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Bambini e adolescenti: protagonisti attivi nella vita sociale

Archivio > Dicembre 2009 > Recensioni

C.I.P. n. 9 - RECENSIONI

BAMBINI E ADOLESCENTI: PROTAGONISTI ATTIVI NELLA VITA SOCIALE
ESPERIENZE CONCRETE NELLA CREAZIONE DI UN "MONDO  MISURA DI BAMBINO"
Valentina Proietti Nicolai

Dottoressa in Scienze Giuridiche, esperta in progettazione europea nel campo della Sicurezza


"Il Futuro dei Bambini è nel Presente": con questo slogan si è inaugurata  il 18 novembre, a Napoli, la Conferenza Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, organizzata dal Ministero del Lavoro, della Salute  e delle Politiche sociali insieme alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed in collaborazione con la Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza.
La Conferenza, come riportato in un comunicato del Ministero, ha costituito l’occasione per trarre un bilancio dei risultati raggiunti negli ultimi anni nonché proporre nuovi obiettivi, non solo alle istituzioni, ma a tutto il mondo impegnato nella promozione dei diritti dell’infanzia e ha rappresentato un momento istituzionale di ascolto, elaborazione e partecipazione su temi che interessano non soltanto gli "addetti ai lavori", ma anche bambini, ragazzi e famiglie.


Logo Conferenza Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza.

Il PIDIDA – Coordinamento Per i Diritti dell’Infanzia e Dell’Adolescenza, a cui il Centro Alfredo Rampi Onlus aderisce sin dalla sua costituzione, ha partecipato con materiali e proposte alla Conferenza Nazionale, portando all’attenzione dei gruppi di lavoro, attraverso un documento steso a più mani da Cnca, Unicef, Cgil, Arciragazzi, la necessità di un’affermazione pubblica della volontà di avviare un nuovo percorso, che abbia un orizzonte alto e ambizioso: quello di rendere "operante" la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nell’ambito della politica italiana e nella prassi delle Istituzioni e delle organizzazioni della società civile.
Il PIDIDA è, oggi, una realtà di primo piano nel panorama della promozione dei diritti dell’infanzia.
E’, come riportato nel documento programmatico, sottoscritto dalle 40 Associazioni che vi aderiscono, un libero tavolo di confronto e coordinamento aperto a tutte le associazioni, ONG, e in generale le realtà del Terzo Settore, che operano per la promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e nel mondo, la cui finalità primaria è il riconoscimento della dignità e la promozione dello sviluppo umano e sociale dei bambini e degli adolescenti.
Il PIDIDA fa dei principi e delle norme contenuti nella Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo del 1989 il suo strumento prioritario di riferimento.
Obiettivi del PIDIDA sono:

  • promuovere la conoscenza e l’applicazione della Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo ed i suoi protocolli opzionali;

  • favorire l’interazione tra le realtà che, a vario titolo, si occupano dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e all’estero e promuovere lo sviluppo di una base culturale comune fondata sulla Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo;

  • promuovere una cultura che favorisca la partecipazione dei bambini e degli adolescenti in tutti gli ambiti che li vedono coinvolti.


Sebbene solamente nel 2003 il Coordinamento sia stato reso permanente, il percorso del PIDIDA è iniziato nel 2000, quando il Comitato Italiano per l’UNICEF invitò le realtà italiane attive sul fronte "bambini e ragazzi" a collaborare insieme nel processo preparatorio alla Sessione Speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dedicata all’infanzia (maggio 2002).
Le quaranta associazioni che aderirono si posero l’obiettivo di lavorare insieme per concordare documenti in vista della partecipazione a questo appuntamento internazionale.
Tali associazioni, forti promotrici della partecipazione dei bambini e dei ragazzi, costituirono un gruppo di lavoro ed organizzarono la loro partecipazione al Children’s Forum (che ha preceduto la Sessione Speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dedicata all’infanzia), organizzando il Forum nazionale dei ragazzi del 2001, grazie al sostegno del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e inserendo due loro rappresentanti nella delegazione ufficiale alla Sessione Speciale.
Il documento finale della Sessione Speciale sull’infanzia di New-York (8-10 maggio 2002), "Un mondo a misura di bambino", composto da una dichiarazione e un piano d’azione,  prevede quattro aree d’intervento principali:

  • la promozione di migliori condizioni di vita e di salute;

  • la garanzia di un’istruzione di qualità;

  • la protezione dagli abusi, dallo sfruttamento, dalla violenza;

  • la lotta all’HIV/AIDS.


