentata denominata "modello psicodinamico multiplo per le emergenze" (Di Iorio, Biondo, 2009). Un modello che permette di affrontare, a seconda della lunghezza dei corsi di formazione, le tematiche relative alla percezione del rischio, al trauma eventualmente subito, la gestione delle emozioni ad esso legate, alla gestione dell'emergenza e dello stress post emergenza.

Vulnerabilità personale
Ogni individuo è diverso dall’altro;
Ognuno deve trovare la   propria chiave per entrare in contatto con se stesso e con le proprie capacità difensive attraverso un lavoro introspettivo e di gruppo.

Il fattore umano
Tra i fattori che influenzano in una situazione di stress o di emergenza (le risorse fisiche individuali, l'ospitalità o meno dell'ambiente, presenza di amici o di nemici, danni fisici riportati) è dimostrato che il più importante è quello psicologico.

La prevenzione
La reazione psicologica va allenata preventivamente attraverso la formazione psicodinamica.
Ognuno  dovrebbe essere messo in grado di conoscere e migliorare le proprie capacità autoprotettive
.

L’antidoto: ricordare, elaborare, trasformare
L’individuo può essere aiutato a neutralizzare l’esperienza traumatica
dell’incidente e della catastrofe se può non imputarla alla fatalità, ma alla propria responsabilità.
Basta con il considerare l’essere umano come anello debole, ma considerare l’essere umano quale fattore predominante:
  nel male = il rapinatore
  nel bene = il personale vittima del sopruso
L’essere umano rappresenta il principale fattore sul quale investire la maggior parte delle risorse, quale coordinatore di tutti gli altri fattori della sicurezza, soggetto attivo nel campo della prevenzione.
Imparare a conoscere meglio le caratteristiche delle due parti permette di evitare  il peggioramento del primo e migliorare le risposte del secondo.
Il rischio  maggiore  dipende dalla relazione tra il rapinatore e la vittima, per questo imparare a controllare le emozioni acquista un ruolo primario per la sicurezza.

Rapinatore - rapinato
Differenza fra il rapinatore dilettante e quello professionista
Ambedue sono in una situazione di forte tensione, ambedue hanno paura degli eventi imprevedibili.
Le reazioni psicologiche dell’uno e dell’altro sono imprevedibili per caratteristiche individuali, di coppia e di gruppo.
Variabile importante diventa il legame che si crea tra il reo e la vittima.

Il Rischio rapina
La rapina è un evento criminoso che può rappresentare un rischio per la sicurezza e per la salute dei dipendenti e dei clienti;
Un evento che richiede una pronta risposta psico-comportamentale;
Un evento reale che non si può prevedere nei tempi di accadimento e nella portata dei danni. Un rischio che presuppone una sottile soglia perenne di preallarme.
Un rischio che dipende da altri esterni all’azienda, che incombe sull’impresa e non sui dipendenti in termini economici, che incombe sul personale dal punto di vista psico-fisico

 

Psicodinamica di gruppo
Prevedere momenti di discussione attraverso i quali aiutare gli allievi a poter riflettere sulla propria percezione del rischio, sulle  esperienze affettive passate, sulle proprie risposte emotive alle rapine subite, sui sintomi  da esse sono scaturiti, sulle strategie per aumentare la propria autoprotezione.
La formazione si deve occupare della divulgazione del rischio rapine e della sua gestione, ma deve anche assolutamente offrire la possibilità per una interiorizzazione delle dinamiche comportamentali e l'acquisizione di capacità positive per la  gestione delle emozioni legate alle rapine. Solo attraverso questo tipo di formazione  si potranno diminuire i danni psicologici, e di  conseguenza quelli fisici, legati all'emergenza rapine nei luoghi di lavoro.

Indicazioni comportamentali
Come comportarsi - Durante

  • Cercare di ricordare le cose dette al corso;

  • Controllare la respirazione;

  • Mantenere la distanza emotiva dai rapinatori;

  • Non mostrarsi collaborativi;

  • Eseguire gli ordini con sveltezza, ma senza correre;

  • Non trasgredire mai gli ordini;

  • Chiedere come comportarsi al rapinatore in caso di incertezza;

  • In caso di presa di ostaggi stare vicino in silenzio senza muoversi;

  • Dare conto al rapinatore senza fissarlo con insistenza;

  • Evitare movimenti bruschi;

  • Non dire parole inutili e non richieste;

  • Non dare indicazioni false;

  • Lanciare l’allarme se ci si sente in sicurezza;

  • Agevolare l’uscita;

  • Se possibile memorizzare alcuni particolari di un rapinatore da riportare alle Forze dell’Ordine.


Come comportarsi - Subito dopo:

  • Attuare le solite procedure, chiamare i soccorsi, chiudere le porte, non spostare oggetti ecc;

  • Valutare i feriti;

  • Fare un triage psicologico: chi è in grado di soccorrere, valutare i colleghi o i clienti che maggiormente hanno crisi di pianto, di panico, di isolamento;

  • Dare libero sfogo alle emozioni: E’ importante dare sfogo allo spavento e all’angoscia attivato dal pericolo passato, non vergognarsi di esprimere le proprie emozioni, non cercare di nascondere a se e agli altri la paura, il tutto serve ad evitare un crollo emotivo maggiore a posteriori (defusing-debriefing);

  • Sapere che si può fare affidamento su un collega permette un maggior recupero delle proprie energie per dominare la situazione, terminare tutte le procedure e rispondere agli investigatori;

  • Il personale della banca deve fare gruppo accettando ognuno la reazione dell’altro cercando quindi di diminuire il livello di ansia, spaesamento, rabbia ecc;

  • Ognuno deve cercare di impegnarsi in qualcosa, alla soluzione di eventuali problemi pratici o di sostegno alle altre vittime.


                                                              

 
 
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