L’organizzazione dell’esercitazione del 17 gennaio 2009 - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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L’organizzazione dell’esercitazione del 17 gennaio 2009

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C.I.P. n. 7 - ESERCITAZIONI

L’ORGANIZZAZIONE DELL’ESERCITAZIONE
LE IMPRESSIONI DEI VOLONTARI
Ciro Longo
Membro del Consiglio Direttivo del Noar

Il NOAR ha sempre assegnato molta importanza alla formazione, intendendo con ciò tanto l’accesso a  competenze teorico-pratiche specialistiche, quanto la possibilità di verificarne la reale acquisizione in scenari e simulazioni, oltre che "sul campo".

Ogni qualvolta ci viene chiesta l'utilità di un'esercitazione, la prima risposta che forniamo e' che da' la possibilità di fare errori in un contesto protetto e monitorato, in base a rigide norme di sicurezza. Si evitano così gli effetti negativi che potrebbero esserci in una reale condizione di emergenza, conservando, però', gli effetti positivi dell’esperienza. Soltanto in una situazione controllata di questo genere, si riescono ad individuare e correggere eventuali sbagli.

Il punto forte di un'esercitazione, ben progettata ed adeguatamente realizzata, è la "riproduzione scientifica" di tutte le possibili condizioni di stress fisico e psicologico che un volontario potrebbe incontrare nella sua attività.
Il "potrebbe" e' d’obbligo, anzitutto perchè si spera che tali calamità non si verifichino ed inoltre perché alcune delle situazioni che vengono simulate, nella realtà vengono generalmente affrontate in prima battuta da personale specializzato (pompieri, infermieri, ecc..) e solo in seguito dai volontari NOAR.

Nella nostra esperienza abbiamo avuto modo di verificare che un volontario educato alla gestione dello stress può divenire un operatore migliore, in quanto più padrone e sicuro di se stesso perché consapevole della propria preparazione. E' anche più utile a sè, ai propri compagni, alle istituzioni e ai cittadini cui presta il proprio servizio in qualunque situazione sia chiamato ad operare: da quelle più rischiose, come spegnere un incendio, a quelle più semplici, come distribuire acqua alla popolazione. A volte, al contrario, si possono avere incendi non pericolosi e invece interventi urgenti di soccorso a persone, per esempio, bloccate per ore sui treni o nelle autostrade dove non hanno la possibilità di dissetarsi.

Per far fronte a situazioni sempre più complesse, abbiamo incrementato costantemente la difficoltà delle esercitazioni, riproducendo scenari sempre più articolati, aumentandone la cura dei dettagli (ricorso a truccatori specializzati, nebbie artificiali, introduzione di suoni, odori), per un maggiore realismo. Per far questo abbiamo potuto contare, oltre che sul nostro impegno e sulle nostre risorse, anche  sull’apporto di validi professionisti, primo tra tutti il nostro storico istruttore Renzo Tiberi (un operatore che ha acquisito una notevole esperienza di simulazioni, unita ad una  "fantasia diabolica"nella progettazione di "prove") e, per la preparazione dell’ultima esercitazione, quella del 17 gennaio,  anche sulla preziosissima presenza  del dott. Daniele Biondo, nella sua veste di psicologo. Biondo si è curato della preparazione dei figuranti rispetto agli atteggiamenti emotivi che avrebbero dovuto tenere, per  esprimere al meglio i ruoli a loro assegnati in qualità di feriti, parenti delle vittime, giornalisti, curiosi ecc.. . In questi casi è fondamentale saper esprimere le sensazioni da trasmettere, per riuscire a stabilire la creazione di quel  giusto clima di tensione  che fa di una esercitazione una rappresentazione realistica dell’evento (e, aggiungo, i figuranti del 17 gennaio sono stati tutti eccezionali).

