Esercitazioni - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
Vai ai contenuti

Menu principale:

Esercitazioni

Archivio > Aprile 2007

C.I.P. n. 1 - ESERCITAZIONI

                                                                                                                             
Giornate per la sicurezza
Le esercitazioni degli psicologi delle emergenze del Centro Alfredo Rampi
Chiara Budini (1), Vania Venanzi (2)
(1) dottoressa in psicologia dello sviluppo e dell’educazione
(2) psicologa dell’associazione PSIC-AR


LA MANIFESTAZIONE DI TOR VERGATA


La percezione del rischio negli ambienti di vita, dedicata ai ragazzi delle scuole medie ed elementari, è stata al centro di una manifestazione che si è svolta, nello scorso autunno, presso il piazzale Giovanni Paolo II dell' Università di Tor Vergata.
L’ISPESL, l’INAIL, l’INPS, il ministero del Lavoro, il ministero degli Interni, il dipartimento dei VV.F.F., la Protezione Civile, la CRI e il Centro Alfredo Rampi hanno collaborato nell’allestimento di diversi spazi attrezzati con materiale ludico didattico dedicato alla promozione della prevenzione in ambiente domestico, scolastico, sportivo e del tempo libero.
I VV.F.F. hanno offerto, ai ragazzi in visita, la possibilità di assistere a dimostrazioni dei nuclei speciali e di cimentarsi in alcune azioni tipiche dei Vigili del Fuoco come, per esempio, l’ultilizzo di estintori o della pompa idrica per spegnere a turno un fuoco che i VV.F.F. avevano preparato un luogo circoscritto e controllato.
La CRI ha proposto ai partecipanti alcune attività incentrate sul tema della Sicurezza Stradale e delle Grandi Emergenze al fine di divulgare le tecniche e le metodologie d’intervento.
Il Centro Alfredo Rampi ha proposto un percorso psicoeducativo per affrontare i rischi ambientali nelle scuole di ogni ordine grado e ha messo a disposizione materiale didattico.
Il terzo giorno della manifestazione tutte le diverse forze del soccorso hanno lavorato insieme in una esercitazione di maxi emergenza. Il grave incidente stradale, simulato con attenzione ai particolari, prevedeva diversi momenti di intervento tra cui l’arrivo dell’elicottero dei vigili del fuoco, la messa in sicurezza della zona, l’intervento del 118 e l’allestimento di un presidio medico e di un presidio psicologico avanzato. La grande serietà con cui si sono svolte le manovre di aiuto ha permesso, ai ragazzi presenti, di vedere come "realmente" si interviene in una grande emergenza e agli operatori del soccorso in fase di formazione di valutare l’intervento psicologico .
Le esercitazioni pratiche costituiscono un prezioso e indispensabile contributo alla formazione perchè permettono ai soccorritori, dei diversi ambiti psicosanitari e tecnici, di confrontarsi e di migliorare il coordinamento tra loro, nell’ottica di un intervento visto non soltanto come necessariamente energico, ma anche sinergico. In una situazione di maxi emergenza, infatti, non basta che ogni operatore sappia svolgere il proprio compito, è necessario che sappia lavorare anche in gruppo e tra i gruppi. Una coordinazione è fondamentale se si vuole raggiungere un incremento di efficacia delle operazioni di soccorso.

 

SIMULAZIONE DI UNA MAXI EMERGENZA
Lo scenario era rappresentato da un grave incidente stradale in cui erano coinvolti diverse autovetture, di cui una in fiamme, un pullman ed una moto. Gli operatori intervenuti nel soccorso non erano al corrente di quello che avrebbero trovato sul luogo dell’incidente pertanto la simulazione è stata decisamente verosimile.
Le persone coinvolte
erano 20 volontari della CRI, preparati dai truccatori della stessa CRI e impegnati in diversi ruoli nella simulazione: alcuni erano passeggeri di un pulmino e riportavano ferite di varia natura, alcuni erano solo spaventati, altri invece simulavano ferite e fratture di diversa gravità; altri erano automobilisti di diverse autovetture, coinvolti in misura diversa nell’incidente, una delle quali aveva preso fuoco: anche tra loro erano presenti diverse situazioni, tra le quali un’ustione molto grave. C’era poi un motociclista gravemente ferito, un pedone e un agitatissimo e violento autista del pulman.
Sul posto sono intervenuti la Protezione Civile, il 118, 4 ambulanze della CRI e una squadra di psicologi.
La simulazione si è svolta secondo la strategia d’azione tipica delle maxi emergenze: la centrale operativa del 118 ha ricevuto una o più chiamate tali da riconoscere la presenza di una maxi emergenza e si è attivata creando una sotto unità operativa al suo interno, che si occupa esclusivamente di essa. In questo modo il 118 può continuare a rispondere alle chiamate ordinarie.
Per questa simulta sono state immediatamente allarmate le altre organizzazioni di soccorso quali la CRI, i VV.F.F. e gli psicologi dell’emergenza del Centro Alfredo Rampi e le strutture ospedaliere vicine e lontane per l’accoglienza dei feriti. La centrale operativa ha mandato un primo mezzo di soccorso sul posto. Questo è rimasto sul luogo del crash per tutto il tempo e non ha fatto la spola con gli ospedali, come una normale ambulanza. Infatti, arrivando per primo, ha acquisito automaticamente un ruolo particolare di supervisione, responsabilità nell’organizzazione dei soccorsi e comunicazione con la centrale operativa; è stata questa prima equipe a fornire informazioni precise sull’entità dell’incidente e a richiedere l’intervento massiccio dei soccorsi. In seguito, infatti, sono arrivati sul posto anche gli altri mezzi di soccorso e l’elicottero dei vigili del fuoco, con la duplice funzione di supervisionare l’incidente dall’alto e di portare via i feriti più gravi.
Una volta che i VV.F.F. hanno messo in sicurezza il luogo, è iniziato il triage, il soccorso dei feriti e l’eventuale trasporto in ospedale. In questo momento l’equipe psicologica non è intervenuta: ha atteso che venissero portati alla propria postazione i feriti non gravi (codici verdi e bianchi) per fare a sua volta un triage psicologico e svolgere l’intervento adeguato.

