Formarsi in Psicologia dell’Emergenza - Conosco Imparo Prevengo

PSICOLOGIA DELLE EMERGENZE, PROTEZIONE CIVILE, SICUREZZA, TERRITORIO
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Formarsi in Psicologia dell’Emergenza

Archivio > Agosto 2010 > Formazione e scuola

C.I.P. n. 11 - FORMAZIONE E SCUOLA
FORMARSI IN PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA
IL TIROCINIO PRESSO IL CENTRO ALFREDO RAMPI
Ilaria Alesse

Durante una lezione del "Master Universitario di 2° livello in Psicologia dell’Emergenza e Psicotraumatologia"(Consorzio Interuniversitario Fortune – Lumsa – Istituto di Psichiatria e Psicologia UCSC Roma) è venuto a farci lezione il Dott. Biondo presentandoci il Centro Alfredo Rampi, quali le attività che si svolgono all’interno del Centro ma soprattutto del modello psicologico che viene utilizzato per la prevenzione dei rischi ambientali. Studiare tale modello e vederlo applicato nelle varie attività (tra cui educazione stradale) mi ha permesso di vrificarne l’efficacia e la validità.
Tale modello definito "Psicopedagogico", perché prende in considerazione i contributi di varie discipline, ha come obiettivo quello di insegnare ai bambini e ai ragazzi non di evitare il rischio, poiché esso è inevitabile, ma di essere in grado di difendersi dai molti rischi che li circondano, mettendo in atto comportamenti corretti in caso di emergenza, attivando capacità auto protettive e il senso di responsabilità nei confronti dell’ambiente.
Ho avuto la possibilità come tirocinante, assieme alla Dott.ssa Devito M.T. e al Dott. Grano M., di assistere e partecipare, in varie scuole di Roma, nelle attività riguardanti "l’educazione stradale".
Solitamente le attività vengono suddivise in moduli e svolte in due giornate.
La prima giornata:
Dopo aver spiegato ai bambini il perché ci fosse uno psicologo e non un vigile a fare questo tipo di attività riguardante la strada, abbiamo parlato di prevenzione, se conoscevano tale parola e il suo significato.
Successivamente abbiamo introdotto l’argomento "paura" chiedendo loro."Secondo te la paura è bella o brutta?" per capire cosa è la paura per loro e come la manifestano.
Oltre all’aspetto cognitivo della paura ci siamo soffermati sul suo aspetto emotivo - fisiologico; cioè cosa cambia nel nostro corpo quando si ha paura,quali sono le nostre emozioni di fronte ad un evento o situazione che ci fa paura?
Dopo aver parlato di prevenzione e percezione del rischio ci siamo addentrati nell’argomento, strada e segnaletica.
Il nostro obiettivo? Sapere che conoscenza avessero della segnaletica stradale che incontrano durante il tragitto che fanno da casa a scuola, se sono in grado di riconoscerla  e se tale segnaletica sia fondamentale per l’incolumità non solo del pedone ma anche di chi utilizza un veicolo: bicicletta, motorino o macchina.
Spesso in classe abbiamo chiesto ai ragazzi di simulare un attraversamento per capire non solo se conoscevano le modalità ma anche per dimostrare quanto sia importante saper attraversare la strada, come fare e soprattutto essere in grado di prestare attenzione nel momento dell’attraversamento.
Passo successivo del modulo: la divisione della classe in gruppi e, accompagnati da noi e dalle maestre, l’esplorazione delle strade del quartiere e la rilevazione dei rischi presenti.
Mi ricordo ancora l’emozione da parte dei ragazzi di sentirsi coinvolti in prima persona ad essere più responsabili nei confronti del loro territorio ma anche l’attenzione prestata nel rilevare i rischi e rendersi consapevoli dei problemi presenti e ben evidenti nel loro quartiere.
Dopo aver percorso e rilevato i rischi presenti in quella porzione di territorio, si ritornava in classe, si discuteva dei rischi trovati e delle possibili soluzioni ed interventi per prevenire ed evitare tali rischi.
La seconda giornata:
Durante questa giornata, in gruppo, i bambini si sono cimentati nel disegnare la mappa del loro quartiere, inventare dei simboli per ogni tipo di rischio individuato, disegnare nella legenda i simboli inventati e di conseguenza porre quei simboli nei diversi punti della cartina dove sono stati rilevati i rischi.
Questo lavoro di gruppo permette ai ragazzi di utilizzare la loro fantasia e creatività.
Obiettivo finale è stato quello di sensibilizzare altri bambini, ragazzi, genitori, a prestare maggiore attenzione ai rischi presenti nel loro quartiere ma soprattutto ad avere maggior rispetto per l’ambiente di cui loro ne sono i cittadini principali.



 
 
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