Un ulteriore salto  di qualità si è avuto nell’esercitazione di gennaio che ha visto la partecipazione contemporanea di più associazioni di Protezione Civile :  oltre al NOAR ed allo Psic-Ar (con cui avevamo già avuto modo di condividere un’altra importante scadenza l’anno scorso) erano infatti presenti, con uomini e mezzi: l’Ass. Zeus specializzata in ricerca e soccorso con unità cinofile, l’Ass. Cosmos una storica  Associazione specializzata  in antincendio boschivo (a cui si sono uniti alcuni membri della Ass. Romana Volontari con cui la Cosmos ha un rapporto di collaborazione), la Gabriele Viti, un’ associazione  più giovane ma molto promettente.

Ho parlato di salto di qualità non solo perché la presenza di tanti operatori ha consentito di praticare  contemporaneamente più scenari nel quadro unitario dell’esercitazione (crollo strutturale di una palazzina con conseguenti fughe di gas, possibili focolai d’incendi, vittime da ritrovare sotto la macerie o feriti da estrarre dalle auto bloccate nel garage crollato con percorsi da effettuare attraverso cunicoli, al buio, con cortine fumogene ecc.), ma soprattutto perché ha consentito di simulare un’azione combinata e testare le  capacità dei volontari di adattarsi agli imprevisti.

Tutte le associazioni presenti infatti non hanno operato  singolarmente ma costituendo di volta in volta squadre miste, dovendo rapidamente decidere la loro condotta (dall’individuazione dei criteri con cui scegliere al proprio interno un responsabile, alla strategia da adottare nell’intervento specifico) in un quadro reso via via sempre più stressante e incalzante dalla scoperta dei vari scenari che si presentavano e dalla cornice fatta di urla disperate ed agitazione create con eccellente realismo dai "feriti", dai "parenti delle vittime", da inopportuni "giornalisti". C’ è stato anche  il contributo di un gruppo di scout che, invitato a fare da elemento di disturbo, è stato in effetti fin troppo realistico.

Mentre le squadre erano al lavoro, gli Psicologi dell’emergenza, sia i veterani delle simulazioni che le giovani leve,  si sono infaticabilmente occupati del supporto alle  "vittime " in stato  confusionale  del sostegno ai "parenti" e anche a qualche  operatore che ha incontrato particolari difficoltà.Tutte le associazioni hanno partecipato all’esercitazione  con gli stessi gradi di difficoltà, affrontando di volta in volta le "sorprese" che erano state predisposte.

Le esercitazioni vengono preparate con largo anticipo (e fatica) da un gruppo ristretto di operatori: in questo caso c’e stato l’apporto di Cristina e Marco del Noar, Serna come esperta della gestione della ricerca con unità cinofila, il sottoscritto e i già citati Tiberi e Biondo. Tutti gli scenari che le compongono sono tenuti rigorosamente segreti, per garantire l’effetto sorpresa  e rendere più realistico l’intervento.
La simulata inizia con l’attivazione delle Associazioni attraverso l’invio di un fax alle reciproche sedi  che descrive per sommi capi l’evento) e le convoca, entro un’ ora, in un luogo vicino allo scenario. Ciascuna di esse  deve quindi  decidere istantaneamente quali attrezzature caricare sui propri mezzi per arrivare poi, in colonna, sul luogo dell’esercitazione e cominciare la fase operativa.

Nell’ultima esercitazione abbiamo avuto anche la preziosa e rassicurante  presenza di un equipaggio Anpas con autoambulanza (vera), che ha contribuito a rassicurarci, oltre che la  gradita partecipazione  di un simpatico, paziente signore, che ha impersonato il medico (finto) del finto ambulatorio dove sono stati condotti i "feriti". E’ da segnalare in particolare che nelle ultime fasi dell’esercitazione sono giunti anche i  volontari provenienti da un massacrante corso di guida fuoristrada organizzato dalla Regione  Lazio e svoltosi a Campagnano.

Al termine della simulata, che ha registrato un ottima qualità operativa di tutti i volontari coinvolti,  si è svolto un interessante debriefing che ha visto l’intervento  di tutti i partecipanti.


 
 
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