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Io sotto la pioggia

Archivio > Agosto 2008 > Formazione e scuola

C.I.P. n. 5 - FORMAZIONE E SCUOLA

IO SOTTO LA PIOGGIA
COME I BAMBINI VIVONO I RISCHI DELL’AMBIENTE
Chiara Budini
(Psicologa dell’Educazione e Psicologa del Benessere nel Corso di Vita)

Nel corso dell’anno scolastico 2007-2008, come Centro Alfredo Rampi abbiamo proposto numerosi seminari di Psicopedagogia del Rischio Ambientale per le I e II classi elementari avvalendoci degli strumenti privilegiati della psicomotricità e del disegno.
A ciascuno dei bambini che abbiamo incontrato è stato proposto di fare un disegno, al termine della prima giornata di seminario, intitolato "Io sotto la pioggia" oppure "Bambino sotto la pioggia". Nel presente articolo intendo riportare alcuni dati significativi emersi dall’analisi di questi disegni che offrono importanti informazioni su come i bambini di 6 e 7 anni vivono il proprio ambiente e i suoi rischi e interessanti spunti applicativi per coloro che si occupano di educazione ambientale nelle scuole.

Il contesto
Prima di richiedere loro il disegno i bambini sono stati sollecitati con alcune attività di Psicomotricità, finalizzate al potenziamento delle capacità di coordinazione motoria e di analisi simultanea di più dati relativi all’attraversamento stradale. In palestra è stato simulato con varie modalità l’attraversamento pedonale con e senza l’ausilio del semaforo e ai bambini è stata preanunciata una uscita in strada per l’incontro successivo. Prima di dare le consegne del disegno i bambini sono stati invitati a riflettere sulle difficoltà che si aggiungono in strada in caso di pioggia e finalmente è stato loro proposto di disegnare se stessi, in strada, proprio quando piove.




I numeri
Hanno partecipato ai seminari le classi II A, B e I A, B della scuola Pisacane (zona Casilina), I A, B, C, D, e II B, C della scuola Giulio Cesare (zona Prenestina), I e II D della scuola Gian Battista Vico e II A e B della scuola Cairoli (zona Prati) e pertanto i disegni raccolti appartengono a questo campione.
Dei 230 bambini che hanno consegnato il disegno 121 sono maschi e 109 femmine; frequentavano la I elementare 118 bambini, mentre 112 la II.
Il grande numero di dati considerati, la sostanziale equità tra maschi e femmine e tra bambini di I e di II elementare, la notevole concordanza tra i risultati delle diverse scuole permette di considerare significativi i risultati che seguiranno.

I risultati
I disegni raccolti sono stati analizzati considerando una serie di indici riconducibili a quattro aree principale: la percezione di se stessi in situazione di pericolo ambientale; l’entità di rischio ambientale percepita; la qualità e la quantità di difese personali attivate per fronteggiare le richieste dell’ambiente e gli elementi aggiuntivi.
Le tabella 1, che si può consultare negli approfondimenti, raccoglie gli indici, la  loro incidenza numerica sul campione totale e l’incidenza percentuale calcolata secondo la fascia d’età, il sesso e l’area urbana di appartenenza.

Alcuni aspetti dei disegni del Bambino sotto la pioggia rivelano come i bambini percepiscono se stessi in situazioni ambientali ostili.
Emergono delle importanti differenze relative all’età. Nonostante sia comune per i bambini disegnare con tratto marcato, oltre la metà degli alunni di prima elementare ha ritratto se stesso calcando fino a lasciare un profondo solco nella carta e il 20% di loro si sono disegnati sulla destra del foglio: possiamo dedurre che questi bambini tendono a percepirsi attivamente e ad agire impulsivamente di fronte all’ambiente. Più realisti e introversi si rivelano i bambini di II elementare, nei cui disegni si riscontra una percentuale più alta di espressioni serie o spaventate o di profilo e di ritratti realizzati con tratto ripassato, indice di insicurezza.
Più ottimiste, ma anche più impulsive si rivelano le bambine, mentre i maschi tendono piuttosto all’insicurezza e all’introversione, a cercare dentro di sé le risorse per rispondere alle richieste dell’ambiente.
L’analisi dei disegni per aree cittadine rivela come nella zona Casilina i bambini si siano disegnati spesso molto piccoli (37%), rivelando un sentimento di insicurezza indotto probabilmente dal sentirsi sovrastati dall’ambiente, mentre nella zona Prenestina i bambini si percepiscono più capaci di reagire al rischio ambientale, sebbene impulsivamente. Infine in zona Prati si riscontra un’alta percentuale di bambini insicuri, non per il confronto con l’ambiente quanto piuttosto per dinamiche intrapsichiche (confronta tabella 2 in approfondimenti).