ZOOM SULLA POSTAZIONE PSICOLOGICA
Il Centro Alfredo Rampi ha portato il proprio contributo nell’esercitazione predisponendo una postazione psicologica in grado di accogliere le vittime scosse e traumatizzate dall’accaduto. Quella della psicologia dell’emergenza è una dimensione nuova della psicologia: la quasi totale assenza di setting, l’accoglienza di un gran numero di persone contemporaneamente, l’ambiente stressante, costituiscono una situazione in cui il servizio di ascolto assume sempre caratteristiche diverse e difficilmente standardizzabili.
Per questo motivo è importante formare psicologi in grado di lavorare in una situazione "estrema"; il rapporto psicologo paziente in emergenza è diverso, c’è la mancanza ad esempio, di una domanda specifica, le richieste sono spostate nei confronti dei bisogni di informazione e contenimento delle forti emozioni provate: paura, ansia, rabbia, colpa si mescolano, esplodono in panico o si congelano in occhi vitrei e catatonici.
Spesso, come rappresentato nella simulazione, il numero degli psicologi è molto inferiore a quello delle vittime, si rende pertanto fondamentale la valutazione dei casi e l’organizzazione: l’allontanamento e il contenimento, ad esempio, dei più gravi, l’organizzazione di gruppi di confronto sull’esperienza vissuta per i casi "meno" gravi.  
Nella postazione psicologica hanno operato diversi psicologi e psicoterapeuti esperti di intervento in situazioni di emergenza, che hanno organizzato diversi spazi di ascolto. Tutti i presenti hanno avvertito con intensità la fatica del loro lavoro: la dottoressa Loredana Canzano, soccorritrice, descrive così la propria esperienza: "ho capito che la più grande difficoltà nel soccorso non è tanto dire le parole giuste o agire per limitare il danno, ma contenere le proprie emozioni, le proprie reazioni di fronte ad una situazione che ci rende deboli, ci confonde, fa emergere la parte più istintiva e primitiva di noi stessi. Alla fine dell’esercitazione mi sono sentita stanca".
Ecco i commenti di altri psicologi, intervenuti in veste di osservatori esterni: la dottoressa Maria Teresa Devito: "ho potuto constatare la complessità delle situazioni di emergenza, ma allo stesso tempo ho potuto vedere l’efficacia di tecniche di aiuto; è chiaro che anche per gli stessi soccorritori è molto utile un momento iniziale e finale di sostegno psicologico". La dottoressa Martina Giannetta, osservatrice anch’essa, aggiunge: " la sensazione principale durante un intervento di questo tipo penso sia proprio il senso di impotenza che coglie i soccorritori quando si rendono conto di non poter salvare tutti, di non poter dare tutte le risposte". Nella postazione psicologica, infatti, non ci sono feriti fisici da curare, ma persone da accogliere.

   



CAMPO SCUOLA NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE A ROVERETO


In collaborazione con la Protezione Civile della Provincia Autonoma di Trento, gli psicologi dell'emergenza di Trento (Associazione Psicologi per i Popoli Trentino)  hanno organizzato primo il Campo Scuola Nazionale di Protezione Civile, coordinato dal dottor Luigi Ranzato, con l’obiettivo di offrire una possibilità di crescita professionale attraverso il confronto di esperienze e modelli diversi in un contesto formativo il più possibile vicino a quello d’intervento reale; inoltre tale iniziativa puntava a rendere più visibile nell'ambito istituzionale e operativo della Protezione Civile la presenza degli psicologi dell'emergenza e l'utilità della loro funzione per i cittadini e le organizzazioni di soccorso; un altro obiettivo era di concordare strategie comuni in vista del recepimento, da parte delle Regioni, della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 giugno 2006: "Criteri di Massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi".
Per raggiungere questi obiettivi sono stati svolti Laboratori  ( uno coordinato dal Centro Alfredo Rampi presente negli approfondimenti della rivista) ed Esercitazioni.
In particolare le esercitazioni sono state svolte in diversi scenari come ad esempio la scomparsa di persone in un bosco, un incidente stradale, il fronteggiamento di un rischio chimico. Gli Argomenti dei laboratori sono stati: l’intervento psicologico con i bambini nei disastri; la formazione dei soccorritori e la selezione dei volontari; l’annuncio di cattive notizie e l’accompagnamento nel riconoscimento delle salme; la progettazione dell’intervento psicosociale nelle emergenze internazionali; il debriefing psicologico; il soccorso psicologico dopo un disastro aereo; il triage sanitario e il triage psicosociale; i ruoli psicologici dei simulatori nelle esercitazioni di protezione civile e psicologia del simulatore e funzione del trucco; prepararsi all’emergenza. Le attività di prevenzione per bambini, adolescenti e adulti; l’intervento psicologico di emergenza nel contesto degli altri interventi di Protezione Civile. Lezioni apprese e raccomandazioni dopo l’esperienza Tsunami.

Le attività e gli argomenti trattati hanno offerto un’importante possibilità di confronto in un ambito della Psicologia ancora nuovo e da sviluppare, ma che ha già dimostrato in più occasioni le sue potenzialità.



 
 
Cerca
Torna ai contenuti | Torna al menu