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Fare gruppo con gli adolescenti

Archivio > Agosto 2008 > Recensioni

C.I.P. n. 5 - RECENSIONI

FARE GRUPPO CON GLI ADOLESCENTI: FRONTEGGIARE LE "PATOLOGIE CIVILI" NEGLI AMBIENTI EDUCATIVI di Daniele Biondo

Continua a prendere forma il lavoro di elaborazione culturale che il Centro Alfredo Rampi Onlus conduce da più di venticinque anni.
Questo nuovo libro di Daniele Biondo rappresenta la prova.
Il gruppo in adolescenza rappresenta non solo un’indispensabile esperienza al servizio della crescita, ma anche un prezioso strumento di aiuto per quegli adolescenti che hanno la tendenza a manifestare il loro disagio all’interno del branco con agiti comportamentali distruttivi. L’esperienza del gruppo può permettere a questi ragazzi di accedere a forme di funzionamento mentale più evolute, caratterizzate dal pensiero e dalla condivisone con altri pari dell’angoscia connessa allo svolgimento dei compiti evolutivi.
Il libro descrive gli interventi che possono essere realizzati all’interno dei contesti educativi – istituti scolastici e centri di aggregazione giovanile – per aiutare ragazzi ed operatori (educatori e insegnanti) a realizzare significative esperienze di gruppo, grazie alle quali le istituzioni educative possono prevenire il rischio di scadere in un funzionamento primitivo, terreno di coltura delle "patologie civili".
L’Autore propone una prassi educativa e formativa orientata dalla dimensione inconscia delle relazioni affettive, che affonda le sue radici nella dimensione gruppale, considerata come specifica dimensione adolescente della mente. Viene presentato un originale modello d’intervento negli ambienti educativi: il setting psicodinamico multiplo con il gruppo. Si tratta di un setting caratterizzato da diversi aspetti ambientali: lo spazio educativo come luogo dell’incontro, la necessità di un tempo lungo per sviluppare la relazione, la teoria sul blocco del processo simbolico, il gruppo educativo come ambiente privilegiato per agganciare gli adolescenti irraggiungibili. Lo stesso setting è fondato sull’integrazione di diversi dispositivi: l’osservazione del gruppo, la promozione di esperienze transizionali, la promozione dell’esperienza del gruppo eterosessuale, il tutoraggio individualizzato, lo sportello psicologico, il gruppo esperenziale, la supervisione psico-dinamica.

Daniele Biondo
, psicoanalista della Società Italiana di Psicoanalisi, socio ordinario dell’Associazione Romana per la Psicoterapia dell’Adolescente e del Giovane Adulto (ARPAd), vicepresidente del Centro Alfredo Rampi Onlus, consulente tecnico d’ufficio del Tribunale per i Minorenni di Roma, direttore del Centro di Aggregazione Giovanile Open Rings Center gestito dal Centro Alfredo Rampi. Capo Redattore della rivista AeP-Adolescenza e Psicoanalisi (edizioni Ma-Gi), ha pubblicato: con Novelletto e Monniello, L’adolescente violento (Franco Angeli, 2000); con Tini 285 nodi per crescere (Editori Riuniti, 2003); Educazione stradale e rischio accettabile (Erickson, 2006).

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Estratto dalla Prefazione al libro di Gustavo Pietropolli Charmet

Biondo chiarisce quale sia l’obiettivo della ricca documentazione che ha raccolto e delle profonde riflessioni che propone: "Questo libro è dedicato alla tecnica dell’intervento che ho definito ‘setting psicodinamico multiplo con il gruppo negli ambienti educativi’. Un setting caratterizzato da una molteplicità di interventi (psicodinamica di gruppo, sportello psicologico, accompagnamento individualizzato, gruppo esperienziale, supervisione psicodinamica e mediazione interistituzionale) integrati fra di loro, che intervengono sui diversi fattori, individuali e gruppali, della componente adolescenziale e di quella adulta, che si intrecciano all’interno degli ambienti educativi". Proprio così, Biondo ha ragione, si tratta di attrezzare nei pressi delle aree ove crescono i ragazzi dei dispositivi che perseguano, utilizzando l’animazione e l’educazione, lo sviluppo delle capacità di simbolizzazione, la ripresa della funzione riflessiva, la soggettivazione e il rilancio nella realizzazione dei compiti evolutivi adolescenziali. Gli adolescenti attuali, infatti, sono a rischio di essere mutilati da contesti relazionali violenti, ma possono giovarsi di appartenenze a dispositivi gruppali decisi a rilanciare la capacità di trasformare l’azione concreta e violenta in simbolo, pensiero, parola.
Se l’eccesso superegoico di cultura imposta alle generazioni precedenti provocava il disagio della civiltà, l’assenza di cultura, di valori etici, di attenzione educativa rischia di provocare le "patologie civili". L’origine di questa definizione è legata alla collaborazione fra il gruppo degli operatori che lavorano con Biondo e Arnaldo Novelletto. "Dobbiamo a Novelletto il concetto di ‘patologia civile’, sul quale invitava a riflettere per comprendere le profonde trasformazioni delle patologie adolescenziali che si presentano all’osservazione clinica...
È un libro utile e tempestivo per molti motivi. L’associazionismo giovanile è in grave crisi di contenimento e chiede aiuto alle discipline forti.
Guai se arrivasse la psichiatria o la psicopatologia. Deve arrivare la moderna psicoanalisi dell’adolescenza. La scuola e la famiglia patiscono una grave crisi della capacità educativa per una notevole rigidità delle culture di ruolo che non riescono a tener dietro alla "nuova normalità" in cui sono immersi gli attuali adolescenti.
C’è un bisogno estremo di nuovi incontri interdisciplinari e di nuove strutture intermedie, di servizi non più organizzati sulla base dell’elenco delle psicopatologie. L’adolescenza inoltre deve essere risarcita dalla trascuratezza dei decenni (secoli) precedenti.
Biondo propone una modalità di intervento originale ma esportabile e spendibile: il setting multidimensionale. Con queste esperienze e riflessioni siamo nel cuore del problema….



 
 
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