Il disegno più o meno drammatico della pioggia rivela a grandi linee quanto i bambini vivono come pericoloso per loro il proprio ambiente.
Tra bambini di I e II elementare emerge ancora una volta una differenza fondamentale nell’analisi della realtà. I bambini più grandi disegnano la giornata di pioggia nei suoi aspetti più realistici: la grandezza delle gocce, la loro forma, l’oscurità del cielo, disegnandosi coinvolti. I bambini più piccoli tendono a disegnare la pioggia lontana da sé (alta, 38%) e piuttosto sono spesso colpiti da fulmini: la pericolosità dell’ambiente non è dovuta a qualcosa di reale quanto piuttosto a qualcosa che temono.
Tra maschi e femmine esiste una differenza rilevante nella percezione di rischio: i bambini disegnano molta più pioggia e fulmini, soprattutto verso se stessi (21%). Le bambine oltre a essere più realiste, tendono a essere meno catastrofiche anche nel disegno del cielo (60% nuvole chiare).
L’analisi delle aree cittadine rivela alcuni dati che confermano e completano la tabella precedente. I bambini della zona Casilina si sentono effettivamente più minacciati dall’ambiente (tanta pioggia direzionata sul soggetto oltre 40%) mentre la minaccia che percepivano i bambini della zona Prati non deriva dall’ambiente che si caratterizza per una grande presenza di pozzanghere e pioggia diffusa (pericolosità nella norma e dal basso).


Il bambino è piccolo e indifeso nei confronti della pericolosità dell’ambiente)


I bambini della zona Prenestina hanno un’alta percentuale di pioggia alta e sono gli unici a disegnare il sole tra le nuvole indicando di percepire come affrontabile il rischio ambientale (confronta tabella 3 in approfondimenti).


Il tipo di difese che i bambini attivano rispetto ai pericoli percepiti nell’ambiente si deduce dalla quantità e dalla qualità di protezione con cui si disegnano.
I bambini di I elementare rivelano la consapevolezza e contemporaneamente l’incapacità di difendersi da soli dai rischi ambientali disegnandosi quasi sempre con l’ombrello, ma protetti male nel 40% dei casi. Nei bambini più grandi aumenta la capacità di proteggersi, ma anche il senso di impotenza o di sfida rispetto all’ambiente (23% senza alcuna protezione).
Una differenza analoga si riscontra tra maschi e femmine, dato che fa ipotizzare che le bambine siano globalmente più mature.
Relativamente alle aree cittadine emerge nuovamente come nella zona Casilina i bambini tendano a percepirsi impotenti rispetto all’ambiente (non protetti 30%, protezione insufficiente 43%). Sono i bambini della zona Prati quelli che si disegnano più coperti (oltre 70%). La zona Prenestina si caratterizza per la percentuale maggiore di ombrello graticolato e linea di terra, indici della presenza di un conflitto intrapsichico relativo alla percezione di insicurezza.



La tabella 4, consultabile in approfondiment,i riporta i dati relativi agli elementi che i bambini hanno aggiunto spontaneamente ai loro disegni, non essendo richiesti dalla consegna.
I dati più interessanti riguardano i bambini di I elementare che hanno aggiunto ai disegni uno o due genitori oppure una casa e/o un albero, elementi comunque legati all’ambito familiare. Questo dato ci informa dell’importanza delle figure di riferimento per i bambini di 6 anni nel trovare le risorse per rispondere alle richieste ambientali. In II elementare rimane il disegno della casa cui si aggiunge l’auto, soprattutto per i maschi, che si rivelano meno autonomi delle bambine nel fronteggiare il rischio ambientale.


Il bambino non riesce a proteggersi con il proprio ombrello e aggiunge gli elementi della casa e dell’albero)


L’analisi delle aree cittadine rivela che i bambini della zona Casilina non usufruiscono della presenza diretta o indiretta dei genitori per alleviare il proprio senso di inferiorità nei confronti dell’ambiente mentre nella zona Prati sono i genitori il punto di forza dei bambini. Nella zona Prenestina è interessante notare la grande presenza di elementi stradali e di persone non familiari, indizio di un quartiere piuttosto vissuto.


 

 


[continua in C.I.P. n. 6, dicembre 2008]





 
 
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