Il PIDIDA ha successivamente utilizzato questo documento come uno strumento di lavoro e promosso il suo utilizzo come tale da parte di tutte le associazioni e le ONG.
Se già la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, strumento di protezione e di promozione dei diritti molto forte, approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 a New York e ratificata da quasi tutti i paesi del mondo, aveva sancito che i bambini sono soggetti di diritto e non soltanto oggetto di cure o beneficiari di servizi, nei documenti elaborati successivamente, nelle conseguenti politiche d’azione e nei testi normativi di riferimento, vengono poste le basi affinché i diritti dell'infanzia siano non solo formalmente riconosciuti ma anche effettivamente esercitati dai bambini e dagli adolescenti.
Il documento finale della Sessione Speciale sull’infanzia di New-York ha fissato ventuno nuovi obiettivi per il decennio che sta ormai volgendo al termine e, tra questi, particolare importanza ha rivestito, e riveste tuttora, il rilancio di una politica sostenibile per l'infanzia in ambiente urbano.
E’ in quest’ottica che il Centro Alfredo Rampi Onlus svolge la sua attività, sin dalla nascita, ponendo particolare attenzione ai bisogni del cittadino e soprattutto a quelli dei bambini e dei ragazzi.
Il Centro Alfredo Rampi Onlus ha fatto propri e concretizzato in diversi progetti i principi basilari riguardanti la spinta educativa della città, sanciti dalla Carta del Primo Congresso Internazionale delle Città Educative, celebrato a Barcellona nel novembre del 1990, Carta revisionata in occasione del III Congresso Internazionale (Bologna 1994) e di quello di Genova (2004).
La Carta delle Città Educative si fonda sulla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1948), sul Patto Internazionale dei Diritti Economici, Sociali e Culturali (1966); sulla Dichiarazione Mondiale sull’Educazione per Tutti (1990); sulla Convenzione adottata nel Vertice Mondiale per l’Infanzia (1990) e sulla Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale (2001).
Il bambino e l’adolescente hanno smesso di essere protagonisti passivi della vita sociale e, pertanto, della città; la Convenzione delle Nazioni Unite del 20 novembre del 1989, che sviluppa e considera vincolanti i principi della Dichiarazione Universale del 1959, li ha convertiti in cittadini e cittadine dai pieni diritti a cui assegnare diritti civili e politici.
In ambito nazionale, la Legge 28 agosto 1997, n. 285 "Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza" assume tra le proprie finalità la promozione sia di interventi rivolti alle situazioni di difficoltà, marginalità e disagio in cui si trovano i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie, sia di interventi che riconoscano i bambini e gli adolescenti come soggetti di diritti ed offrano loro opportunità nella vita quotidiana delle proprie comunità.
Un particolare rilievo è dato dal testo normativo, nell’art. 3, alle azioni positive per la promozione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, per l'esercizio dei diritti civili fondamentali, per il miglioramento della fruizione dell'ambiente urbano e naturale da parte dei minori, per lo sviluppo del benessere e della qualità della vita dei minori, per la valorizzazione, nel rispetto di ogni diversità, delle caratteristiche di genere, culturali ed etniche.
Ed ancora, nell’art. 7, tra le Azioni positive per la promozione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza menzionate, è ribadita l’importanza degli interventi che facilitano l'uso del tempo e degli spazi urbani e naturali.
Sulla scia della crescente attenzione posta dalla dottrina e dalle organizzazioni di settore al tema, a seguito dei diversi interventi normativi, in ambito nazionale ed internazionale, nel 2001 il Centro Alfredo Rampi ha dato il via, nel Municipio Roma 6, al progetto "Centro per la sicurezza urbana del bambino", il primo del genere in Italia, che ha promosso una città più sicura per bambini iniziando dal quartiere in cui gli stessi risiedono.
Nella completa applicazione dei principi sopra enunciati, obiettivo primario del progetto è stato ed è tuttora quello di creare nei ragazzi una cittadinanza attiva, affermando il loro diritto ad essere coinvolti nelle scelte che li riguardano e responsabilizzandoli nell'uso del loro territorio di appartenenza.
I bambini ed i ragazzi coinvolti nelle attività progettuali sono diventati soggetti di prevenzione, protagonisti dell'intervento sull'ambiente-quartiere attraverso il raggiungimento degli obiettivi specifici del progetto:

  • incrementare la consapevolezza dei bambini sul Rischio ambientale;

  • aumentare la consapevolezza psicologica  nel bambino e nel ragazzo delle proprie  esigenze  e del rapporto emotivo  nei confronti del suo ambiente di vita, della percezione dei rischi presenti nel quartiere, dello stress in strada;

  • incrementare le competenze specifiche (autonomia, autoprotezione, responsabilizzazione, razionalità) dei bambini e dei ragazzi per l’uso corretto del territorio;

  • partecipare all’ideazione e alla progettazione di interventi urbanistici e architettonici rivolti all’infanzia.


La sede nazionale ha coinvolto complessivamente nelle proprie attività di prevenzione del rischio ambientale circa 200mila bambini e ragazzi romani, direttamente raggiunti attraverso significative attività educative (seminari in classe, campeggi in città, soggiorni estivi, campi scuola, punti verdi).
Inoltre, in maniera indiretta, sono stati raggiunti centinaia di migliaia di bambini e ragazzi attraverso insegnanti, educatori e genitori, che hanno frequentato i corsi di didattica della protezione civile e dell’antinfortunistica e di "Educazione al rischio ambientale" organizzati periodicamente dall'Associazione e attraverso le pubblicazioni prodotte dall'Associazione.
Tutto questo è stato realizzato grazie ad un'imponente "lavoro di rete", che ha sostenuto l'impegno ed il lavoro di centinaia di operatori specializzati e di volontari della prevenzione con il sostegno economico degli Enti Locali (Comune e Provincia di Roma, Regione Lazio), la professionalità di Corpi Istituzionali (Polizia Municipale di Roma, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato) e la supervisione di Istituzioni Scientifiche (Istituto Superiore di Sanità, Istituto Nazionale di Geofisica, Dipartimento di sociolinguistica dell'Università di Roma).
Grazie a tale esperienza, il Centro Alfredo Rampi Onlus ha potuto sperimentare strategie educative innovative nel campo delle prevenzione del rischio ambientale e della conquista del controllo dell’ambiente da parte della cittadinanza.
L’approccio innovativo del progetto sta proprio nella partecipazione attiva dei bambini e dei ragazzi nel suggerire ed agire concretamente per l’evoluzione positiva del proprio ambiente di vita e nel coinvolgimento di operatori competenti a cui segue la partecipazione dei vari soggetti della comunità.



 
 
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